Il capo di stato maggiore dell’Esercito ai reparti AVES di Viterbo

(di Stato Maggiore Esercito)
25/02/22

Il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino, si è recato oggi presso il comando e i reparti dell’Aviazione dell’Esercito (AVES) di stanza a Viterbo.

Accolto dal comandante dell’Aviazione dell’Esercito, generale di divisione Andrea Di Stasio, e da un picchetto d’onore presso il Centro Addestrativo, il capo di SME ha salutato la Bandiera di Guerra e si è intrattenuto in una office call con i comandanti dei reparti.

Nel corso del briefing informativo, il comandante dell’AVES ha illustrato l’organizzazione, i compiti e le prospettive future della specialità di volo dell’Esercito. Al termine della riunione, il generale Serino ha incontrato i baschi azzurri. Nel suo indirizzo di saluto, la più alta carica dell’Esercito ha rivolto parole di compiacimento e gratitudine per l’impegno dell’AVES. “Fate un lavoro molto complesso che richiede attenzione e specializzazione” – ha detto il capo di SME – “Ho davanti a me dei grandi professionisti che fanno il proprio lavoro con passione, impegno e dedizione”.

Nel pomeriggio, la visita è proseguita alla sezione “S.E.R.E” (Survival, Evasion, Resistance, Escape”), centro di eccellenza per tutta la Forza Armata in materia di corsi di sopravvivenza. In tale contesto, il capo di SME ha assistito ad un atto tattico, programmato nell’attuale fase di svolgimento del corso “S.E.R.E.”, verificando le capacità degli equipaggi di volo del 3° reggimento elicotteri operazioni speciali (REOS) “Aldebaran” e del 1° reggimento “Antares”, nell’ambito delle attività peculiari di inserzione/estrazione e recupero di personale isolato con tecniche di fast rope e “grappolo”.

Dopo la mostra statica degli aeromobili, il generale Serino è stato accompagnato nella Sala Museale dell’Aviazione dell’Esercito, inaugurata lo scorso anno in occasione del 70° anniversario della Specialità in sinergia con l’Associazione Nazionale AVES (ANAE). La visita si è conclusa con la firma dell’Albo d’Onore.