Mai arrendersi: il messaggio del GSPD a Cuorgnè

(di Anita Fiaschetti)
09/10/17

La forza non deriva dalle capacità fisiche, ma da una volontà indomita” diceva Mahatma Gandhi. È di questa volontà, di questa forza, di questa voglia di vivere che si nutrono gli atleti del Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa (GSPD). Loro, militari prima ancora che atleti, loro che hanno rischiato di morire per tenere fede al giuramento, loro a cui la vita in un attimo ha tolto molto, sono i testimoni di un messaggio importante: mai arrendersi.

Lo dimostrano nelle manifestazioni sportive, ultima quella degli Invictus Games di Toronto, ma anche negli incontri ufficiali, come quello organizzato, lo scorso 6 ottobre a Cuorgnè, dall’assessorato alla cultura e politiche sociali del comune piemontese, in collaborazione con l’Associazione Paracadutisti del Canavese. A prendervi parte il tenente colonnello paracadutista Gianfranco Paglia, capitano del GSPD, il primo maresciallo paracadutista Simone Careddu e il colonnello paracadutista pilota Carlo Calcagni. Proprio quest’ultimo ha dichiarato: “È stato un vero onore essere presente a Cuorgnè per l’evento che gli amici dell’Associazione Paracadutisti del Canavese hanno organizzato, senza trascurare alcun dettaglio e facendomi sentire veramente in famiglia. Spero che tutti siano usciti da questa giornata arricchiti, come senza dubbio ne sono uscito io. Per me è sempre molto importante portare la mia testimonianza e continuerò a farlo fino all’ultimo respiro”.

Una giornata intensa quella vissuta a Cuorgnè: la mattina l’incontro con gli studenti delle scuole dell’Istituto “25 Aprile” e la sera con la cittadinanza. Evento dove gli atleti hanno raccontato, supportati da alcuni filmati, la loro esperienza di vita. Una testimonianza quella del GSPD capace di regalare emozioni sempre, veicolo di un messaggio forte: quello di continuare a lottare con forza e coraggio nonostante tutto e tutti, trovando la capacità di trasformare un evento avverso in una nuova opportunità, un limite in punto di forza.

Lo sport è passione – ha affermato il colonnello Calcagni – ma anche solidarietà e inclusione. È sicuramente il mezzo più efficace per abbattere le barriere e per il recupero psico-fisico della persona diversamente abile. Noi del GSPD siamo la dimostrazione concreta di quanto sia importante fare gruppo”.

Lo sport, la passione per la bici, ma soprattutto la volontà sono gli ingredienti che “addolciscono” la vita di Carlo Calcagni, riformato con un’invalidità permanente del 100% per causa e fatti di servizio avvenuti durante una missione internazionale di pace. “Ho girato pagina – ammette il colonnello – ho iniziato un nuovo capitolo della mia vita: la lotta per vivere ed essere di esempio. Considero questa la più importante delle mie battaglie, perché posso salvare non solo la mia vita, ma anche quella di tanti altri, molte di più di quelle che ho salvato nelle mie missioni. Il segreto è nella volontà, solo così riesco ad alzarmi la mattina, spesso dopo notti insonni per i tremendi dolori, con un unico scopo: essere di esempio, trovare le energie per salire sulla mia bici, la mia macchina di salvezza. Accetto tutto purché possa salire sul mio destriero e continuare a vivere. Concentro voglia, cuore, testa e gambe e comincio a pedalare. I dolori, costantemente forti, improvvisamente si attenuano e io mi sento meglio, mi sento ‘normale’. Ovvio che non è facile, anzi, ogni volta è sempre più difficile, ma io non mollo perché è proprio quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare”.