Il rispetto per chi ama e serve il proprio paese

26/06/14

Alcuni giorni fa vi avevamo accennato a quanto sia diversa, da paese a paese, la percezione nell’opinione pubblica delle forze armate. E’ innegabile che il primo passo verso la totale disaffezione al proprio paese, è proprio quello di non supportare i propri militari, ovunque essi siano.

Perché se da un lato si possono criticare le scelte politiche di un governo, non dovrebbe mancare mai il sostegno a quanti difendono il paese dentro e fuori i confini nazionali e l’amore incondizionato verso quel tricolore che sembra sventolare soltanto per qualche evento calcistico.

Da rilevare (sarebbe ingiusto non dirlo) una sorta di “distacco” o mancanza di apertura negli anni scorsi delle forze armate italiane nel mostrarsi e presentarsi al pubblico per quello che sono: uomini e donne.

Atteggiamento che lentamente si sta allineando a quello europeo (anche grazie a quanti come noi di Difesa Online, crediamo in un approccio diverso dal solito nel raccontare la materia militare e, cioè, scevra da ogni pregiudizio), anche se la strada è lunga. Chiamateci di parte, ma noi amiamo il nostro paese.

Tanto per farvi un esempio, oggi vi riportiamo un articolo pubblicato sul sito ufficiale dei Navy Seal. Fin dal primo periodo, capirete subito di cosa stiamo parlando.

Buona lettura.

I giovani che desiderano iscriversi al programma SEAL, probabilmente, hanno già qualche idea sulla reputazione e la tradizione che si trovano dietro l'autorevole parola "SEAL". Altamente qualificati, i SEALs sono ben addestrati con la tecnologia più moderna e nel maneggio delle armi convenzionali e non.

Diventare un Navy SEAL significa imparare a sopravvivere. Non è necessario essere i più forti per superare probabilmente il più intenso e spietato programma di addestramento militare del pianeta. Ci vuole qualcosa di potente: ci vuole cuore. La California del Sud è un luogo invitante per la formazione dei Navy SEAL. Situata sulla Coronado Bay, la città di San Diego è conosciuta in tutto il mondo per le sue splendide spiagge ed i tramonti mozzafiato. Prima ancora di raggiungere il centro di formazione situato a Coronado Bay, le reclute della Marina devono superare basilari esami fisici e numerosi test mentali.

La prima fase della formazione prevede un’intensa ed impegnativa attività fisica. Questa fase mantiene le reclute impegnate dall'alba al tramonto (ed anche di più). Il condizionamento fisico include l'esercizio quotidiano ed il nuoto. Durante questa fase di addestramento, le reclute iniziano a conoscere tutte quelle tecniche di nuoto e resistenza all’annegamento, necessarie per diventare Seal. La Hell Week (o settimana d’inferno) è il periodo più difficile durante la terza settimana della Phase One ed è necessaria per stimolare un gran numero di reclute ad abbandonare il programma.

Della durata di cinque giorni, la Hell Week espone le reclute ad un intenso allenamento fisico. Il tempo per dormire è limitato, quando concesso, a due ore al giorno. A questo punto diventa evidente che la formazione per diventare un Navy SEAL non dipende dalla sola capacità fisica, ma dalla forza di trovare il cuore per continuare.

“L’unico giorno facile è stato ieri”: questo il motto delle reclute. Diventando Seal, però, il motto diventa: "Il fallimento non è un'opzione". Così cambia il punto di vista di quanti finiscono il corso. Non conta quanto si è grossi o forti: servono cuore e spirito di squadra per diventare un Navy SEAL.

Hai quello che serve per diventare un Navy SEAL? Anche se non hai la forza in questo momento, inizia con una semplice cosa: trovando il cuore. Il resto può essere condizionato ed ottimizzato, ma è il cuore che bisogna trovare.

Il cuore è l'unica cosa che serve per diventare un Navy SEAL. Hoo-Yah!

Franco Iacch

(foto: Navy Seals)