Ci sono due libri che possono spiegare, con realismo e (cosa rara) senza volontà di portare il lettore dalla parte di nessuno, quello che vediamo accadere nella zona del mondo che va dall'Oceano Indiano al Mar Mediterraneo.
Il loro autore era un agente dei servizi di intelligence americani, operativo in India, Libano, Iraq, Tagikistan e chissà dove altro tra il 1980 e il 2000. Descrive fatti e accadimenti, a cui partecipò direttamente, che oggi determinano la nostra incerta e, a volte, violenta realtà.
Questi fatti, per quanto sembrino distanti nel tempo e nei luoghi, sono tra noi ogni momento della nostra vita: quando facciamo benzina, paghiamo un conto o una bolletta, facciamo la spesa, viaggiamo in aereo, compriamo un telefonino o un PC…. Persino quando facciamo la dichiarazione dei redditi.
L’ombra di quegli anni si proietta su di noi, qui e adesso, e lo farà ancora molto a lungo. Forse per sempre.
“Sono entrato nell’agenzia immaginando che avrei potuto servire lealmente il mio paese. Questi vent'anni mi hanno convinto del contrario. Pensavo di combattere il male, ho capito troppo tardi che mi si chiedeva di ignorarlo”.
Cosa ha visto e vissuto lo scrittore per formulare quello che sostanzialmente è un atto di accusa (parla di una sostanziale "resa") verso la sua patria e contro una delle sue strutture più importanti e potenti, la CIA? Forse la stessa cosa che vide il gen. Donovan, suo creatore, che la voleva come gli occhi e le orecchie dell’America all’estero, ma che forse mai avrebbe voluto che diventasse il suo cuore e la sua anima. Donovan sapeva che se questo si fosse realizzato, gli Stati Uniti sarebbero diventati nulla più che una corporazione finanziaria, certamente armatissima, sicuramente la più potente del mondo, ma che la CIA in fondo sarebbe divenuta solo una società di consulenza, anonima, che studia strategie commerciali e di marketing per i suoi clienti. Che, a seconda di quanto calcolano i revisori dei conti (loro e dei loro soci e dei loro fornitori di materie prime) disporranno “tagli e riduzioni”, “incorporazioni e fusioni”, “dismissioni e alienazioni”, i cui settori di ricerca e sviluppo non cercheranno, in primis, il progresso tecnico e scientifico, il benessere umano e ambientale di tutti, "democraticamente", ma solo ciò che il "consiglio di amministrazione", "l'assemblea dei soci", riterrà opportuno, al fine di gestire i propri utili, i margini e gli interessi preventivati.
La Disfatta della CIA (2003) e Dormire con il Diavolo (2004) di Robert Baer, dicono perché l’Iran è oggi, ormai, la potenza politica egemone tra il fiume Indo e il Mar Mediterraneo. Perché l’Arabia Saudita non è più la base militare USA più grande al mondo, gratuita, ma di fatto è diventata la più grande azienda di costruzioni edili del pianeta, con rappresentanti commerciali incistati in ogni parlamento occidentale.
Ci dice perché l’Europa non poteva, non può e non potrà essere altro che uno spettatore, pagante, dello "spettacolo" che sta per cominciare.
Perché l’India sarà il polmone umano (e forse la carne da cannone) dell’occidente, e contenta di esserlo.
Perché la Turchia oggi, per ciò che è stato ieri, è la "società di scommesse" meglio gestita e utilizzata da chiunque a partire dagli stati del Golfo Persico, e da parecchi stati africani e centro asiatici.
Perché le repubbliche ex sovietiche asiatiche, che insieme ad Israele ed Egitto diverranno (e già sono) i primi fornitori di gas e idrocarburi dell'occidente europeo, saranno esposti all'ira di chi non vuole più essere il carnefice di se stesso, di essere colui che fornisce al nemico la stessa corda con cui lo ha sempre tenuto al guinzaglio, tirando e mollando a seconda del contesto e delle crisi economiche ricorrenti che attraversano l'occidente. E soprattutto del perché l’America, secondo l'agente operativo Robert Baer, ha fallito.
Se riduci a business la politica, se metti i soldi al posto di Dio pensando che tutto possono e tutto comprano, prima o poi troverai chi, avendone abbastanza per vivere ma essendo disposto a scambiare la propria vita per un'ideale, un credo, o anche soltanto un ipotetico futuro migliore per i propri figli, porrà la sfida su un piano per noi "mercanti" insostenibile.
Arriverà chi, a capo solo di se stesso o di una oligarchia, offrirà condizioni migliori di una corporazione di azionisti, banchieri, petrolieri, ponendo la trattativa a livello di amicizia personale, di rispetto, e non su quello del ricatto, o della paura. Che poi questo sia vero o no poco importa.
Iran, Russia, Cina, sono oligarchie e dittature, certamente, che per loro natura sono e saranno sempre più manovrabili. flessibili, agili delle nostre democrazie (vere o presunte che siano).
Baer ha provato ad avvertire i suoi capi alla CIA, sapendo probabilmente (ad un certo punto sicuramente) che essi erano solo dei "consulenti", ma ritenendoli, (almeno marginalmente) motivati a fare anche gli interessi del popolo americano. Si rese conto troppo tardi che invece stava parlando con altri membri di un consiglio di amministrazione, e spesso pure senza vero diritto di voto.
L'arroganza dei banchieri, la cupidigia dei petrolieri, l'ignavia dei politici, la sudditanza degli ufficiali di alto livello delle forze armate, l'ipocrisia dei presunti intellettuali, la sostanziale indolenza del popolo occidentale tutto, non avrà per lo scrittore che due possibili risultati pratici: la ritirata o la guerra.
Questo era il futuro secondo Robert Baer, venti anni fa. Oggi è il nostro presente!
Buona lettura!
Andrea Sapori