VCC-80 Dardo: continua l’inutile accanimento terapeutico

(di Tiziano Ciocchetti)
07/01/19

La Direzione degli Armamenti Terrestri ha pubblicato un capitolato di spesa – rientrante nel Piano di Performance 2018-2020 deciso dal ministro della Difesa Pinotti in data 31 gennaio 2018 - per l’adeguamento/ricostruzione scorte di parti, attrezzature, componenti e sottoassiemi per i veicoli da combattimento per la fanteria VCC-80 DARDO.

Secondo il suddetto atto amministrativo, tale esigenza è giustificata dal continuo evolversi della situazione internazionale, che negli ultimi tempi ha visto moltiplicarsi le aree di crisi, ha reso sempre più impellente la necessità di adottare tutti i temperamenti del caso, al fine di essere pronti, tenuto anche conto dell'attuale quadro finanziario di riferimento e delle sempre più ridotte disponibilità a scorta, a fornire risposte immediate in termini di approntamento e sostegno, anche di medio-lungo termine, di componenti dello strumento terrestre di presumibile impiego in operazioni non pianificate al di fuori del territorio nazionale, che richiedono un notice to move estremamente contratto. In tale contesto e per le condizioni di necessità e di urgenza, lo SME ha rappresentato l'esigenza di ricostruire/adeguare le scorte di parti di ricambio, attrezzature, componenti e sottoassiemi per il VCC "DARDO", nonché di risolvere i correlati problemi di obsolescenza che interessano i componenti "kit pastiglie freno di stazionamento" e "dischi, pinze e pastiglie freni di servizio", al fine di garantirne l'efficienza e la relativa disponibilità operativa.

La spesa complessiva, distribuita nel triennio 2018-2020, è pari a euro 2.400.000,00, di cui la quota parte destinata alla risoluzione delle obsolescenze a carico dell’impianto frenate è di euro 50.000,00 per il 2018; euro 250.000,00 per il 2019; euro 400.000,00 per il 2020, per un totale di euro 700.000,00.

In data 20 dicembre u.s. abbiamo chiesto delucidazioni alla Difesa in merito a tali spese, al momento non abbiamo ancora ricevuto risposta.

Quindi si continuano ad investire le già scarse risorse su dei mezzi privi di reali capacità operative. Le esigenze dello Stato Maggiore dell’Esercito sono certamente legittime, se non ché il DARDO è un mezzo non proiettabile in tempi rapidi, come invece si evince nel profilo tecnico-operativo pocanzi espresso. Infatti il DARDO ha un peso in ordine di combattimento di 24 tonnellate mentre i vettori aerei con maggiori capacità di cui disponiamo, i C-130J-30 SUPER HERCULES, hanno un carico massimo inferiore alle 20 tonnellate.

Inoltre il mezzo è protetto da una corazzatura in alluminio, non in grado – neanche con l’utilizzo di blindature aggiuntive – di affrontare i moderni teatri operativi, caratterizzati da un’alta densità di sistemi controcarro, anche di ultima generazione.

Per tali ragioni appare del tutto controproducente continuare ad investire denaro per acquistare pezzi di ricambio per un mezzo che non potrà mai essere impiegato in operazioni al di fuori del territorio nazionale, a meno che non si voglia mandare i nostri soldati a combattere in bare di metallo.

(foto: Difesa)