Lamborghini militare: un LMV poco fortunato ma ricco di idee e mobilità

(di Gianluca Celentano)
02/10/18

È stato il decennio successivo al 1976 il periodo in cui nella terra dei motori, l'Emilia Romagna, la Lamborghini diede vita a una copiosa serie di progetti rivoluzionari di concept car, dei quali però solo uno arrivò in produzione unendosi alle consolidate super veloci della casa di Sant’Agata Bolognese. In quel periodo, infatti, sotto i riflettori mondiali brillava di luce propria uno dei gioielli di casa Lamborghini, la Countach, sinonimo mondiale del marchio.

Qual è il collegamento tra la Lambo e i mezzi militari? Immagino che diversi di voi si stiano ponendo questa lecita domanda dal momento che Lamborghini con il super SUV URUS e le più moderne tecnologie associate ci riprova, dopo trent’anni con il lancio di un 4x4 Sport Utility.

Infatti, sia Lamborghini che Rayton Fissore con l’elaborazione dell’Iveco 4×4 WM40-10 sono stati i primi produttori nazionali a focalizzare l’attenzione sul concetto di SUV.

Ma prima di descrivervi la storia della “Lamborghini militare” è d’obbligo sottolineare gli aspetti che dal lontano 1963 continuano a far breccia nel cuore degli appassionati del “Toro” lasciandoli sempre costantemente affascinati.

Linee forti, aggressive, futuristiche, ma anche insolite e con un richiamo aeronautico dei suoi modelli – vedi la Huracán ALA (foto) – oltre a un’attenta scelta di nomi che mettono una certa soggezione, sembrano essere gli elementi basilari insieme all’indiscussa qualità e la musica dei suoi motori, che sin dai suoi esordi confermano la potenza e l’unicità della produzione Lamborghini.

Le sue prestazioni poi, grazie allo storico V12, hanno reso la romagnola l’auto più veloce al mondo insieme alla cugina Ferrari senz’altro più sobria e snella per linee e strumentazione.

Molti sapranno che Lamborghini ha iniziato la sua produzione partendo proprio dal concetto mai tramontato di FORZA, realizzando eccezionali trattori agricoli ancor oggi molto ambiti sul mercato.

Forse, proprio in virtù di questa polivalenza tra design e potenza insito nel DNA di ogni Lamborghini, la casa emiliana ha voluto presentare alcuni modelli deputati all’utilizzo operativo e da ricognizione militare. Seppur passati in sordina rispetto alla produzione ufficiale delle supercar, i prototipi e i modelli prodotti, sembrano aver lanciato o quantomeno contribuito all’attuale concetto essenziale di Multiruolo Versatile Militare a ruote indipendenti. Avendo osservato numerosi Light Vehicle esposti a Eurosatory 2018, il richiamo storico alle 4x4 dreams o concept cars di casa Lamborghini è davvero percepibile.

AM General HMMWV (Humvee) dall’idea della Lamborghini CHEETAH HMV?

“In Italiano si pronuncia Cita, come la simpatica e agile scimmia di Tarzan”

Forse un debutto nel periodo sbagliato come super concept versatile o un opinabile richiamo all’ americana XR 311, non portarono certo fortuna al prototipo Cita, che si era proposto di offrire una Light Speciale all’Esercito americano; per certi versi ricordava i più conosciuti Dune Buggy.

Il progetto di questo Hight Mobility Vehicle rispecchiava già quarant’anni fa il concetto di Multiruolo leggero e sono in molti a considerarla la progenitrice dell’Hummer H1 destinata a far scuola sino al 2006 abbracciando l’evoluzione MRAP e LMV.

La Cheetah, prodotta negli Stati Uniti era in realtà un’auto da ricognizione che per certi aspetti potrebbe ricordare gli attuali Flyer americani che abbiamo già trattato (v.articolo). Carrozzeria in resina e un motore posteriore Chrysler da 5.9 cc per 180 cavalli uniti ad un cambio automatico General Motors a 3 marce, aveva una massa totale di sole due tonnellate e 5 posti per la squadra d’equipaggio. Con sospensioni indipendenti e trazione posteriore, non è difficile pensare all’ampio sottosterzo che si poteva generare, sicuramente controllato velocemente dalla misura dei suoi pneumatici e dall’interessante compromesso tra assetto, sospensioni e altezza. Notevole era anche la capacità di attraversamento dei guadi con una profondità di circa mezzo metro.

Lamborghini Militare LM “High Mobility Multipurpose Wheeled Vehicle”

L’evoluzione di Lamborghini per affermare la casa del Toro nel mondo militare è proseguita grazie all’ingegner Giulio Alfieri e al primo progetto “CITA” al quale si è succeduto il prototipo LM001 sempre con motore posteriore.

Questo unico esemplare della LM001 aveva caratteristiche, come i successivi del resto, per essere rinforzato con pannelli balistici e un telaio tubolare con la possibilità di montare una torretta per una MG.

