Al comando della flotta della Marina 74 "attori" internazionali parlano di Mediterraneo sicuro

(di Andrea Cucco)
17/05/16

​Il 12 e 13 maggio, la Marina Militare ha ospitato al comando in capo della Squadra Navale di Roma il secondo seminario "Shared Awareness and De-confliction" (SHADE) per il Mediterraneo.

Ad aprire il forum il capitano di vascello Gianfranco Annunziata, capo del 3° Reparto Operazioni e Strategia Marittima dello stato maggiore della Marina che ha evidenziato come il Mediterraneo sia terreno fertile per il traffico illecito degli esseri umani e quanto siano fondamentali le operazioni in mare come la Mare Sicuro e l'EUNAVFOR MED operazione Sophia.

Il seminario ha offerto un'occasione di incontro e condivisione di esperienze e procedure per 145 delegati di 74 differenti organizzazioni, tra enti governativi e forze armate di stati che si affacciano sul Mediterraneo, istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite e l'Unione Europea e organizzazioni non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare.

Questi organismi sono impegnati quotidianamente in risposta al fenomeno della migrazione del Mediterraneo, sia salvando vite, nel rispetto degli obblighi imposti dal Diritto Internazionale, sia ponendo in essere tutte le azioni necessarie a contrastare il traffico di esseri umani e prevenire l'ulteriore perdita di vite in mare.

Novità di questa edizione l'istituzione di 8 gruppi di lavoro che hanno discusso, nel dettaglio, i temi più significativi connessi con il fenomeno della migrazione nel Mediterraneo.

"Stiamo facendo un grande lavoro in campi quali la necessità di individuare soluzioni legali per definire il contrabbando di esseri umani nel diritto internazionale e soluzioni tecniche quali la creazione di una Maritime Security Capacity che consentirà di scambiare informazioni in tempo reale tra tutti gli attori in gioco, utilizzando un sistema di comunicazione denominato SMART, che avrà funzionalità simili a quelle del sistema MERCURY, impiegato con successo nella lotta alla pirateria nel Corno d'Africa" ha spiegato l'ammiraglio di divisione Enrico Credendino, comandante dell'operazione EUNAVFOR MED.

- Durante la conferenza stampa, abbiamo avuto l'opportunità di porre all'ammiraglio alcune domande.

Quali risultati si aspetta concretamente dal forum?

Ci sono 8 work groups su diverse tematiche. Ce n'è per esempio uno che si occupa degli aspetti legali. La pirateria è un crimine internazionale e gli oltre 100 Paesi che lo riconoscono come tale hanno strumenti comuni per affrontarlo. Non è così per il traffico di esseri umani che ha carattere transnazionale. Ci sono poi due gruppi di lavoro sull'intelligence ed uno - molto importante - sugli aspetti operativi per proporre alla comunità internazionale soluzioni per affrontare il fenomeno migratorio ed i crimini ad esso collegato.

E' cosciente che i militari rappresentano un momento di unità internazionale con le loro missioni? Sul terreno - ad esempio in Libia - ogni Paese supporta poi fazioni diverse...

Questa unità avviene da sempre perché - in particolare i marinai - parlano la stessa lingua quando c'è da salvare qualcuno. Il nostro obiettivo è riuscire a stabilizzare la Libia per poter concretamente riuscire ad evitare tante morti tra i migranti.