La strage di Nizza, il golpe in Turchia e le “utili” verità

(di Andrea Pastore)
17/07/16

Nel mondo ipermediatizzato (chissà se esiste questa parola) del 2016 si materializza il paradosso della totale incapacità di analizzare i fatti per quelli che sono, infatti troppo spesso si vede non ciò che realmente accade, ma quello che le immagini di TV e social media vogliono far apparire.
In siffatta confusione, proviamo a fare una sintesi degli eventi delle ultime 48 ore.

Un pazzo scriteriato, probabilmente legato ad ambienti islamici, certamente residente in un quartiere interamente islamizzato ha preso un camion ed ha portato la morte a Nizza il giorno in cui si celebrava l’anniversario della presa della Bastiglia.

A distanza di 24 ore 1500 militari Turchi, costituzionalmente custodi dello Stato e della sua laicità si sollevano contro Erdogan e conducono un colpo di Stato che in poche ore fallisce, portandosi appresso un bilancio di circa 200 morti, senza contare coloro i quali verranno condotti al patibolo dal politicamente redivivo presidente turco.

Visti in questo modo gli avvenimenti appaiono tragici ed assurdi al tempo stesso, la Francia, dagli attentati di Parigi, dovrebbe essere, a detta della sua classe dirigente, assolutamente blindata, in realtà uno scriteriato con un camion di gelati, islamista o meno che sia, fa una strage senza che praticamente nessuno se ne accorga.

Quanto alla Turchia, paese in cui ci sono due importanti basi militari della NATO (Incirlik ed Izmir NDA), all’insaputa di tutti, decollano degli F16 che poi bombardano un elicottero, nel contempo viene bloccato il ponte sul Bosforo e si sentono sferragliare cingoli di carro armato per Istanbul. Nessun controllo dello spazio aereo? Nessuna interferenza ad esempio con i sistemi di difesa contraerea anti ISIS? (anti russi, nda) e poi perché tutto quel silenzio da parte delle cancellerie europee, almeno fino alle due di notte?

Stranezze, almeno quanto le rivendicazioni di IS ritardate rispetto all’attentato di Nizza, al contatto, del presunto terrorista, con un appartenente ad Al Qaeda, per poi ritornare in Turchia con il volo di Erdogan che decolla ed in pochi minuti chiede di atterrare a Berlino e poi a Londra ed ancora a Roma o nel Qatar, tutte assurdità connesse a quello che si diceva essere il bombardamento mediatico.

Domande, coincidenze ed incongruenze che non avranno mai risposte ufficiali, allora le risposte le proviamo a dare qui, utilizzando il metodo del rasoio si Occam, cioè prenderemo per buona la soluzione più semplice, tagliando con il rasoio e quindi di netto, qualsiasi altra interpretazione che necessiti di elaborazioni o rielaborazioni complesse.

A Cannes ha colpito un cittadino francese, di origini tunisine, certamente un uomo ai margini della società, divorziato con tre figli ed un lavoro precario, sicuramente un residente di un quartiere a maggioranza islamica, insomma un individuo in grado di catalizzare e poi realizzare, con i suoi comportamenti, il peggio delle incongruenze della società europea e pertanto un elemento ghiotto qualora si intenda reclutare terroristi.
I discorsi sulla preghiera, sul rispetto del Ramadan ed altre pseudo-attenuanti non possono negare il fatto che il sistema occidentale ed in particolare quello europeo non sono in condizione di gestire e metabolizzare i fenomeni migratori, fonte primaria dei quartieri ghetto e della cosiddetta radicalizzazione, peraltro un problema che in Francia viene dal lontano, già evidente negli anni ’50 e ’60 del ‘900, solo che, a quell’epoca, si trattava di questione circoscritta al Maghreb e gestita dai Legionari stanziati in nord Africa, oggi la situazione è endemica ed è entrata in casa.

Quanto al folle golpe turco l’esame semplice, ma non semplicistico, della situazione ci porta a fare le seguenti considerazioni: Erdogan era politicamente bollito, accusato da Obama con la famosa frase “sappiamo cosa state facendo in Siria!” non allineato ai dettami della NATO, per cui non si abbatte un velivolo in tempo di pace, soprattutto se viola lo spazio aereo per 17’’ e se è russo, invischiato nella questione curda, in affari con ISIS ed in forte attrito con l’UE per la gestione dei profughi, non aveva altra alternativa che prepararsi un riscossa interna utilizzando tutti quegli strumenti da lui sempre avversati tra cui la TV, i social media, l’appello alla popolazione affinché scendesse in piazza ed il tema del governo democraticamente eletto che, molto democraticamente, a poche ore dal golpe fallito ha già fatto sapere che applicherà la pena di morte, non solo contro i militari coinvolti nel putsch, ma anche contro i magistrati della Corte Suprema, proprio quei magistrati in grado di bloccare le derive autoritarie tanto care all’amico Erdogan. 
Bella mossa Tayyipp.

Il tempo anche questa volta non ci dirà la verità e tutti ci lasceremo convincere che in Francia abbia agito uno squilibrato senza legami con alcunché ed in Turchia i militari abbiano deciso di desistere dal loro intento di golpe perché alcune migliaia di persone sono scese in piazza armate di bandiere rosse con la mezzaluna e la stella bianca, tuttavia se consideriamo che queste non sono le risposte più semplici ai fatti, ma quelle più semplicistiche in cuor nostro sapremo che si è trattato dell’ennesima menzogna confezionata dai media sempre più propensi a preparare e sfornare delle “utili” verità.