Il conflitto in atto in Ucraina ha evidenziato, anche al grande pubblico, l’importanza nelle operazioni militari degli UAV, anche quelli di tipo amatoriale.
Prima di procedere ad un esame della situazione al fine di individuare degli elementi di interesse per il potenziamento della capacità presso le Forze Terrestri nazionali è opportuno rifarci ad una terminologia standard. Nel presente articolo sarà utilizzata quella indicata nella figura seguente.
Ne esistono anche altre, ma l’articolazione che useremo è guidata dall’utilizzo operativo e, quindi, si presta meglio a supportare i concetti che cercheremo di approfondire insieme.
Nel prosieguo dell’articolo non tratteremo la problematica degli UCAV1, mentre sono compresi sia gli UAV con capacità di rilascio di armamento sia le loitering munition2 in cui inseriamo anche quelli che la stampa definisce "UAV kamikaze".
In primo luogo, possiamo dire che l’importanza degli UAV dei segmenti HALE (High Altitude Long Endurance) e MALE (Medium Altitude Long Endurance) è già stata ampiamente apprezzata dall’opinione pubblica, oltre che dagli specialisti, poiché del loro utilizzo se ne è parlato ampiamente nel corso dei più recenti conflitti.
Moltissime persone hanno visto dei MALE in azione (Reaper e Predator, ad esempio) così come il possibile impiego di HALE a margine del conflitto in Ucraina (Global Hawk NATO e USA), per non parlare dei TUAV (Shadow e ScanEagle) in Afghanistan (foto).
La vera novità, se così si può dire, è costituita dall’impiego diffusissimo degli UAV della classe “Manoeuvre Range” da parte non solo delle unità ucraine e russe, ma addirittura di privati cittadini, anche molto giovani, che si sono improvvisati operatori UAV a supporto di unità militari.
In realtà, l’esigenza di disporre di un’ampia e diffusa gamma di UAV di ridotte dimensioni era già emersa prepotentemente in Afghanistan, durante l’operazione ISAF. Tutti i Paesi impegnati – compresa l’Italia – avevano risposto con l’acquisizione di apparati COTS3. Le stesse Forze Armate Russe avevano rilevato tale esigenza (anche in termini di contrasto) sia in Siria, sia in Libia (per il tramite del personale Wagner).
Ciò che sicuramente emerge come elemento innovativo dalla Campagna Ucraina è che in un conflitto simmetrico l’esigenza di impiego degli UAV Manoeuvre Range per avere una situation awareness4 è divenuto vitale, prendendo il posto di quello che nel passato era il binocolo e l’osservazione visuale in genere, integrandosi con tutti quegli altri strumenti elettro ottici e radar avanzati che sono stati introdotti più o meno recentemente sulle piattaforme terrestri (vedasi JANUS, GBOSS, etc.).
Prendendo a riferimento una grande unità elementare del livello brigata, possiamo affermare che quasi tutte le unità e le formazioni componenti (gruppo tattico, unità esplorante, artiglieria, genio, trasmissioni, logistica) hanno bisogno di avvalersi di velivoli della classe Maneuver Range (soprattutto elicotteri plurirotori) per poter assolvere con più precisione e tempi ridotti il proprio compito.
Ciò non significa che a livello più alto e, quindi, a partire dal comando brigata non ci sia la necessità di poter disporre di assetti in grado di supportare la Reconnaissance, la Surveillance e il Target Acquisition con apparati anche UAV di categoria superiore. Ma si è visto che l’esistenza di apparati esclusivamente accentrati determina una catena Sensor To Shooter5 (S2S) troppo lunga con la conseguenza che i tempi di reazione diventano elevati e i tempi di risposta alla manovra avversaria diventano eccessivi. Ciò comporta una perdita di efficienza/efficacia ma soprattutto un aumento delle perdite amiche.
