Preparazione fisica e mentale per la guida sotto attacco

(di Gianluca Celentano)
05/07/23

Nel corso degli anni abbiamo ampiamente descritto i veicoli tattici e logistici delle nostre forze armate, in particolare dell’Esercito. Ci siamo soffermati sulla professionalità e preparazione che l’Esercito pone come obiettivo per i suoi operatori, grazie alle numerose sessioni con prove tecniche off road anche notturne e simulazioni di terreni ostili.

Un altro aspetto tecnico e materia di studio, almeno negli USA, è la guida sotto attacco. Un attacco che può essere il più delle volte a fuoco o comunque generato da altri veicoli.

Se su questo argomento dove si può parlare di linee guida, il paese che investe maggiormente nella guida tattica - difensiva e offensiva - sono gli Stati Uniti i quali, organizzano anche per lo U.S. Army corsi dedicati con chiare procedure. È da premettere che l’Italia non è assolutamente seconda a nessun paese al mondo in termini di corsi di guida sicura, difensiva e quant’altro, seppur la vocazione abbia legami più stretti con la sicurezza e competizione.

Qualche esempio del concetto di sicurezza sotto attacco? Un ipotetico imprenditore che vuole conoscere qualche tecnica di guida evasiva in caso di rapina, la formazione di un nucleo di conduttori deputati al servizio di scorta (concetto “più avanzato” della tutela), piuttosto che l’addestramento di militari in perlustrazione in aree a rischio.

La preparazione mentale è il primo obiettivo

Essere costretti a effettuare evoluzioni con l’auto non è una consuetudine per nessuno visto il chiaro margine di rischio da preventivare, un rischio che deve giustificarne l’azione. Andare in testa coda senza un appropriato addestramento è disorientante come una frenata al limite senza preavviso.

Mantenere la calma durante le esercitazioni non è scontato. È necessario provare in continuazione perché non esiste la perfezione, forse solo il “gesto automatico”. Considerando le tante competenze che i militari devono assimilare, i corsi non sfornano professionisti della guida “sportiva” piuttosto, del personale consapevole dei rischi e capace di controllare l’automezzo in condizioni critiche.

L’area addestrativa di formazione alla guida include due concetti “tattici”: la guida difensiva e offensiva. I ripetuti esercizi devono ampliare le abilità dei militari rimanendo nei loro processi mentali e nella loro memoria muscolare creando appositamente situazioni di forte stress.

Vengono studiate le varie minacce e le tipologie di imboscate, comprendendo la dinamica e la fisica legata a un veicolo. Si comprendono addirittura i comportamenti dinamici delle piattaforme blindate, ben diverse da quelle non protette.

Il concetto di guida difensiva lo si può riassumere nell’addestramento al saper prevedere un pericolo, anche un pedone, un ciclista o un agguato. La guida offensiva comprende un insieme di manovre e tipologia di marcia finalizzate a prevaricare sul nemico “forzando” le comuni regole.

Oltre alle tecniche di elusione dal pericolo improvviso si studiano gli speronamenti controllati.

L’inversione a J

Quando praticavo e illustravo questo esercizio lo chiamavo inversione operativa dinamica rettilinea, più semplice è chiamarla inversione a J come avviene a EVOC, l’accademia di Emergency Vehicle Operator Course negli USA. Uno stress per i semiassi (ne ho strappato uno dalla sua sede), trasmissione e cambio delle autovetture, ma anche una manovra che non può eseguirsi con i mezzi pesanti.

La Scuola di Polizia Militare dell'Esercito degli Stati Uniti a Fort Leonard Wood si affida a EVOC per il training operativo di guida.

In cosa consiste l’inversione a J? Un veicolo avanza trovandosi improvvisamente la strada sbarrata e magari degli assalitori davanti all’autoveicolo pronti a fare fuoco. Quindi il conducente deve inserire la retromarcia percorrendo un tratto rettilineo per poi far derapare l’avantreno ritrovandosi rivolto nel senso opposto ed essere pronto alla fuga. Lascio immaginare la concitazione del momento (nella realtà), anche se, nelle simulazioni, la manovra ha indubbi aspetti scenografici.

Questa è solo una delle manovre per eludere un attacco e sinteticamente riporto qualche particolare. Un veicolo è fatto per marciare soprattutto in una direzione per cui l’effetto frenante, in retromarcia, è meno efficace. Inoltre nelle retromarce ad alta velocità è consigliabile girare la testa verso il lunotto; diversamente si perde il controllo e l’equilibrio. Non è da escludere che la manovra preveda di schivare ostacoli a marcia indietro e il volante va impugnato generalmente alle ore 12. Sfruttando il beccheggio posteriore, si toglie il gas e si sterza velocemente obbligando la massa del veicolo a riallineare l’auto nel senso opposto facendo perno sull’asse posteriore. Una manovra dove bisogna essere fulminei nell’inserire la prima marcia e affondare sull’acceleratore per stabilizzare l’auto.

Alcune domande tecniche più frequenti sulla manovra sono: perché non si può fare con i mezzi pesanti? R. L’altezza e la minore manovrabilità potrebbero generare un ribaltamento.

