Preferiscono parlare di APR – Aeromobile a Pilotaggio Remoto - i rappresentanti delle Forze Armate e delle aziende presenti alla conferenza “Droni e sicurezza. L’utilizzo degli APR per le esigenze di Forze dell’Ordine, Forze Armate e Protezione Civile” tenutasi a Roma presso l’Auditorium della Link Campus University, perché di solito il drone ha un’accezione e una percezione pubblica negativa. Dovrebbe invece essere sinonimo di salvaguardia, di sicurezza e di affidabilità.
D’altronde, come spiega Alessandro Carini del Dip. Pubblica Sicurezza, Servizio Controllo Territorio “l’APR serve a sviluppare strategie di sicurezza e a dare risposte operative. Viene inserito nell’ambito di controllo del territorio e di scenari critici; il mezzo meccanico è affidabile e se l’obiettivo è quello di avere delle ottime immagini, allora le dimensioni possono essere contenute”.
“Gli APR sono mezzi dall’utilizzo ampio e flessibile – dichiara Giacomo Massa, comandante di gruppo, 41° Reggimento Cordenons – dietro ai quali c’è l’uomo. L’obiettivo è quello di ottenere un’attività informativa a livello tattico; per questo vengono impiegati quali sensori aerei nell’ambito di un più ampio sistema di osservazione dell’area di operazione”.
A confermare l’importanza della presenza umana, anche il colonnello dell’Aeronautica Militare Davide Salerno “l’APR è un sistema di sistemi dove al centro c’è l’equipaggio, e diventa efficace quando l’elemento umano è una limitazione. Come tutti i sistemi presenta però alcuni svantaggi, tra cui la difficile integrazione negli spazi aerei, l’estrema sensibilità alle condizioni meteo e il non riuscire a far andare di pari passo la macchina burocratica con quella tecnologica”.
In Italia, infatti, il settore dei piccoli velivoli radiocomandati per usi civili professionali sembra rallentato dalle limitazioni normative, mentre il comparto dei grandi droni per applicazioni governative, soprattutto per difesa e sicurezza, è caratterizzato da notevole fermento. Diverse le aziende aeronautiche italiane attualmente impegnate nello sviluppo di macchine volanti sofisticate, che hanno già suscitato interesse in tutto il mondo.
Per l’occasione, sono stati presentati tre modelli di drone e le loro applicazioni. Il “P.1HH HammerHead” (foto) prodotto dalla Piaggio Aerospace, è un velivolo a pilotaggio remoto derivato dal bimotore executive “P.180 Avanti” e può svolgere missioni di ricognizione e sorveglianza. Il “Targus”, prodotto da Tecnam, è invece basato sulla cellula del bimotore “P2006T” ed è impiegato in missioni di ricognizione marittima e intelligence. Infine l’“SD-150 Hero” che ha la struttura di un piccolo elicottero ed è stato sviluppato da Sistemi Dinamici, la joint-venture tra IDS e la Divisione elicotteri di Finmeccanica (ex AgustaWestland).