L’esperienza in Ucraina ha dimostrato, ad esempio, che l’efficacia del fuoco, anche pianificato, così come l’attività di c/batteria, c/UAV, l’adattamento della manovra sul terreno e le attività di mobilità e c/mobilità richiedono una visibilità diretta in profondità, maggiore di quanto richiesto in passato. Ciò è da porre in relazione sia con il raggio d’azione dei sistemi d’arma moderni che si è notevolmente espanso, sia dalla presenza sul terreno di popolazione civile e infrastrutture critiche a ridosso, se non immerse, nei dispositivi avversari. La precisione “chirurgica”, quindi, diventa un must sia per ragioni umanitarie sia per l’esigenza di salvaguardare infrastrutture indispensabili per la sopravvivenza del tessuto sociale locale e la condotta delle operazioni future. A tutto ciò occorre aggiungere che in operazioni i tempi di riferimento li impone l’avversario. Se la sua catena S2S è più veloce della nostra, la eventuale superiorità tecnologica e/o numerica potrebbe non essere sufficiente ad assicurare la vittoria.
Se l’esigenza è chiara, non è altrettanto immediato il superamento del gap capacitivo individuato. Infatti, il problema non si elimina con la semplice distribuzione a tutti i livelli di mini e micro UAV.
È chiaro, infatti, che in un ambiente che vede la presenza di forze tecnologicamente evolute, non saranno solo i nostri UAV a volare. Anche il nemico avrà i propri e avrà le proprie contromisure, comprese le loitering munition a cui accennavamo all’inizio dell’articolo.
Far alzare in volo un UAV, può significare, quindi, essere immediatamente individuati ed essere oggetto, di attività di contrasto non letale (di tipo elettronico, ad esempio, nel migliore dei casi) o letale. In ambedue i casi è evidente che ci sarà impedito di ottenere una visione più chiara di cosa dobbiamo contrastare, oltre a perdere assetti preziosi e vite umane.
Ovviamente, la disponibilità, più o meno ampia, di assetti UAV da parte delle forze avverse rende difficile anche le attività più semplici sul campo di battaglia, dal movimento, alle attività di manutenzione, rifornimento e assunzione del dispositivo sul terreno. Abbiamo visto come in Ucraina anche il semplice stazionamento in aree con folta vegetazione abbia comportato la perdita dei veicoli coinvolti, anche corazzati. L’attività di neutralizzazione da parte delle sorgenti di fuoco disponibili (armi c/c, artiglierie, loitering munitions) con una catena S2S ridotta può divenire talmente efficace da impedire quasi tutte le attività sul terreno, pena perdite elevatissime.
Anche in questo settore si pone il problema di cosa contrapporre alla minaccia nell’eterna lotta tra lancia e scudo.
Il contrasto alla minaccia avversaria così come l’utilizzo ottimale delle nostre capacità passa attraverso le seguenti misure cardine.
La prima è quella della disponibilità di una situation awareness che tenga conto anche della presenza degli UAV della classe Manoeuvre Range. Viste le ridotte dimensioni e la superficie radar equivalente, la disponibilità di una LRAP (Local Recognised Air Picture) che riporti anche la presenza dei velivoli in parola non è così semplice.
In attesa di poter disporre di dati radar integrati e verificati, diffusi attraverso i sistemi di supporto al C2 (Comando e Controllo), sarà utile dotarsi di sistemi da utilizzare per formare delle bolle informative locali e basati, come esempio del mondo civile, su sistemi di tipo DJI Aeroscope6 (foto) che consentono di impiegare sia stazioni a terra con copertura di alcune decine di chilometri sia stazioni mobili.
Il secondo elemento da sviluppare con estrema rapidità è quello delle contromisure, letali e non. Se in termini di contrasto SHORAD e V-SHORAD, anche alla luce del DPP7, la capacità nazionale è in via di costituzione, occorre – anche in questo caso – ricordare che la protezione dei dispositivi amici non può essere oggetto solo di sistemi accentrati e approvvigionati in tempi relativamente lunghi.
La protezione a livello di singolo mezzo, come per le armi c/c deve essere basata su sistemi locali e automatici. Quindi, i sistemi automatici di autoprotezione dei veicoli terrestri (APS), così come i sistemi di misure elettroniche, devono essere efficaci anche contro questo di tipo di minaccia. Poiché molte delle moderne armi c/c agiscono sul tetto dei veicoli corazzati, l’adattamento/verifica degli APS alla minaccia delle loitering munition non dovrebbe richiedere uno sforzo impossibile. Per le Forze Armate nazionali, inoltre, si tratta di un ulteriore campanello di allarme poiché i veicoli nazionali non presentano, ad oggi, questo tipo di protezione. Sarà il caso di introdurli in servizio prima che sia troppo tardi.
