L’Italia attiva il "Golden power" sul dossier Microtecnica-Safran

(di Filippo Del Monte)
21/11/23

L'Italia ha esercitato il Golden power bloccando l'acquisizione della società torinese di elettronica e componenti aeronautici Microtecnica (attualmente parte di Collins Aerospace, a sua volta controllata di Raytheon) da parte della società francese dell’aerospazio-difesa Safran. Nel decreto italiano si legge che la cessione di Microtecnica al colosso transalpino dell'aeronautica avrebbe rappresentato una "una minaccia eccezionale per gli interessi essenziali della difesa e della sicurezza nazionale".

Il governo di Roma ha, dunque, fermato una operazione da 1,8 miliardi di dollari che avrebbe portato in mano francese una azienda strategica, in quanto specializzata in progettazione, qualifica, produzione e supporto post-vendita per sistemi di attuazione per comandi di volo primari e secondari, valvole motore, sistemi di controllo termico ed equipaggiamenti spaziali.

Microtecnica fornisce, tra le altre cose, pezzi di ricambio e servizi al programma anglo-italo-tedesco del caccia di quarta generazione Eurofighter ed uno dei timori, espresso principalmente da Berlino, era che la catena di fornitura potesse subire rallentamenti o essere interrotta se Safran avesse acquisito Microtecnica. Nel testo del decreto d’attivazione del Golden power si legge anche che Safran non avrebbe garantito la priorità alle linee di produzione industriale di interesse diretto per la difesa italiana.

Nella logica della “globalizzazione competitiva”, dove anche potenze alleate sul piano politico e militare, come Italia e Francia, possono tranquillamente essere rivali, se non direttamente “nemiche”, sotto il profilo economico, emerge tutta la “politicità” di un provvedimento speciale come il Golden power. Non a caso, come ha scritto Luca Picotti, il Consiglio di Stato ha evidenziato che, al momento di prendere la decisione sull’applicazione, il consiglio dei ministri non si sia mai limitato ad una “ricognizione atomistica, puntiforme e, per così dire, ‘contabile’ ed anodina delle caratteristiche specifiche dell’operazione”, ma l’abbia inserita nel più ampio contesto “dei fini generali della politica nazionale, ponderandone gli impatti sia sull’assetto economico-produttivo del settore socioeconomico interessato, sia sulla più ampia struttura dell’economia nazionale, sia, infine, sui rapporti internazionali e sul complessivo posizionamento politico-strategico del Paese nell’agone internazionale”.

Quella del dossier Microtecnica-Safran è una delle partite che si giocano sul delicato filo politico-industriale dei programmi sui caccia multiruolo e “sistema di sistemi” di sesta generazione GCAP (ITA-UK-JAP) e FCAS (FRA-GER). Infatti, non si può escludere che la rivalità conclamata tra i due programmi possa aver generato filoni diversi, proprio come quello della “pista saudita” legata alla vendita a Riad di Eurofighter britannici.

Roma ha consultato Berlino prima di prendere la decisione di attivare il Golden power per Microtecnica. La Germania è azionista di punta, proprio come la Francia, del programma FCAS, ma restano insistenti le voci che la danno ormai propensa ad abbandonare lo sviluppo del caccia con i francesi per entrare – con una mole importante di capitali e know-how - nel Global Combat Air Program.

Certo, la decisione di finanziare indagini e progetti di ricerca specifici per il Future Combat Air System presa recentemente dal governo tedesco cozza non poco con l’idea di abbandonare, praticamente all’improvviso, il programma, e se così fosse, allora si tratterebbe di una decisione lungamente ponderata ma che, al contempo, provocherebbe una frattura difficilmente sanabile in breve tempo nella special relationship con Parigi sia sotto il profilo industriale-militare sia sotto quello prettamente politico-diplomatico.

Il livello d’attenzione alto con cui i tedeschi hanno voluto sottolineare i rischi connessi all’efficienza e affidabilità della catena di forniture dell’Eurofighter, qualora un componente fondamentale del sistema industriale degli approvvigionamenti fosse finito in mano ad un Paese alleato la dice lunga su quanto a Berlino – così come a Roma – possano fidarsi di Parigi, almeno per quanto concerne l’Eurofighter, che è al centro di una vera e propria “gara delle commesse” estere con il Rafale transalpino.

Immagine: Google Street view