FCA, novità interessanti per i militari? Forse in arrivo Jeep e Giulia e la GdF sceglie la qualità di Irizar Bus

(di Gianluca Celentano)
29/05/18

Correva l’anno 1992 quando Alfa Romeo con la velocissima 155 sembrava dire addio alla trazione posteriore, con una certa soddisfazione da parte di BMW… I puristi ricordano l’Alfa 75 come l’ultimo baluardo della casa milanese, ma tra le novità che vi proporremo, oltre alla trazione posteriore potrebbe prospettarsi un ritorno dominante di FCA tra le Forze Armate.

Il ricordo del Twin Spark

Messo il veloce e aspirato Twin Spark in pensione, le strategie di FCA per fronteggiare l’agguerrita concorrenza ottimizzando ancor più le prestazioni sono consistite nell’inserimento della sovralimentazione turbo su tutte le motorizzazioni benzina e diesel che oggi partono da potenze di 120 cavalli attestandosi al vertice dei 510 cv con il potente propulsore Alfa Ferrari derivato dalla 488 GTB.

Il severo giudizio dei milioni di alfisti nel mondo dopo l’acquisizione Fiat nel '90, seppur legato a ricordi indelebili come il boato del 4 cilindri boxer aspirato 1.7 Quadrifoglio, potrebbe trasformarsi in puro entusiasmo per la casa di Arese ora che sembra decisa a puntare ancor più sulla sportività del marchio e a mantenere sempre disponibile l’opzione del cambio manuale.

“Una cooperazione vincente tra Alfa e Maserati”

Un’unione necessaria che ha dato ottimi risultati, commentava alla stampa il numero uno Marchionne, soprattutto per contrastare la concorrenza tedesca di Porsche e BMW nel mondo. Tuttavia per noi comuni mortali questa iniziativa di FCA si tradurrebbe in un collocamento ancora più al top per Alfa, non a caso tornata in pista come SAUBER. Fiat quindi oltre alle utilitarie, potrebbe occupare prestazionalmente – vedi il massiccio ritorno di Abarth – lo spazio delle medie tranquille del Biscione, marchio che dal 2019 ha annunciato la presentazione della nuova Giulietta a trazione posteriore, simile a una Giulia ma a due volumi, e con potenze che partirebbero da 150 cv.

…e in quanto all’ibrido?

Il progetto Alfa si chiamerebbe Mild Hybrid che tradotto significherebbe “lievemente ibrido” e questo lo riportiamo per rincuorare i puri Alfisti a cui non sarà tolto il dialogante tradizionale motore.

Si tratterebbe di un SUV medio ma è ancora coperto dal segreto aziendale; di esso sappiamo che adotterà un 2 litri turbo benzina abbinato a un impianto a 48 volt con una turbina ad attivazione elettrica e potenze dell’ordine di 350/400 cavalli. Niente male davvero!

Considerazioni…

La coppia motrice offerta dai motori elettrici è invidiabile pur permanendo scetticismo e interrogativi su queste auto silenziose che non si sentono quando arrivano, ma è bene anche sottolineare che l’elettronica può migliorare senza eliminare.

Basta pensare ai moderni servosterzi elettrici che alleggeriscono il carico del motore, ma a questo proposito si potrebbe definire già come ibrida una vettura dotata di un sistema turbo che, ai bassi regimi, è attivato elettricamente invece che dalla pressione dei gas, oppure una sorta di POWER BOOST in soccorso allo sprint più bruciante.

Gli interessi che gravitano intorno al petrolio – guerre comprese – non sono certo pochi e sebbene la vivibilità dell’ambiente sia peculiare per tutti noi una elettrificazione massiccia è forse più indicata per i mezzi pubblici, bus e taxi. A patto di utilizzarli però…

Le domande un po' tabù sui sistemi totali o ibridi al 50%, spesso messe in ombra per interessi di parte, riguardano la durata, i costi e la percorrenza chilometrica delle batterie agli ioni di litio, ma anche gli oneri di sostituzione o di rigenerazione; sempreché il nostro automobilista non possa permettersi un’auto nuova ogni lustro…

Quali interessi sono in gioco? Porsi questa domanda è inevitabile se consideriamo tutte le classi anti inquinamento che si sono succedute dopo l’eliminazione del piombo dalla benzina. Potrà sorprendere sapere che buona parte del parco auto usato italiano è venduto nei mercati dell’Est Europa, ma l’aria che si respira “dovrebbe” essere la stessa...

Una Jeep FCA per l’Esercito

Sembrerebbe farsi sempre più insistente, ma le bocche sono cucite, l’ipotesi dell’arrivo di un 4x4 FCA in livrea operativa, ma ancora non sappiamo se si tratterà di Wrangler o Renegade – più adatte anche per i servizi di Strade Sicure - e neppure se si potrà parlare di leasing come avviene per i carabinieri. Quello che è certo è che Land Rover è uscita di produzione e che si parla, seppur diplomaticamente, di un ritorno al validissimo Made in Italy?

In questo contesto, FCA vorrebbe delocalizzare la produzione di utilitarie in Polonia convertendo gli stabilimenti italiani al fiore all’occhiello delle produzioni più blasonate come Alfa Romeo, Maserati e Jeep.

Novità per l’Arma dei Carabinieri?

La commessa per le Forze Armate strappata da Seat a FCA non è stata proprio indolore, ma non è da escludere il ritorno della Giulia o della Nuova Giulietta tra le gazzelle dell’Arma dei Carabinieri.

