Conclusa la Red Flag Alaska 24-1

(di Aeronautica Militare)
08/05/24

Per oltre due settimane intense di attività volativa, piloti, equipaggi di volo e specialisti dell’Aeronautica Militare hanno partecipato, insieme ai corrispettivi colleghi statunitensi, alla Red Flag Alaska 2024, uno dei più importanti e complessi eventi addestrativi del 2024 per l’Aeronautica Militare.

La Red Flag Alaska 24-1 ha consentito agli equipaggi di validare le capacità dei sistemi d’arma in dotazione e consolidare le tattiche operative, in scenari tattici moderni connotati da elevata variabilità e complessità. Il tutto immerso in un ambiente geografico diversificato e nuovo, con clima rigido e proiettato lontano dai confini nazionali.

L’Aeronautica Militare vi ha preso parte con un reparto autonomo di volo (large force element) con ben quattro tipologie di velivoli diversi, alla loro prima esperienza in Alaska, in grado di esprimere un ampissimo spettro di capacità del potere aerospaziale. Due diversi tipi di caccia, gli Eurofighter con capacità swing role e gli F-35A con capacità omni role, un velivolo radar AEW – Airborne Early Warning con l’E-550 CAEW, in grado di assicurare le funzioni di sorveglianza aerea e di comando e controllo tattico degli assetti, infine un velivolo rifornitore AAR (Air to Air Refuelling) KC-767A.

Gli assetti italiani hanno pianificato ed eseguito con successo due missioni al giorno per oltre 600 ore di volo complessive e più di 260 sortite in un ambiente addestrativo unico al mondo, il Joint Pacific Range Complex, uno spazio aereo molto vasto, con poche restrizioni, costituito da estese aree dedicate ad operazioni militari, spazi aerei per uso speciale e poligoni di tiro aereo per un’area totale di oltre 67.000 miglia quadrate (equivalenti a circa 174.000 km quadrati, più di metà della superficie italiana).

I quattro diversi assetti dell’Aeronautica Militare, oltre a raggiungere importanti ritorni addestrativi nel loro tipico settore di impiego, hanno avuto la possibilità di interagire tra loro consolidando tattiche di impiego congiunte in un’ottica di interoperabilità tra assetti italiani e statunitensi della Pacific Air Forces della United States Air Force (USAF), degli United States Marine Corps e della United States Navy.

“Avere la possibilità di addestrarsi insieme ad assetti e personale proveniente da comunità operative differenti, in un contesto addestrativo sfidante e insieme agli alleati statunitensi, ci ha permesso di conoscere meglio i reciproci punti di forza e capacità e di praticare tattiche avanzate in scenari A2AD (Anti Access Area Denial)”, ha sottolineato il colonnello Vito Cracas, comandante del reparto autonomo di volo Eielson. “Uno dei pilastri di ogni moderna aeronautica militare è il principio 'train as you fight, and fight as you train'. Durante un’esercitazione di volo come la Red Flag Alaska sperimentiamo tutti una progressione nella sfida in modo che i partecipanti possano condividere idee e lezioni apprese, al fine di utilizzare al meglio le capacità di ciascuna piattaforma, enfatizzandone i punti di forza e minimizzando quelli di debolezza, raggiungendo così l’obiettivo finale, tutti i compiti della specifica missione, in modo più efficace”.

Durante le settimane di addestramento si sono svolte anche le visite dell’addetto per la difesa e la cooperazione per la difesa in USA e Canada, generale di divisione aerea Maurizio Cantiello e del capo di stato maggiore del comando squadra aerea, generale di divisione aerea Andrea Argieri.

All’evento addestrativo hanno preso parte anche dieci unità tra equipaggi di volo ed analisti EW (Electronic Warfare) del re.sto.ge. (reparto supporto tecnico operativo alla guerra elettronica) che hanno curato i sistemi di mission data integrated reprogramming per Eurofighter e F-35 oltre all’impiego e alla valorizzazione del sistema di Guerra Elettronica del CAEW. Il loro impiego è stato funzionale ad assicurare il massimo realismo e l’ottimale ritorno addestrativo per gli equipaggi dell’Aeronautica Militare, in termini di effetti di autoprotezione, soppressione delle difese aeree e Non Traditional ISR (Intelligence, Surveillance e Reconnaisance).

Nel corso della Red Flag Alaska 24-1, personale del reparto autonomo di volo ha altresì partecipato con gli istruttori del 353rd combat training squadron, specialisti dell’artic survival, evasion, resistance, and escape (SERE) e i piloti statunitensi ad una serie di esercitazioni di sopravvivenza in ambiente artico con la simulazione del lancio di un pilota in territorio ostile e conseguente attività di combat search & rescue (C-SAR) ovvero di recupero del personale (Personnel Recovery).

Le fasi di deployment e re-deployment degli assetti dall’Italia all’Alaska (Stati Uniti) e ritorno, pianificate dal comando operazioni aeree (COA), sono stata l’occasione per l’Aeronautica Militare di esercitare la capacità nazionale di proiezione rapida dall’Aerospazio (c.d. Piano Lontano), quale concreta attuazione del rapido dispiegamento di forze (Large Force Deployment) presso una base geograficamente distante, testandone le capacità logistiche e di sicurezza durante tutta la durata del rischieramento.

La Red Flag Alaska è organizzata quattro volte l’anno, presso le basi aeree di Eielson e di Elmendorf, dalla PACAF (Pacific Air Force) della United States Air Force. Originariamente chiamata Cope Thunder, fu trasferita a Eielson dalla base aerea di Clark, nelle Filippine, nel 1992 dopo che l’eruzione del Monte Pinatubo il 15 giugno 1991 costrinse alla riduzione delle operazioni. Cope Thunder è stata rinominata poi Red Flag Alaska nel 2006, per aver nel tempo acquisito la complessità dell’esercitazione omonima denominata Red Flag ed organizzata a Nellis AFB (NV), pur distinguendola da essa per l’immenso spazio aereo a disposizione.