Un marinaio del Cristoforo Colombo a bordo del Vespucci

(di Marina Militare)
04/05/16

​La campagna dell'ottantacinquesimo anno del Vespucci (#Vespucci85), ha preso il largo partendo da La Spezia il 27 aprile, e facendo rotta verso Cagliari dove ha attraccato lo scorso weekend accogliendo così a bordo migliaia di visitatori e un incontro speciale, che ci ha fatto fare un tuffo nella storia di questo veliero.

Il primo maggio, infatti, sulla nave scuola della Marina Militare è 'imbarcato', come ospite inaspettato, un marinaio che fece parte dell'equipaggio della regia nave scuola Cristoforo Colombo (nella foto in b/n a dx), gemella del Vespucci. Cagliaritano classe 1928, il sig Francesco Cocco è stato accolto dal personale di bordo come tutti i visitatori e una volta messo piede per la prima volta in tanti anni sul Vespucci, ha mostrato all'equipaggio una fotografia in bianco e nero iniziando così a scavare nei suoi ricordi.

"Durante il servizio di leva ero un nocchiere imbarcato a bordo del Cristoforo Colombo, la nave gemella e più anziana di tre anni del Vespucci. Imbarcai nel gennaio del 1947 e presi parte a quelle che furono le ultime navigazioni del Colombo prima che questa fosse ceduta all'ex Unione Sovietica (U.R.S.S.) a seguito del 'Trattato di Pace di Parigi' e trasferita nel porto di Odessa in Mar Nero. La nave rimase a lungo ormeggiata nel porto di Taranto dove l'equipaggio iniziò a sbarcare i materiali che non dovevano essere ceduti all’U.R.S.S.".  

Proseguendo nel suo racconto il sig Cocco ha ricordato di quando "durante la navigazione da Gallipoli a Taranto ci ritrovammo in completa assenza di vento, così da far decidere al comandante di mettere a mare quattro palischermi (imbarcazioni a remi dove gli allievi ufficiali si addestrano al remo, utilizzati come scialuppe), legandoli con delle cime alla prua del Colombo. Così a forza di braccia trainammo la nave in una zona dove finalmente il vento ci permise di aprire le vele".

Cocco  ha anche fatto cenno alla "sana goliardia e competizione che c'era tra gli equipaggi del Colombo e del Vespucci, nata anche dal fatto che il Colombo era più anziano di tre anni e "la nostra nave era la più veloce, capace di raggiungere i 12-13 nodi di velocità. Io ero assegnato all’albero di maestra e lavoravo tra le vele dei pennoni più alti”.

Dopo aver salutato il comandante del Vespucci, capitano di vascello Curzio Pacifici, Cocco ha lasciato che il suo sguardo si perdesse verso l'alto, tra gli alberi ed i pennoni del veliero, per cercare di dare ancora voce a una giornata per lui carica di emozioni: "Oggi per me è una giornata particolare, che mi riporta indietro nel tempo di quasi settanta, quando mi arrampicavo con agilità sull’alberatura del Colombo, e dai pennoni vedevo la nave in basso scivolare tra le onde del mare”.

La nave scuola Cristoforo Colombo il 9 febbraio 1949 lasciò il porto di Taranto e raggiunse Augusta dove il 12 febbraio fu messa in disarmo, ammainando la bandiera della Marina Militare e issando quella della Marina Mercantile in attesa della consegna all’U.R.S.S..  Dopo qualche giorno il Colombo lasciò la Sicilia diretta in Mar Nero al comando del capitano di fregata Serafino Rittore. Il 2 marzo del ’49 giunse ad Odessa e poco tempo dopo gli fu dato il nome di Dunaj, Danubio.

Il Vespucci intanto, lasciata Cagliari dirige verso Bari, dove attraccherà il 7 maggio.