Il cacciamine Milazzo collabora con l’università Parthenope

08/10/14

In questi giorni il cacciamine Milazzo in collaborazione con l’istituto universitario Parthenope di Napoli, è stato impegnato in un’attività di ricerca scientifica che si inquadra nell’ambito del progetto Bandiera Ritmare.

Nave Milazzo, lo scorso 6 ottobre, è salpata dal porto di Napoli con a bordo un team di ricercatori del dipartimento di scienze e tecnologie della citata università napoletana, ed ha rilasciato, nel centro del mar Tirreno, a circa 3.350 metri di profondità, alcune sofisticate apparecchiature che, nei prossimi dodici mesi, registreranno e memorizzeranno dati scientifici sulle correnti e sulle qualità chimico-fisiche delle acque.

Giunti nel luogo che i ricercatori avevano precedentemente rilevato sulle carte nautiche, è stato filato a mare una pesante zavorra metallica alla quale era fissata una robusta catena in ferro di circa 50 metri di lunghezza, che sarà mantenuta in sospensione verticale con l’ausilio di alcuni galleggianti. Alla catena sono assicurati le varie apparecchiature tra cui un “correntometro”, strumento utilizzato per misurare la direzione e l’intensità della corrente marine profonde.

Fra circa un anno si ritornerà sul posto e, con un potente telecomando, si farà sganciare dalla zavorra la catena che, grazie ai galleggianti, sarà riportata in superficie. Una volta recuperata, si procederà al download dei dati memorizzati in oltre dodici mesi di attività sul fondale marino.

Questa attività rappresenta un fondamentale monitoraggio delle deboli variazioni della temperatura degli strati profondi del mare. Tali informazioni hanno un’importante valenza per gli studi climatici e si inseriscono in un più ampio progetto di monitoraggio di tutto il bacino coordinato dalla “Commissione Internazionale per l’Esplorazione del Mediterraneo” (CIESM) e che vede coinvolta tutta la comunità scientifica del Mediterraneo.

La marina militare, ancora una volta supporta attivamente gli studi scientifici in mare, a tutela dell’ambiente acquatico: l’ormai abituale connotazione“Dual Use” delle sue navi e l’alta professionalità dei suoi equipaggi, le rende partner preferenziale anche di enti di ricerca estranei alla forza armata, contribuendo così agli studi scientifici ed al monitoraggio dello stato di salute dei nostri mari.

Fonte: Marina Militare