Si tratterebbe della versione 2.2 jtd da 180 cavalli che, blindatura parziale a parte, manterrebbe tutte le caratteristiche sportive e di maneggevolezza delle versioni di serie.

Attualmente Giulia è presente nella Benemerita con soli due esemplari del puro sangue con 510 cavalli, allestite come le gazzelle, ma utilizzate per manifestazioni e per il nobilissimo servizio notturno adibito al trasporto organi, molto più costoso e complesso se effettuato con l’elicottero.

Ho conosciuto un conduttore del bolide, un appuntato scelto, appassionato più che mai, che confermava il passaggio obbligatorio formativo e selettivo dall’amico Gordon de Adamich sul circuito di Varano de’ Melegari, sede del CIGS, Centro Internazionale di Guida Sicura, una delle scuole di pilotaggio più rinomate.

Durante amichevoli dimostrazioni, la 2.9 biturbo V6 di Arese avrebbe fatto mangiare la polvere alla Lamborghini HURACAN della Polizia, della quale se vorrete parleremo più avanti, magari con un servizio sul museo storico.

Ho provato la candidata “all’Arma”

Sul piazzale del Motor Village Italia di Milano in via Grosio, dove sono ricevuto da uno staff preparato e cortese, è parcheggiata una 4C gialla verso la quale mi viene spontaneo dirigermi, se non fosse che la vettura in prova per Difesa Online è la 2.2 da 180 cv.

Ho provato a strapazzarla un po' sul circuito Alfa Romeo di Arese per cercare il suo limite impostandola rigorosamente in dynamic e osservando la sua strumentazione caratteristica "a binocolo", che vira verso una colorazione rosso sportivo.

Già dopo il primo giro, nonostante la semplicità di guida, la Giulia trasmette subito familiarità ma anche tanta potenza, sempre controllabile. Quello però che mi ha letteralmente catturato è stata la tenuta di strada fuori dal comune. Non c’è verso di fare dei traversi controllati e se proprio esageri comincia fedelmente a scodinzolare con il posteriore, un comportamento che mi ricorda le 156 e 159. Il suo assetto dialoga contemporaneamente con sterzo, freni e trazione anche in base alle forze laterali e quando schiacci la signora di Arese scappa via subito senza vuoti, mentre se scali ti attacca letteralmente ai suoi sedili profilati per i 180 cavalli.

Una nuova generazione di Alfa probabilmente più associabili come comportamento alle supercar – anche se diesel- piuttosto che alle berline.

Davvero tanta tecnologia nel suo motore d’alluminio, anche per i consumi che si attestano mediamente ai 15 km/l, ma degne di nota sono la trasmissione in fibra di carbonio e la turbina a geometria variabile e sensore di giri che scorre, una novità questa, su dei cuscinetti. Un sofisticato Multi link posteriore e un McPherson anteriore suddividono a terra esattamente il 50% dei suoi 1370 kg rendendola unica come stabilità e controllo rispetto alle concorrenti del segmento, tedesche e non solo.

Tanta tecnologia deriva dalla Formula 1, come l'innovativo sistema frenante auto-adattivo alla pressione Brake by wire – senza pompa - che conferisce prontezza e spazi d’arresto fuori dal comune. I nuovi Multijet turbodiesel che spingono già a 1300 giri, sono a bialbero con due assi controrotanti che annullano rumori e vibrazioni rendendo questa vettura velocissima come un benzina con i suoi 240 km/h ma facendone anche una scattante e disinvolta auto cittadina, sicuramente un po' speciale.

Rientrando dalla prova trovo i carabinieri

E subito mi domando cosa avessi combinato... ma in realtà i nostri amici erano al Motor Village Italia per ritirare la 2.9 V6 biturbo dopo il tagliando e la sostituzione delle gomme. “Le invernali le sopporta poco”.

Lo staff mi mette a disposizione anche la Giulia Veloce Q4 con 210 cv e cambio TCT sequenziale, tremendamente veloce e intuitivo ma di questa avventura elettrizzante se vorrete ne riparleremo. Per ora vi posso solo dire che è semplicemente fantastica.

Super autobus con le stellette Irizar Italia

Sono ben 34 gli eleganti pullman Irizar forniti a Esercito e Guardia di finanza che vanno ad affiancarsi agli Iveco e Sitcar, ma per l’Esercito la livrea è il grigio metallizzato di rappresentanza.

Ho voluto incontrare due leader di Irizar Italia, la multinazionale di bus spagnola famosa per la bellezza delle sue linee aerodinamiche e per comfort e potenza dei suoi autobus. Antonio Bornacci e Adriano Eandi, mi hanno svelato il segreto del successo della serie “Integrale” (non come trazione). Infatti Integrale i4, i6 e i8 adottano una scocca portante in lega, come per le autovetture, e non un pesante telaio portante. Questo aspetto, che mantiene rigidità e sensibilità di guida, riduce consumi e inquinamento aumentando le prestazioni soprattutto quando associati ai motori Scania e Daf.

Di Irizar ne ho guidati parecchi per lunghe tratte e devo confermare oltre alla maneggevolezza, l’attenzione del brand spagnolo per il comfort dell’autista, un aspetto non secondario.

Ringrazio il nucleoradio mobile dei carabinieri e in particolar modo il Motor Village Italia di Milano per l'eccellente professionalità, ma anche la cortese direttrice del Museo storico Alfa Romeo di Arese.

Un ringraziamento speciale e un augurio per il suo futuro al giovane fotografo (18 anni) Luca Aspesi che ho voluto coinvolgere nel servizio svolto con impegno.

(foto: Luca Aspesi / Sauber F1 Team / Difesa / web)