Giornata mondiale dell’Ambiente: Forze Armate contro un nemico che sta divorando l’Italia?

(di Salvo Consoli)
05/06/17

Oggi si celebra in tutto il mondo la festa dell’ambiente, un tema caldo che coinvolge particolarmente anche il nostro Paese per le note tematiche di inquinamento che lo riguardano incisivamente. La Giornata mondiale dell’Ambiente (World Environment Day-WED) è la ricorrenza volta a sensibilizzare e mobilitare le autorità politiche e l’opinione pubblica sui temi ambientali per salvaguardare la vita nel nostro pianeta. Fu istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1972 in ricordo alla Conferenza di Stoccolma sull'Ambiente Umano quando si definì il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP, United Nations Environment Programme). L'UNEP è un organismo internazionale che ha l'obiettivo di promuovere la tutela ambientale e l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, mediante finanziamenti alla ricerca e con iniziative per la protezione della flora e fauna con l’intento di incentivare la produttività nel rispetto della natura.

“Connecting People to Nature” è il tema di quest’anno che coinvolge il binomio tra le persone e la natura, in relazione agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile,  dove si sottolinea la volontà di proteggere il pianeta dal degrado ambientale. Tra gli obiettivi primari restano in pole position la protezione degli ecosistemi e l’uso sostenibile delle risorse marine e terrestri perché è la nostra stessa esistenza a essere compromessa se non verranno presi seri provvedimenti che vedono le risorse non rinnovabili a esaurirsi da un lato e dall’altra la sostenibilità ambientale che rischia di danneggiare il futuro della terra.

La Giornata Mondiale dell’Ambiente ha quest’anno come Paese ospitante il Canada che celebrerà ufficialmente l’evento, con una popolazione di 36 milioni di abitanti e una immensa estensione territoriale, ricca di foreste e di risorse naturali, che sta assistendo a un fenomeno disastroso di trasformazione del verde in terre desertificate a seguito di grandi investimenti in attività estrattive di petrolio, mentre si dibatte il ricorso a forme di energia alternativa per rendere più pulito il paese, come per esempio dotare tutti gli uffici postali di automezzi elettrici e di colonnine di ricarica aperte al pubblico.

Globalmente il richiamo resta uno solo: il rapporto uomo ambiente non può essere dissociato da iniziative che mettendo avanti solo il capitale finisco con il creare danni irreparabili e onerosi all’ambiente stesso e all’uomo , dato che è il pianeta a fornire gli elementi essenziali alla vita e all’alimentazione, come la terra, l’acqua e l’aria e per cui nessuno può tirarsi indietro, essendo parte degli ecosistemi generali minacciati da inquinamento, erosione del suolo per sfruttamento intensivo dei terreni e cambiamenti climatici.

 Per L’Italia la giornata mondiale dell’Ambiente a ridosso dal G7 di Taormina ha un significato ancor più importante, in quanto ricade a una settimana dal G7 area Ambiente, con  una iniziativa che vede Bologna l’11-12 giugno 2017, divenire la capitale internazionale dell’ambiente con tavole di lavoro con il ministero dell’Ambiente, gli enti locali e il mondo associativo. L’obiettivo mettere a punto proposte condivise per attuare i punti dell’accordo dell’Agenda di Parigi sui cambiamenti climatici e all’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile.

Un nuovo modello di sviluppo sostenibile, deve mettere in relazione lavoro, vita, ambiente, salute e sicurezza in modo tale che le risorse limitate del pianeta vengano equamente ripartire con la consapevolezza che il ciclo dei rifiuti influisce sul processo ambientale ed esistenziale e per cui è urgente stabilire le regole di riutilizzo e smaltimento che non danneggi la natura irrimediabilmente . Il mediterraneo per esempio è motivo di intesa sul tema inquinamento tra i paesi che vi si affacciano per la gravità in cui versa il suo stato e per il quale occorre un intervento immediato (v.articolo

L’Italia è infatti rappresentata da oltre tremila chilometri di coste con grandi distese di spiagge intervallate da scogliere sottoposte a invasioni di turisti, al cemento , agli scarichi inquinamenti per via di una eccessiva antropizzazione. Il suo mare è collegato agli usi e abusi che tutti i paesi del bacino mediterraneo ma anche agli altri paesi che, quando inquinano le loro scorie arrivano anche da noi come le microplastiche , i metalli pesanti, gli scarichi industriali divenendo cibo della fauna marina e compromettendo una particolare biodiversità che caratterizza il mare italiano e per cui ancora il lavoro da fare, è veramente tanto .

Oltre alle forze di polizia ambientale, moltissime associazioni combattono ogni giorno per la difesa del nostro ambiente, operando non solo una nuova cultura sull’uso delle risorse naturarli ma anche con iniziative concrete che restano però in un contesto limitato, richiedendo per l’intensità del fenomeno un intervento statale di grande portata. Parliamo del suolo inquinato, delle discariche abusive, della raccolta differenziata che trova Comuni virtuosi come Treviso che investe nell’innovazione nel riciclo con imprese che riescono a ricavare materia prima dalla trasformazione della maggior parte dei rifiuti e comuni che gettano tutto in discarica. Segue a ruota l’inquinamento come ad Augusta e Priolo, Taranto, Marghera, ecc. nonostante l’esistenza della nuova legge sugli ecoreati n. 68 del 2015 che prevede il carcere per chi inquina, il lavoro da fare resta sempre elevato. Mentre a Gela in Sicilia partono una serie di interventi tutti caratterizzati da alto contenuto tecnologico e di ricerca e a elevata sostenibilità ambientale. 