Come è fattibile con un cambio automatico moderno che non riconosce la posizione di marcia in movimento? I veicoli adottati per questi scopi hanno generalmente modifiche particolari nel software per rendere ancor più rapida la manovra. Aggiungo che il cambio manuale è più adatto come robustezza a essere sollecitato. Ottime per l’apprendimento operativo erano le Alfa Romeo 33 1.7, 155 e la Lancia Thema 2.0 turbo.

Sistemi di controllo staccati

Capire su che fondo stradale si esegue la manovra è essenziale; meno aderenza esiste (neve o fango) più i movimenti dinamici “atipici” saranno facilitati. Nella guida difensiva è necessario sapere sempre su che fondo ci troviamo adeguando ogni nostra reazione. Nei casi di fondo stradale a bassa aderenza anche un veicolo tattico pesante potrebbe azzardare una manovra elusiva. È da considerare la moderna presenza delle trazioni integrali full time (non escludibili) studiate per garantire l’aderenza costante su tutte le ruote, una condizione che premia maggiormente le trazioni singole nella manovra a J.

Disattivare il controllo di trazione e stabilità, sono alcuni degli accorgimenti che aumentano la padronanza del mezzo ma, i tempi del maresciallo Armando Spatafora sono terminati e tutto, anche le performance, sono aggiornate all’attuale tecnologia automobilistica che offre un maggiore sicurezza.

EVOC

Keith Watts è un caporale istruttore professionista della Emergency Vehicle Operator Course e sotto i suoi insegnamenti sono passati molti militari e operatori della polizia.

“La valutazione costante di ciò che ci circonda è fondamentale” afferma Watts su army.mil training_enhances_readiness. Ci sono circostanze dove devi “sfondare” (guida offensiva), altre dove è meglio “retrocedere” (guida difensiva).

Occorre trovare la giusta velocità che generalmente è intorno ai 50 km/h per speronare senza rischi la ruota posteriore di un veicolo che si vuole fermare.

Sono 18 gli esercizi che comprendono tecniche di sterzata, frenata e retromarcia aggiunge il sergente di prima classe James Winn, capo del comando delle operazioni dei veicoli di emergenza e della dinamica dei veicoli.

Così conclude: insegniamo ai soldati a frenare prima di entrare in curva facendo conoscere i punti di rilascio del gas. C’è poi l’analisi degli aspetti legali e politici delle nazioni dove EVOC impartisce i corsi, ma le procedure tecniche non cambiano.

Il caporale Megan Wells del 701° battaglione di Polizia Militare riporta nella notizia: l'addestramento è molto diverso dalla guida civile. È violento, non perché non ci sia il controllo del veicolo, ma perché bisogna mantenere il controllo mentre si manovra attraverso gli ostacoli.

In effetti nel training è prevista la marcia ad alta velocità in mezzo a file di birilli appena più larghi della carreggiata dell’auto. Chiaramente non vanno neppure sfiorati.

Dove vengono reperiti i mezzi?

Il rapporto con gli sfasciacarrozze dev’essere idilliaco perché di auto se ne distruggono molte. Si opta per vetture ancora marcianti per gli esercizi a contatto, mentre quelle non marcianti sono utilizzate come “manichino” o bersaglio. Poi ci sono le auto di servizio non più di capitolato, le quali possono anche essere – che peccato! – incidentate, oppure quelle attuali di servizio alle quali però si evita il brusco “contatto”, utilizzandole per studiare le caratteristiche stradali e le manovre su fondi a bassa aderenza. Questo avviene negli USA, ma senz’altro anche da noi.

Quando metterlo in pratica

A un addetto ai lavori può capitare in qualsiasi momento e senza preavviso. Solo l’addestramento mentale e la memoria muscolare (termine ad hoc tradotto dall’articolo americano), fanno la differenza. Il parallelo lo si può vagamente estendere al tiro dinamico operativo, tra sagoma “buona” e “cattiva”. In una città trafficata mettere in atto manovre coreografiche con una volante potrebbe avere epiloghi pericolosi per gli altri utenti della strada. Quindi, meglio una valutazione sulla pericolosità del soggetto e del tipo di intervento da attuare. In ambito militare si è più esposti, ma l’attenzione verso i civili presenti è sempre una priorità degli operatori.

Collisioni

L’istruttore Keith Watts parla anche di collisioni a velocità contenute sulla ruota posteriore per fermare un auto in fuga. La manovra permette, senza l’uso di armi, di mettere fuori uso una ruota dell’auto in fuga facendola ruotare (per la spinta) perpendicolarmente rispetto all’auto inseguitrice. Sulla fuga invece, l’effetto sorpresa degli assalitori e la comprensibile agitazione seppur controllata degli aggrediti, può obbligare il dover urtare altri veicoli o utilizzare il proprio come ariete per aprirsi una via di fuga sicura. Dipende dalla stato di necessità e dalla mancanza di altre soluzioni… più discrete. L’addestramento è mirato anche a saper trovare immediate risposte nelle condizioni limite.

Nell’esercizio a J che anni fa facevo eseguire in un area dedicata, fissavo due birilli fuori dalla traiettoria di retromarcia dell’auto. L’allievo doveva prima incanalarsi dentro questo spazio e poi eseguire l’inversione forzata.

Fonti:

EVOC training enhances readiness | Article | The United States Army

3 High-Threat Driving Techniques Used by Military Personnel (businessinsider.com)

Fotogrammi: web / Evan Mason / PTC Driving Academy