Ciò, ovviamente, deve essere accompagnato da un piano urgente e sistemico per l’introduzione in servizio di mini/micro UAV, anche del tipo loitering munition, attagliati alle esigenze delle single unità. Occorre che le informazioni acquisite possano divenire comunque patrimonio comune e contribuire a raffittire e consolidare a livello tattico e sub-tattico il quadro informativo, senza il quale nessun comandante è in grado di prendere decisioni corrette e impiegare il miglior sistema d’arma per ottenere l’effetto voluto.
Si pone, quindi, un altro problema e cioè disporre di un sistema di supporto al comando e controllo concepito in ottica sistemica (System of Systems) e non come distributore di singole applicazioni.
Mario Ruggiero
Il generale di divisione (ris.) Mario Ruggiero ha frequentato l’Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino dal 1978 al 1982. Ha ricoperto incarichi di comando presso varie unità del Genio a Caserta, Udine e Cremona. Ha frequentato il 117° corso di stato maggiore e il 117° corso superiore di stato maggiore a Civitavecchia rispettivamente dal 1992 al 1993 e dal 1994 al 1995. Nel 1995 ha partecipato al 3ème Promotion du Collège Interarmèes de Dèfense a Parigi. Ha prestato servizio come ufficiale di stato maggiore e capo della sezione “Piani Futuri” nel reparto di pianificazione generale e finanziaria dello stato maggiore dell’Esercito dal 2000 al 2003. Nel novembre 2004 è stato nominato capo ufficio pianificazione generale del 3° reparto dello stato maggiore della Difesa. Nel settembre 2008 è stato nominato direttore del centro Innovazione della Difesa. Successivamente, ha comandato la brigata corazzata “Pinerolo” a Bari e nel luglio 2011 è diventato vice capo del 3° reparto dello stato maggiore della Difesa. Nell’aprile 2012 è stato nominato capo del reparto logistico dello stato maggiore dell’Esercito. Durante la sua carriera, il gen. Ruggiero ha partecipato a diverse missioni militari all’estero (Afghanistan – Operazione Salam, Kuwait – Operazioni di sminamento, Bosnia-Erzegovina – SFOR, Kosovo – KFOR, Iraq – Antica Babilonia/Iraqi Freedom). Il generale di divisione (ris.) Ruggiero ha partecipato alla “Resolute Support Mission” in Afghanistan, come vice capo di stato maggiore “Supporti”, da maggio 2015 a maggio 2016. È stato insignito della medaglia d’oro per il lungo comando, tre medaglie commemorative della NATO per SFOR, KFOR e Resolute Support, della medaglia commemorativa per l’operazione “Antica Babilonia” e la U.S. Legion of Merit (Ufficiale). È stato inoltre nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
1 Unmanned Air Combat Vehicles. Tali sistemi costituiscono la terza generazione di UAS (“Unmanned Aerial System”) in senso generale e la prima con caratteristiche tali da divenire completamente sostitutive delle piattaforme pilotate anche per missioni “combat”. Tali soluzioni saranno in grado di portare non solo armamento A-S e A-A, ma anche di procedere all’ingaggio del bersaglio aereo e di superficie in maniera completamente autonoma.
2 Una munizione circuitante[1], o drone suicida, o drone kamikaze (in inglese loitering munition o anche suicide drone o kamikaze drone), è un'arma, un sistema d'arma, in cui la munizione è un drone armato che sorvola una zona, attendendo, in cerca dell'obiettivo, per poi attaccare solo una volta che quest'ultimo è stato localizzato oppure quando questo si espone. (fonte wikipedia)
3 Commercial Off-The-Shelf.
4 “the perception of the elements in the environment within a volume of time and space, the comprehension of their meaning and the projection of their status in the near future.” o: “the ability to have accurate real-time information of friendly, enemy, neutral, and non-combatant locations; a common, relevant picture of the battlefield scaled to specific levels of interest and special needs.”
5 Dove lo shooter può essere anche un attuatore in compiti che non prevedano l’uso della forza letale.
7 Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa 2022-2024
Foto: U.S. Marine Corps / web / U.S. Navy / U.S. Army / ZALA AERO GROUP / DJI