Manca poi una politica adeguata per le energie rinnovabili come l’eolico, i biocarburanti , il fotovoltaico sapendo che con il solo 10% di biocarburanti potrebbero circolare tre milioni di veicoli e con l’1% di fotovoltaico potremmo aver energia per un anno. C’è da chiedersi perché lo Stato italiano con tutto l’apparato della Pubblica amministrazione non impone “l’ecologizzazione” per i propri uffici e mezzi, potendo non solo darne l’esempio e nel contempo far decollare il settore della green economy con rilancio di economia e posti di lavoro. Iniziare una serie lotta contro l’inquinamento urbano dalle polveri sottili, quello della plastica e degli additivi negli alimenti, quello della qualità degli alimenti con apposizione di etichette che forniscono una completa tracciabilità, iniziare una vera e propria campagna di informazione sul cibo spazzatura e vietare che questo possa invadere le tavole degli italiani causando conseguenze sanitarie non trascurabili che si ripercuotono sui costi sanitari nazionali. Sono tutte iniziative che attendono un serio rilancio per il benessere del paese e del pianeta .

Esiste poi la non trascurabile problematica annessa allo  smaltimento dei rifiuti radioattivi che rappresenta un tema molto delicato per il territorio, considerando che questi  rifiuti sono prodotti dalle centrali nucleari (in Italia non sono attive e sono in corso di smantellamento), dalle attività di medicina radiologica e terapeutica e dall’industria nelle sue diverse applicazioni. Ci sono poi quei rifiuti radioattivi  che sono disseminati in alcune aree o giacciono in fondo al mare. Quelli regolarmente detenuti  sono custoditi in depositi temporanei per il mantenimento in sicurezza in attesa di un deposito nazionale da costruire che permetterà la loro sistemazione definitiva in piena sicurezza ambientale . Per quelli individuati e da individuare sul suolo e per quelli in fondo al mare è necessario avviare un piano di messa in sicurezza e bonifica per arrestare la contaminazione ambientale sulla flora e fauna e sulla catena alimentare umana, considerando che sarebbero centinaia e centinaia da Nord a Sud “le terre dei fuochi” lungo lo stivale italiano e cosi pure un centinaio i cargo affondati nel Mediterraneo contenenti plutonio e altre scorie radioattive con coinvolgimenti criminali di largo spettro e con indagini ancora in corso da parte di diverse Procure e della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti tossici . Ricordiamo che l’impatto ambientale sulla salute umana è il principale fattore da porre in evidenza e che le migliaia di morti per tumore sono una testimonianza che ci impone di correre ai ripari con il richiamo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che conferma che il 90% dell’aumento delle patologie tumorali ed oncologiche è dovuto all’inquinamento causato dai rifiuti tossici sui terreni e nel mare.

L’aspetto più importante però ricade sempre nella lotta agli ecoreati e al disinquinamento delle acque e del suolo. Ricordiamo che nel 2016 l’indagine più rilevante per il numero delle ordinanze di custodia cautelare è stata l’Operazione Poseydon, condotta dalla Capitaneria di porto di Taranto e dalla Guardia di finanza e conclusasi con 14 arresti per i delitti di inquinamento e di disastro ambientale, oltre che per illegale fabbricazione e detenzione di ordigni e sostanze esplosive. L’indagine riguardava il Golfo di Taranto, preso d’assalto da una banda di pescatori di frodo, che per razziare il più possibile i fondali avevano scelto come strumenti di pesca gli esplosivi e dei residuati bellici della Seconda guerra mondiale. Questo è uno degli esempi che ci devono far capire che oggi parlare di tutela dell’ambiente e di ecoreati è un aspetto che richiede numerose risorse di contrasto e di controllo che devono essere non solo organizzate con unici centri direzionali ma avere a disposizione uomini e risorse che oltre alle competenze specifiche coniughino l’appartenenza a organizzazioni che possono contare su disponibilità di risorse e mezzi in grande scala. Oltre alla forse di polizia ambientale sarebbe il caso di valutare come nelle Forze Armate sono presenti questi elementi organizzativi che possono essere idonei per creare una linea operativa del tipo task force che utilizzi anche personale in esubero, personale in ausiliaria che insieme agli altri enti statali, di ricerca e di natura associativa può costituire un baluardo forte per evitare la distruzione della natura che inevitabilmente porterà anche la distruzione dell’uomo.

Ognuno di noi in questo giorno è chiamato a riflettere e dare il suo contributo cambiando il proprio rapporto tra  con l’ambiente di cui facciamo in un solo modo: amandolo come se stessi.