Il ritorno in battaglia degli aerei ad elica

(di Tiziano Ciocchetti)
26/03/20

Le esperienze nei teatri operativi, soprattutto quello afghano, hanno visto l’impiego, da parte delle forze aeree occidentali, di diverse tipologie di velivoli per fornire sostegno alle truppe a terra (CAS), e alle operazioni di recupero di personale in territorio ostile (CSAR).

È altresì evidente che in questi teatri operativi, la Coalizione occidentale, ha impiegato velivoli con caratteristiche tecnologiche e operative (nonché costi) assolutamente eccessivi.

Vettori d’attacco come F-15E, F-16, Tornado IDS, Rafale e, addirittura, bombardieri strategici B-1B Lancer, sono stati impiegati per colpire un nemico del tutto privo di mezzi aerei e sistemi missilistici superficie-aria significativi. Infatti, i bersagli più comuni erano veicoli pick-up armati con binati da 14,5x114 mm o da 23 mm, a puntamento manuale.

Mentre nelle operazioni CSAR, per fornire supporto agli elicotteri, l’USAF ha impiegato frequentemente gli A-10, sfruttando la loro capacità di incassare colpi e il volume di fuoco che può erogare il cannone GAU-8/A a sette canne rotanti da 30 mm.

A fronte di questa situazione l’USAF, nel 2009, ha formulato una richiesta per acquisire un velivolo ad ala fissa con motore ad elica, che sia economico e che possa assolvere compiti di attacco al suolo e ricognizione.

Il programma venne denominato LAAR (Light Attack Armed Reconnaissance).

Nel 2019 lo USSOCOM (United States Special Operations Command) ha espresso la necessità di un aereo leggero per supportare le forze speciali.

All’inizio di quest’anno l’USAF ha deciso di ritirarsi (decisione presa forse a causa delle forti resistenze interne, che preferiscono convogliare tutti i fondi in programmi ad alta tecnologia); i fondi già investiti verranno utilizzati dallo USSOCOM nel proseguo del programma.

I velivoli selezionati sono due: il Beechcraft AT-6B Wolverine (foto) e l’Embraer A-29 Super Tucano (foto apertura).

Il velivolo dell’Embraer è l’unico, tra i due, che possiede la certificazione delle Forze Armate americane per l’attacco leggero. L’abitacolo presenta una corazzatura in kevlar e il tettuccio ha uno spessore di 21 mm. Mentre la velocità di crociera è di 530 km/h, con una autonomia di 1.500 km.

Il Super Tucano è in grado di trasportare diverse tipologie di armamenti, come le bombe a caduta libera Mk-82, razzi da 70 mm, cannoni da 20 mm in pod centrale (nelle ali sono installate due mitragliatrici da 12,7x99), ma anche missili aria-aria a corto raggio AIM-9X Sidewinder.

Le lezioni apprese, nei teatri operativi degli ultimi, hanno probabilmente dimostrato che avere le tecnologie più avanzate non sinonimo di vittoria.

Possiamo inoltre asserire che, quanto elaborato dall’esperienza, quasi ventennale, degli americani, l’Aeronautica Militare l’aveva messo in pratica fin da subito, schierando in Afghanistan gli AMX Ghibli. In questo teatro particolare, l’aereo italiano, si è distinto nelle missioni di attacco leggero, ruolo per il quale era stato progettato, avendo una resa operativa superiore ai velivoli tecnologicamente superiori.

Foto: U.S. Air Force / Textron Aviation