Era lunga poco meno di 5 metri con un peso di due tonnellate e sempre con la possibilità di alloggiare 5 militari. Il motore era un V8 americano della AMC con aste e bilancieri e un carburatore quadricorpo Motor Craft associato ad un cambio automatico a 3 marce. La novità del prototipo risiedeva nell’utilizzo di una trazione integrale permanente che però, stando alle notizie, non eliminò il problema dello sbilanciamento sul posteriore, considerati del resto i 180 cavalli di spinta sprigionati dal 5.9 yankee.

La novità LMA

Dalla base della LM001 prende forma l’idea per certi versi indovinata, e riportante sempre la firma dall’ing. Alfieri, di cambiare la posizione del suo potente motore, spostandolo anteriormente. Questa scelta prese la sigla bivalente di Lamborghini Militare Anteriore o "Alfieri".

Potremmo considerare lo sviluppo del concetto LMA l’unico prototipo denominato successivamente LM004, che ha preso reale forma e consistenza sul mercato nel 1986 con il nome Lamborghini Militare 002.

LM 002, una "de Luxe" troppo extra

Infatti nel caso della LM002 i veicoli prodotti furono poco più di 300 ma purtroppo non ci fu nessun debutto nelle caserme americane e tantomeno in quelle italiane, ma solo una produzione esclusiva e su ordinazione.

Una Lamborghini nel battaglione?

Ricordo ancora e con piacere, il motore della Fiat AR76 che si avviava al mattino prima della sveglia avanzando a strappi per i primi minuti quando magari l’ufficiale di picchetto doveva effettuare l’ultimo giro d’ispezione.

Essere svegliati da un V12 Lamborghini sarebbe stato senz’altro più elettrizzante ma anche eccessivo, non credete?

In quegli anni tuttavia, ai piani alti della Difesa è presumibile che si stesse decidendo come e con cosa sostituire la Fiat AR 76 e non è da escludere che l’idea della Land Rover come risposta al turn over si stesse già facendo strada.

Assemblata in parte a Bilbao in Spagna e a Sant’Agata Bolognese, la LM002 montava il caratteristico motore a carburatori della Lamborghini Countach V12 da 450 cavalli di 5.1 cc aspirati come per tradizione della casa del Toro. Tuttavia come per la Countach, le versioni per il mercato USA adottavano un sistema di alimentazione Bosch K-Jetronic.

Nei prototipi della LM002, sembrerebbe che sia stato testato un’interessante - almeno nei consumi - unità con motore turbodiesel 5 cilindri da 3.6 litri e 150 CV prodotto dalla C.Vancini e U. Martelli conosciuta come la VM di Cento a Ferrara, ma anche di un 7.0 cc di Lamborghini prodotto e allestito sui motoscafi per le gare di offshore.

Curiosità e URUS

Tra i clienti storici della Lamborghini LM002 rientrano Mike Tyson, la famiglia Gheddafi, ma anche Silvester Stallone che in quel periodo stava girando il film di Rambo. Per questo motivo la LM 002 è conosciuta anche con il soprannome "Rambo Lambo".

La nuova Lamborghini URUS monta un motore V8 4.0 litri biturbo derivato da quello dell'Audi RS6, e con questo modello la casa del Toro sembra aver dato il semaforo verde alla sovralimentazione anche se per ora non autoctona; interessanti poi le sospensioni pneumatiche e l’automatico a 8 marce con convertitore che con le sue frizioni d’esclusione, enfatizza anche il freno motore. In Europa però, le SUV derivate dalle super veloci non sembrano essere comprese seppur più indicate in termini di sicurezza attiva e passiva.

Colpiscono, e non potrebbe essere diversamente, le sue prestazioni da 0 a 100 km/h in soli 3,6 secondi e una velocità max di 305 km/h che la rendono il SUV più veloce al mondo con i suoi 650 cv ovvero 850 Nm.

Se per mettersi alla guida di una Super come Lamborghini, è indispensabile aver sostenuto un corso su pista dedicato, potremmo sostenere che la guida di veicoli stradali a partire dai 500 cavalli, potrebbe essere assimilata a quella di una moto stradale dove il rapporto pesa potenza e di circa un cavallo per chilo. Può essere davvero “imbarazzante” gestire tanti cavalli che cominciano a spingere poco dopo i mille giri.

La novità poliedrica della casa di Sant’Agata è l’utilizzo di una sofisticata elettronica che permette a seconda dell’utilizzo la programmazione per una guida urbana piuttosto che off road o senza limiti. Con questa gestione intelligente applicata sulle Lambo di nuova generazione – una forse criticata dai puristi – i suoi cavalli diventano gestibili e piacevoli in ogni condizione senza alcun problema.

