L’Esercito celebra il 155° anniversario. Pinotti “Abbiamo davvero motivo di festeggiare”

(di Anita Fiaschetti)
03/05/16

Un grande esercito è figlio di parecchie generazioni e partecipa all’esistenza e alla funzione storica di un popolo: è un’opera collettiva, non individuale, una suprema creazione nazionale”, è con le parole dello scrittore Aldo Valori che il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico, ha voluto sottolineare il determinante contributo fornito dall’Esercito Italiano in questi 155 anni di storia, una storia che ebbe inizio il 4 maggio del 1861 quando, con decreto istitutivo del generale Manfredo Fanti, nacque la Forza Armata.

Oltre un secolo e mezzo di storia, durante il quale l’Esercito si è sempre contraddistinto arrivando oggi ad avere oltre 3.000 uomini e donne impegnati in operazioni di stabilizzazione all’estero: Afghanistan, Libano, Kosovo, Gibuti, Iraq; a detenere la leadership delle tre più importanti missioni in atto: KFOR in Kosovo (dal 2013), EUTM in Somalia (dal 2014) e UNIFIL in Libano (dal 2007 al 2010 e dal 2011 ad oggi); ad avere più di 6.200 militari in 47 provincie per l’operazione “Strade Sicure” e altre mansioni di pubblica utilità.

Impegni – ha continuato il generale Errico – che provano la grande professionalità e le indiscutibili competenze, nonché la determinazione e l’incondizionata dedizione, di tutto il personale dell’Esercito che, in linea con quello spirito di servizio, silenzioso e concreto, si conferma tanto autentica risorsa per il Paese in campo nazionale quanto imprescindibile strumento di politica estera”.

Presente alla celebrazione dell’anniversario anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti che ha affermato: “Non ci può essere democrazia senza il senso del dovere e lo spirito di sacrificio di chi è preposto a difenderla da rischi e minacce. Oggi noi tutti abbiamo davvero motivo di festeggiare perché, se gli anniversari di Forza Armata scandiscono la vita delle nostre istituzioni militari, allora soffermiamoci su quanta strada il nostro Esercito e le nostre Forze Armate hanno percorso negli ultimi anni, a quante evoluzioni, trasformazioni, impegni e accelerazioni esse hanno dovuto andare incontro. Lo hanno fatto con successo. Festeggiamo l’Esercito per l’altissimo grado di consenso che è riuscito a conseguire in maniera trasversale tra tutti i cittadini italiani, per il grande rispetto che si è guadagnato in ambito internazionale, anche da parte dei leader di quelli che sono considerati gli eserciti migliori del mondo, ma soprattutto per le dimostrazioni di riconoscenza e di considerazione ricevute dalle popolazioni locali delle aree di crisi in cui gli uomini e le donne delle nostra Forze Armate sono stati chiamati ad operare”.

L’Esercito, insieme alle Forze Armate sorelle, - ha dichiarato il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano - è uno dei pilastri della nostra nazione e continua a scrivere la storia con professionalità, entusiasmo, abnegazione, totale lealtà e fedeltà ai valori democratici della Repubblica. Difesa avanzata e sicurezza interna sono sempre più parte di un continuum in cui lo strumento militare interforze si distingue per il contributo di pregio, fornito sul territorio nazionale, negli spazi aerei e marittimi e nelle missioni all’estero”.

Il generale Graziano ha colto l’occasione per salutare i due fucilieri di Marina, “il loro esempio e il loro comportamento fiero sono il simbolo dell’eroismo e delle virtù che accompagnano l’agire quotidiano di ogni generazione di soldati, qualunque sia l’uniforme che essi indossano”.

Insigniti dal presidente della repubblica Sergio Mattarella della medaglia al valore dell’Esercito, cinque soldati, tra cui il tenente colonnello Raffaele Aruanno, il sergente Alessio Carducci, il caporale maggiore capo scelto Antonio Garzia, il capitano Fabio D’Andria e il primo maresciallo luogotenente Davide Macrelli. “Medaglie – ha sottolineato il generale Graziano – che testimoniano meglio di ogni parola lo straordinario patrimonio umano e valoriale dell’Esercito e delle Forze Armate”.