La missione IRINI favorisce solo i turchi?

(di Tiziano Ciocchetti)
14/11/22

La notizia trapelata circa l’ispezione da parte del personale facente parte della missione Irini (finalizzata al rispetto della Risoluzione ONU 2292 che vieta alle forze in campo in Libia di approvvigionarsi di armamenti), avvenuta lo scorso 11 ottobre, del mercantile MV Meerdijk diretto in Libia, il quale trasportava 27 veicoli MRAP BATT UMG, riaccende i riflettori sulla questione dell’ingerenza turca nel paese nordafricano.

Nel comunicato ufficiale di Irini si afferma, senza ulteriori dettagli, che la MV Meerdijk è stata poi dirottata in un porto europeo, al fine di effettuare un esame più approfondito del suo carico. Secondo RTL Nieuws, i suoi armatori - le società olandesi Vertom de Rhoon e Shiping Company Groningen - non sono stati multati o sanzionati. Probabile che, vista la provenienza emiratina dei mezzi, il destinatario era l’ANL del generale Haftar.

In passato, la missione Irini non ha in alcun modo impedito alla Turchia di inviare armi (e combattenti) a Tripoli. Ankara, inoltre, rifiuta il controllo delle navi mercantili battenti bandiera turca da parte dell'operazione navale europea Irini, una delle cui missioni è proprio quella di garantire il rispetto dell'embargo, nell'ambito di un mandato conferito dalla Risoluzione 2292 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.  Le navi scortate da unità militari della Marina turca non vengono sottoposte ad ispezioni e possono tranquillamente scaricare anche “merci sensibili” nel porto di Misurata.

Ricordiamo che l’allora governo di al-Sarraj (l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale) aveva potuto resistere agli attacchi delle milizie di Haftar nel 2019 (che comunque beneficiava dell’appoggio di EAU, Russia ed Egitto) grazie a consistenti aiuti militari turchi.

A fine ottobre, pochi giorni dopo aver siglato un accordo sulla prospezione di idrocarburi nelle acque libiche, Ankara ha firmato due accordi militari con il governo di Tripoli guidato da Abdel Hamid Dbeibah, la cui autorità è contestata da quello guidato da Fathi Bachagha, eletto dal parlamento libico e sostenuto dell’ANL del generale Haftar.

Il primo accordo mirerebbe a migliorare le capacità di Aviazione militare della Libia grazie alla consulenza degli esperti turchi. Consiglieri e tecnici turchi dovrebbero quindi essere inviati a Tripoli per riparare gli aerei appartenenti al governo di Dbeibah. È prevista anche la formazione e si parla della consegna di dispositivi moderni.

Attualmente la componente italiana della Missione Irini si avvale della fregata Grecale, varata nel 1981.