I numeri della LM002

Una vera belva di potenza con i suoi 220 km/h di velocità, un valore unico per un SUV anni ’80 che sullo sterrato manteneva un’ottima guidabilità sino ai 170 km/h.

A tenerla in strada oltre alle sue sospensioni indipendenti erano i pneumatici Pirelli Scorpion 325/65 VR17 prodotti esclusivamente per la Lamborghini nelle tipologie road e all terrain.

Interessante la novità sulla trasmissione con il suo cambio S5-24/3,5 a 5 marce manuale prodotto da ZF e abbinato (era il periodo dell’eccezionale Lancia Delta Integrale) ad un riduttore ripartitore in grado di trasmettere anteriormente e posteriormente e con variabilità, rispettivamente il 25% e 75% di coppia. Gli spazi a bordo sono sportivi e larghi e per certi versi ricordano quelli delle Range Rover anni ’80 ma dal parabrezza della Lamborghini sono piacevolmente in vista le sagomature del suo cofano motore.

Quasi cinque metri di lunghezza per due di larghezza, ma soprattutto una massa importante di circa tre tonnellate segnavano i limiti per i comuni mortali, con consumi nell’ordine dei 4 km/l, sempreché il suono del suo motore non ci invitasse a osare di più con l’acceleratore facendo registrare un consumo di un chilometro al litro.

Il suo serbatoio da 150 litri era posto sotto il divano posteriore biposto e all’interno oltre al radio telefono era possibile inserire il frigo bar per i tragitti nel deserto.

Prese d’aria, bull bar anteriore e posteriore insieme al fascino di una pick up 4x4 molto particolare, la LM002 non aveva compromessi, o piaceva subito o si odiava.

Oltre alla strumentazione analogica sull’ampio cruscotto, nel soffitto poteva essere ricavata una botola circolare, e lo stesso ospitava numerosi comandi elettrici per le funzioni del veicolo e del clima. I suoi interni, come avviene ancor oggi, erano rigorosamente fatti a mano e costruiti per durare nel tempo come si addice per un investimento sicuro. Oggi infatti il suo valore può aggirarsi fino a 400 mila euro.

Criticata, ma apprezzata

La stampa anglosassone non fu molto tenera con le critiche verso la LM002 inserendola in una black list di modelli Out… Una tipologia di veicolo che deve catturarti senza farti porre troppe domande sullo scopo razionale dell’acquisto. Le sue prestazioni e la sua guidabilità versatile erano i punti forti come si addice per casa Lamborghini, tuttavia non va dimenticato che la sola sostituzione della marmitta si aggira intorno ai tremila euro e ben una decina servono per un cambio di pneumatici prodotti esclusivamente da Pirelli per questo modello.

Ma è proprio negli Stati Uniti che le sue vendite hanno registrato un’interessante concentrazione con personalizzazioni fantasiose e forse anche di cattivo gusto.

L'US ARMY l’ha fatta esplodere

La notizia risale al 2016 per conto dall’interessante magazine automobilistico Quartamarcia, e l’episodio sembra aver più il sapore di un gratuito sfregio avvenuto nel 2004 presso Baqubah in Iraq.

Stando alla notizia infatti, un’esemplare della Lamborghini LM002 di proprietà Uday Hussein, figlio di Saddam, dopo essere stato cannibalizzato di qualche particolare come i loghi e il volante, è stato riempito di esplosivo dai soldati americani, i quali sembrerebbe volessero solo osservare gli effetti di un’esplosione di un IED (Improvised Explosive Device) su un autoveicolo LMV.

Senza entrare nel merito delle cause del conflitto in medio oriente, appare sicuramente poco illuminante e geniale questa trovata ai danni di un’auto storica peraltro a produzione limitata, la quale se opportunatamente conservata, poteva rappresentare un valore storico oltreché un cimelio di una guerra non priva di troppe ombre.

Lamborghini Milano

Una nuova realtà dinamica e giovane, che dal 2017 la casa del Toro, grazie al partner commerciale Bonaldi auto, ha scelto per rappresentare e far conoscere il suo marchio a Milano presso lo show room di viale Serra. Uno staff e una gestione in sinergia tra appassionati e preparatissimi referenti, si sono dimostrati al top anche con Difesa Online e non è da escludere per i nostri lettori qualche futura novità.

Il Drago italiano, Sandro Munari

Dalla Parigi Dakar al Rally di Monte Carlo, il pilota Sandro Munari è stato un indiscutibile campione mondiale del volante e pilota ufficiale della Lancia Stratos e Fulvia, e pensate un po' che proprio con la Lamborghini LM002 preparata con ben 600 cavalli partecipò in Egitto al Rally dei Faraoni.

Dedico a lui questo articolo. Nel ’97 a Monza ha patrocinato l’evento Mercedes Benz & AMG “Pilota per un giorno” dandomi molti consigli con pacatezza, simpatia e signorilità.

Grazie Sandro!

(foto: Automobili Lamborghini / autore / web)