I Marines americani si addestrano per sconfiggere la Cina

(di Tiziano Ciocchetti)
25/01/21

Si è appena conclusa un’esercitazione congiunta nel Pacifico tra la III Marine Expeditionary Force, la 31ᵃ Marine Expeditionary Unit e la VII Flotta della U.S. Navy. Tali manovre hanno lo scopo di mettere a punto le future strategie americane in un eventuale scontro con le forze armate di Pechino nel Mar Cinese Meridionale.

L’esercitazione Noble Fury ha visto assetti del 1° battaglione dei Marines prendere possesso di un piccolo aeroporto sull’isola giapponese di Shima, al fine di consentire l’atterraggio di un MC-130J da cui è sbarcato un lanciarazzi M-142 Himars che ha lanciato una salva di razzi da 227 mm GMLRS-ER (gittata massima di 150 km) oltre le linee nemiche (deep fire). L’Himars è destinato a rimpiazzare la maggior parte degli obici leggeri M-777 da 155/39 mm nelle batterie d’artiglieria dei Marines.

L’atto tattico descritto fa parte del concetto EABO (Expeditionary Advanced Based Operations), il quale ha lo scopo di estendere le capacità d’attacco dei Marines, oltre le linee nemiche, superando le limitazioni imposte dalle unità navali.

Il concetto EABO sposa l'impiego di capacità mobili, relativamente a basso costo in luoghi austeri e temporanei come elementi integranti delle operazioni della flotta. Le operazioni Expedionary possono essere impiegate per posizionare le risorse ISR navali, i futuri missili da crociera per la difesa costiera (CDCM), i missili anti-aerei (per contrastare i missili da crociera e balistici, nonché gli aerei), assetti FARP (Forward Area Refueling Point) per consentire il rifornimento degli F-35, nonché squadre di rifornimento di munizioni per navi e sottomarini.

Una volta terminato il lancio l’Himars è stato reimbarcato sull’MC-130J, mentre i marines del 1° battaglione sono stati imbarcati sugli CH-53E per essere spostati in un altro punto avanzato del fronte.

L'operazione Noble Fury, veloce e potente, insieme alla stretta integrazione con la U.S. Navy, è vista dal comandante del Corpo dei Marines, David Berger, come la chiave per la capacità del Corpo di combattere la Cina.

Nella visione di Berger, il Corpo dei Marines sarà in grado di costituire una bolla A2/AD operante entro il raggio del sistema di difesa missilistica cinese, negando alla marina cinese l'accesso al mare e fornendo allo stesso tempo uno stretto supporto alla VII Flotta della U.S. Navy.

Punto nodale della tattica americana sono le operazioni EABO, che consentirebbero ai Marines di occupare piccole isole e atolli sparsi nel Pacifico per allestire postazioni di missili antinave a lungo raggio (anche missili cruise Tomahawk), centri di comando e controllo (C2I) o anche semplici porti per il rifornimento delle unità della VII Flotta del Pacifico.

Noble Fury ha messo alla prova quanto sia indispensabile che la U.S. Navy e il Corpo dei Marines debbano lavorare insieme in uno scenario che potrebbe vedere gli Stati Uniti affrontare la Cina in un futuro conflitto.

Foto: U.S. Marine Corps