U.S. Navy, in mare il primo drone progettato per distruggere i sottomarini diesel

(di Franco Iacch)
11/04/16

E’ stata battezzata Sea Hunter ed è la prima piattaforma automatizzata, progettata per rilevare i sottomarini in navigazione nell’oceano, a solcare il mare. Per il Pentagono non ci sono dubbi: la Sea Hunter rappresenta l’alba di una nuova era nella tattica navale e nel campo dell’automatizzazione.

Il programma ACTUV (Anti-submarine Warfare Continuous Trail Unmanned Vessel) rispecchia il concetto del “dislocamento indipendente globale”. La Sea Hunter può navigare a 27 nodi restando in mare per 70/90 giorni (dipende solo dal carburante). La presenza dell’operatore umano è prevista soltanto come “remote supervisory control”. Questo si traduce in un azzeramento delle perdite e nella capacità prolungare le missioni in mare (queste ultime sono limitate sia dallo stress del personale imbarcato alle provviste oltre al naturale logoramento dei sistemi).

La Sea Hunter svolgerà una serie di missioni: dalla ricognizione alla sorveglianza dei sottomarini nemici. Il trimarano utilizzerà i sensori di bordo per monitorare il “traffico” nelle profondità dei mari grazie al suo radar a lungo e corto raggio. Le dimensioni relativamente ridotte a 140 tonnellate e 40 metri di lunghezza, conferiscono alla nave maneggevolezza e robustezza. Il costo di manutenzione varia dai 15 ai 20 mila dollari al giorno. Un incrociatore ne richiede 700 mila al giorno.

Il Pentagono conta di avere in mare, entro i prossimi cinque anni, una flotta automatizzata in grado di compiere svariati compiti. Il software principale del drone è stato sviluppato sulle strategie degli utenti umani che hanno giocato alla simulazione “Dangerous Water” sviluppato dalla Sonalysts Combat Simulations e rilasciato nel 2005. Le tattiche utilizzate dai giocatori sono state esaminate dall'azienda per migliorare e sviluppare il software principale. Prima ancora di scrivere il software, la DARPA ha chiesto l’approccio ed il metodo dei videogiocatori che si sono cimentati nella simulazione di combattimento.

Il programma ACTUV nasce con l’obiettivo di monitorare i silenziosi sottomarini d’attacco a propulsione diesel che continuano a proliferare nel globo grazie al loro basso costo di accesso. L'Iran dovrebbe averne in servizio 17, i cinesi 53. Secondo la Marina, il costo finale di ogni ACTUV sarà di venti milioni di dollari. I test in mare, iniziati da poche ore, si concluderanno nel settembre del 2017. Nel 2020 è previsto il primo dislocamento indipendente globale.

(immagini: DARPA)