Il ministro della difesa svizzera in Italia per gli F-35

(di Segredifesa)
28/10/22

Appena terminata la visita al polo regionale trivalente F-35 – FACO / MRO&U[1] di Cameri (NO) di una delegazione svizzera, guidata dal Ministro della Difesa Viola Amherd e accompagnata dal direttore degli armamenti Martin Sonderegger.

La delegazione è stata accolta dal generale di corpo d'armata Luciano Portolano, segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, che, nella prima fase dell'incontro, dopo aver portato il saluto del ministro della Difesa, onorevole Guido Crosetto, ha illustrato alla Ministro Amherd i lineamenti organizzativi del programma internazionale di 5^ generazione F-35 e l’organizzazione del polo trivalente di Cameri, una delle due realtà al mondo fuori dagli Stati Uniti (l’altra è in Giappone) e unica in Europa.

Nel briefing iniziale è stato illustrato come presso gli impianti piemontesi - centro di assemblaggio e verifica finale del programma F-35 - si producano già circa un terzo degli assiemi alari per l’intera esigenza del Programma internazionale, si assemblano i velivoli per Italia e Olanda e si effettuano le ispezioni più significative per i Paesi europei, a partire dalla Norvegia, il cui primo velivolo ha iniziato i previsti controlli e la manutenzione ad inizio luglio.

Successivamente, la delegazione svizzera ha visitato le linee produttive e manutentive, dove ha potuto toccare con mano il livello tecnologico e qualitativo della gestione dei sistemi di ultima generazione in Italia. Il Programma già oggi conta a vario titolo 16 Nazioni, senza contare i Paesi che stanno chiedendo di potersi dotare del velivolo, e ha pertanto già e di fatto un ruolo attivo nella cooperazione europea e transatlantica.

Durante la visita è apparsa chiaramente l’importanza del polo trivalente di Cameri per l’area euro-mediterranea. Per l’Italia lo stabilimento in provincia di Novara rappresenta una felice conferma della scelta strategica e lungimirante di partecipare fin dall’inizio al programma Joint strike fighter, anche per le significative ricadute dal punto di vista tecnologico, industriale e occupazionale. Il gen. Portolano ha poi sottolineato alla Ministro il peso specifico dell’Italia nel programma internazionale – anche dal punto di vista dell’esperienza operativa. L’Italia, infatti, partecipa fin dagli albori del programma F-35 e l’Aeronautica Militare e la Marina Militare, con Stati Uniti e Giappone sono attualmente le uniche ad impiegare gli aerei sia in versione A (CTOL – a decollo e atterraggio convenzionale) che B (STOVL – a decollo corto e atterraggio verticale).

Al termine della visita, il ministro Amherd si è detta assolutamente colpita dall’eccellente organizzazione e dalle professionalità impiegate nella gestione dei modernissimi processi industriali. Ha inoltre aggiunto che la cooperazione con l’Italia, a partire dal programma F-35, migliorerà sicuramente l’interoperabilità con le altre Forze Armate europee.

La decisione della Svizzera di acquistare gli F-35 è arrivata a giugno nel 2021, dopo l’annuncio del Consiglio federale svizzero sulla scelta dell’aeromobile nella competizione per rinnovare i caccia della Confederazione. Pertanto, il Paese transalpino, nel settembre scorso ha siglato un accordo per l’acquisto degli F-35, per un valore complessivo di 6,25 miliardi di dollari. Il contratto prevede l’acquisto di 36 esemplari del velivolo a decollo e atterraggio convenzionale, destinati a sostituire le flotte nazionali di F/A-18 Hornet e F-5 Tiger tra il 2027 e il 2030. Esclusi i velivoli iniziali, assemblati negli USA e destinati a rimanere nel continente americano a supporto dell’addestramento dei piloti svizzeri, fino a 28 dei restanti F-35 beneficeranno dei vantaggi di una produzione e consegna direttamente in Europa, in Italia, a Cameri.