Nave Duilio abbatte un drone Houthi. una breve considerazione a margine...

(di Filippo Del Monte)
04/03/24

Non sono noti i dettagli, ma risulta ormai chiaro che per colpire il drone la nave italiana abbia utilizzato cannone OTO Melara 76/62 Super Rapido in dotazione. Fin qui la notizia. Ma questa notizia genera alcune considerazioni sulla funzione dell’artiglieria navale in questo frangente che non possono essere tralasciate.

Le principali critiche alle operazioni militari navali di Stati Uniti e Gran Bretagna (Prosperity Guardian) e dell’Unione Europea (Aspides) nel Mar Rosso sono state legate alla "dimensione economica" delle stesse. Nonostante gli scarsi dettagli a disposizione - come è normale che sia ad operazioni in corso - sugli scontri tra navi occidentali e missili/droni lanciati dagli Houthi, finora è sembrato evidente l'utilizzo maggioritario di missili antiaerei per contrastare le minacce provenienti dall’entroterra dello Yemen.

La difesa della libertà di navigazione nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi è considerata economicamente poco sostenibile a causa degli elevati costi che la distruzione di droni commerciali da poche migliaia di dollari con missili che costano centinaia di migliaia di dollari impone.

La distruzione del drone yemenita da parte di Nave Caio Duilio ha aperto una nuova fase. Questo perché, anziché utilizzare i missili superficie-aria ASTER in dotazione, i marinai italiani hanno utilizzato l’artiglieria tradizionale, con costi minori ed una efficacia maggiore. Da alcune informazioni trapelate sulla stampa, sembra che per colpire il drone nemico siano stati impiegati sei proiettili, dunque, per un cannone che ne spara 120 al minuto, sono serviti tre secondi in totale per ottenere il risultato.

Anche la fregata tedesca Hessen (Classe Sachsen) ha abbattuto due droni Houthi qualche giorno fa, utilizzando per uno il cannone OTO Melara 76/62 e per l’altro con il sistema missilistico a corto raggio RIM-116 Rolling Airframe Missile (RAM). L’azione tedesca ha generato non poche critiche in patria in quanto sono emerse problematiche relative sia ai metodi d’ingaggio della Hessen, sia alla cronica carenza di munizioni, in particolare missilistiche, che affligge la Deutsche Marine e che non è ripianabile per tutti i sistemi d’arma che equipaggiano le navi.

L'artiglieria navale resta ancora efficace e non è affatto sorpassata, come, al contrario, una parte della teoria sostiene. Anzi, in determinate situazioni il cannone è superiore al missile. Ad onor del vero, i pezzi Leonardo da 76/62, nelle varie configurazioni, hanno dato ottima prova sia nel Mar Rosso che nei bombardamenti controcosta della Marina di Israele contro le postazioni di Hamas a Gaza nei primi giorni di guerra.

Si tratta di una questione da considerare per Paesi che non dispongono di risorse "illimitate" ma che ambiscono comunque a ricoprire nei mari un ruolo di primo piano per il mantenimento della sicurezza collettiva.

Ovviamente, la brillante azione della Marina Militare italiana non cancella i problemi connessi alla "politica" di Aspides, imbrigliata dal difensivismo normativo di Bruxelles e, quindi, non in grado per sua natura di far cessare la minaccia degli Houthi al traffico commerciale quando, specialmente per l'Italia, sarebbe essenziale portare alla riattivazione rapida della rotta di Suez.

Foto: U.S. Navy