Le portaerei della U.S. Navy: la USS Enterprise (CV-6)

(di Francesco Sisto)
22/05/23

La USS Enterprise (CV-6) fu una portaerei - classe Yorktown – della Marina statunitense attiva nella Seconda guerra mondiale. Da Pearl Harbor a Okinawa, l’Enterprise prese parte a quasi tutte le operazioni aeronavali nel Pacifico.

L’Enterprise fu la settima nave ad essere battezzata con questo nome e la sesta portaerei della U.S. Navy. Inoltre, è stata una delle sole 3 portaerei statunitensi messe in servizio prima del conflitto a sopravvivere all’intero periodo bellico (le altre furono la USS Saratoga e la USS Ranger). Ebbe diversi soprannomi, e fra questi figuravano The Big E e The Grey Ghost.

La USS Enterprise fu ordinata nel 1933, ideata e progettata nel 1934 nei cantieri navali di Newport News Shipbuilding in Virginia e varata nel 1936. Fu consegnata alla Marina il 12 maggio del 1938.

È bene ricordare la Enterprise era gemella della USS Yorktown (CV-5), quest’ultima era entrata in servizio otto mesi prima (settembre 1937). Possono essere considerate le prime grandi unità del genere progettate come "portaerei". Infatti, la USS Langley (CV-1) proveniva dalla trasformazione di una carboniera; la USS Lexington (CV-2) e la USS Saratoga (CV-3) iniziarono come incrociatori da battaglia; la USS Ranger (CV-4) invece era ritenuta – secondo i tecnici della marina – troppo “leggera”.

L’Enterprise fu la nave da guerra della U.S. Navy che prese parte al maggior numero di operazioni durante il conflitto. I suoi aerei cercarono di intercettare le portaerei della Marina imperiale nipponica dopo l’attacco a Pearl Harbor (7 dicembre 1941), e tre giorni dopo un bombardiere SBD-2 Dauntless dell’Enterprise riuscì a distruggere il sottomarino giapponese I-70.

Partecipò alla battaglia delle Midway (4-7 giugno 1942) insieme alle “colleghe” Yorktown e Hornet, e appoggiò gli sbarchi – iniziati nell’agosto 1942 – a Guadalcanal e Tulagi.

L’Enterprise venne danneggiata nella battaglia delle Salomone Orientali (24-25 agosto 1942) – nella quale gli Stati Uniti riportarono una vittoria – e nella battaglia di Santa Cruz (25-27 ottobre 1942). In quest’ultima battaglia i giapponesi conseguirono una vittoria tattica. Tuttavia, i nipponici non furono in grado di annientare le forze navali della U.S. Navy, come era nei loro piani, ma la portaerei Hornet – la più recente della Marina statunitense – andò perduta. Tale perdita fu assai grave per gli Stati Uniti: alla U.S. Navy era rimasta a disposizione solamente l’Enterprise, e per di più danneggiata.

La situazione era alquanto critica, dato che nessuna nuova portaerei stava per uscire dai cantieri navali e l’Enterprise – di fatto – sarebbe rimasta ancora a lungo la sola portaerei da combattimento della U.S. Navy nei teatri bellici. Questo episodio ispirò tutta una letteratura – patriottica e romanzesca – che “attribuiva ogni speranza e ogni timore americano alla sopravvivenza stessa dell’Enterprise. Nonostante qualche esagerazione giornalistica, del resto naturalissima, la cosa rimaneva malinconicamente esatta e, parlando dell’Enterprise, Eugene Burns scrisse: “Se anche ne resta una sola, sarà quella”.1

In seguito, l’Enterprise prese parte alla campagna delle isole Gilbert e Marshall e supportò gli sbarchi a Kwajalein (29 gennaio-3 febbraio 1944); il 17 febbraio 1944 attaccò Truk (isole Caroline) e il 26 marzo iniziò una serie di attacchi contro Yap, Ulithi, Woleai e Palau (isole Caroline). In aprile appoggiò gli sbarchi nell’area di Hollandia (Nuova Guinea) e il 15 giugno quello di Saipan (isole Marianne).

L’Enterprise partecipò alla battaglia del Mare delle Filippine (19-20 giugno 1944) e alla battaglia del Golfo di Leyte (23-26 ottobre 1944).

A Okinawa, nella primavera del 1945, la portaerei venne danneggiata due volte da attacchi kamikaze: il primo l’11 aprile, mentre il secondo il 14 maggio. Quest’ultimo attacco provocò 13 morti e più di 60 feriti.

Alla fine della guerra, l’aviazione e l’artiglieria dell’Enterprise avevano abbattuto più di 900 aerei nemici, affondato 71 navi e danneggiate altre 192.

La nave venne dismessa nel febbraio del 1947, e infine demolita dal 1958 al 1960.

L’Enterprise aveva un dislocamento di 19.800 tonnellate (standard), 25.500 tonnellate (a pieno carico). Da ottobre 1943: 21.000 tonnellate (standard), 32.060 tonnellate (a pieno carico). La lunghezza era di 232 m in galleggiamento (252,2 m massima); la larghezza era di 25,3 m (34,8 m massima). L’altezza era di 45 m, pescaggio 7,9 m.

La velocità era di 32,5 nodi (60,2 km/h), autonomia 12.500 miglia a 15 nodi (23.200 km a 28 km/h).

Apparato motore: turbine a ingranaggi su 4 assi, alimentate da 9 caldaie Babcock & Wilcox, potenza 120.000 CV.

L’armamento era composto da cannoni da 127 mm, cannoni da 28 mm, cannoni Oerlikon da 20 mm, cannoni Bofors da 40 mm e mitragliatrici M2 Browning da 12,7 mm.

Poteva trasportare fino 96 aerei (80/90 in media a bordo); aveva 3 elevatori, 2 catapulte idrauliche sul ponte di volo e 1 catapulta idraulica sul ponte hangar.

1 B. Millot, La guerra del Pacifico 1941-1945. Il più grande conflitto aeronavale della storia, BUR, Milano, 2019, p.383-84

Foto: U.S. Navy / web