T-90: l’evoluzione degli MBT russi

(di Tiziano Ciocchetti)
25/07/17

Un importante accordo commerciale è stato firmato tra il Governo di Baghdad ed il colosso russo degli armamenti terrestri Uralvagonzavod, relativo alla fornitura di 73 MBT (Main Battle Tank) T-90S e T-90SK all’Esercito irakeno.

I reparti corazzati irakeni hanno ricevuto tra il 2010 e 2012 un quantitativo di carri americani M1A1 Abrams pari a 140 unità, come parte di un più ampio accordo di forniture militari da parte di Washington alle neo costituite Forze Armate di Baghdad. Tuttavia i militari irakeni non sono rimasti pienamente soddisfatti dalle capacità di sopravvivenza offerte dal carro americano sul campo di battaglia: infatti, nel mese di ottobre dello scorso anno, un M1 è stato colpito – a sud di Mosul - frontalmente da un missile filoguidato di fabbricazione russa Kornet, il quale ha perforato la torretta causando l’esplosione delle riservetta di munizioni.

Sempre lo scorso anno i ribelli siriani hanno colpito un T-90 governativo con un BGM-71 TOW senza causare danni significativi.

Il T-90 rappresenta il frutto del nuovo approccio, post guerra fredda, seguito dai russi nello sviluppo di un nuovo carro, ovvero sull’eliminazione dei difetti e delle mancanze dei precedenti modelli utilizzando componenti moderne ma accuratamente sperimentati su altri mezzi, nonché introducendo tecnologie completamente nuove.

In effetti il T-90 conserva praticamente la parte veicolare, la torretta e l’armamento del T-72S e monta il sistema di condotta del tiro del T-80U. Sostanzialmente gli obiettivi chiave del programma T-90 sono stati il miglioramento sia della capacità di sopravvivenza che della potenza di fuoco.

I mezzi più recenti sono equipaggiati con un propulsore turbodiesel raffreddato ad acqua, di 4 tempi a 12 cilindri a V del tipo V-96, caratterizzato dalla presenza di due turbocompressori, in grado di erogare 1130 HP, con un rapporto potenza/peso pari a 26,9 HP/t, che permette al T-90 di raggiungere la velocità massima di 70 km/h.

L’armamento principale è costituito dal cannone ad anima liscia 2A46 ( D-81 ) da 125 mm. Quest’arma è in grado di utilizzare il missile controcarro/antielicottero con guida a fascio direttore laser 9M119 SVIR, oltre alla normale gamma di proiettili ad energia cinetica e chimica. La variante montata su T-90 è la 2A46M-1, studiata appositamente in precedenza per il T-80.

Il missile 9M119 è integrato nel sistema 9k119 REFLEKS che prevede un apparato di puntamento a guida stabilizzato su due assi in grado di consentire il tiro in movimento. Nel sistema REFLEKS l’operatore ha la possibilità di far eseguire al missile una traiettoria sopraelevata rispetto alla linea di mira onde ridurre al minimo il pericolo di urtare contro il terreno o contro dei cespugli.

Dopo il lancio il missile può portarsi a una quota di volo di circa 4 metri, ovvero circa 2 metri al di sopra del centro del fascio laser di guida, e di rimanere a questa quota fino a circa 500 metri dal bersaglio. Un segnale automatico, ottenuto mediante modulazione del fascio laser, posiziona il missile – che ha una capacità di perforazione pari a 700 mm di acciaio omogeneo – all’altezza ottimale di attacco.

Pesante al lancio 17,2 kg (di cui 4,2 kg costituiti dalla testata a carica cava), lungo circa 45 cm e in grado di raggiungere una velocità massima di 800m/sec., il 9M119 – suddiviso in due elementi in modo da essere perfettamente compatibile con il sistema di caricamento del carro – ha una gittata massima compresa fra i 4000 e i 5000 metri.

Questa distanza viene coperta 8-10 secondi, cosa che riduce notevolmente il tempo durante il quale il puntatore deve mantenere fisso sul bersaglio il reticolo del congegno di mira 1G46 e contemporaneamente non consente al bersaglio di effettuare manovre evasive. Nonostante il missile possa essere usato a distanze inferiori ai 100 metri, è evidente che sotto i 2000 metri si preferisca utilizzare il più pratico e meno dispendioso munizionamento convenzionale.

Quest’ultimo è rappresentato da granate HE del tipo 30F-26, pesanti 23 kg e contenenti 3,4 kg di esplosivo A-IX-2, HE-FRAG del tipo OF-19, impiegabile contro bersagli morbidi o poco protetti nonché granate controcarro a carica cava HEAT-FS del tipo 3BK-14M, 3BK-18M, 3BK-21B, 3BK-27, 3BK-29 e proietti iperveloci controcarro decalibrati ad energia cinetica APFSDS-T del tipo 3BM-19 con velocità iniziale paria 1.800 m/sec., 3BM-12 con penetratore più lungo del precedente e 3BM-32 con velocità iniziale di 1.700 m/sec. e penetratore in uranio impoverito (DU) in grado di perforare 250 mm di corazza di acciaio omogeneo inclinato a 60° a 2000 metri di distanza.

Al fine di ridurre al vulnerabilità, il T-90 presenta tre differenti tipi di protezione: il sistema optronico SHTORA, le scatole esplosive KONTAKT-5 e corazze stratificate o composite migliorate.

Il sistema di difesa optronico attivo include alcuni dispositivi di allarme laser (LWR) che avvisano immediatamente se il mezzo è illuminato da apparati di tale tipo – telemetri o designatori/illuminatori per missili guidati con tale sistema – ed automaticamente ruota la torretta verso la direzione della minaccia, mentre nello stesso tempo attiva due complessi sestupli di lanciagranate a risposta rapida impieganti speciali ordigni del tipo 3D17 per creare una cortina fumogena ( tale cortina, oltre ai raggi laser, copre anche la banda IR ed è impenetrabile per i congegni di mira ottici tradizionali e del tipo a carica termica ), come anche due disturbatori /emettitori IR, sistemati sulla parte frontale della torretta, che agiscono nei confronti dei missili controcarro filoguidati con sistema SACLOS.

Le mattonelle di corazza reattiva ERA KONTAKT-5, caratterizzate da notevole spessore e dal fatto che siano efficaci non solo nei confronti delle cariche cave ma anche nei confronti del munizionamento a energia cinetica, appartengono all’ultima generazione del materiale di questa categoria.

Infine la corazzatura migliorata che interessa l’arco frontale di scafo e torretta è costituita, in base quanto afferma il costruttore, da una nuova variante della corazzatura stratificata o composita già impiegata sule serie T-64, T-72, T-80.

Si è a conoscenza che la corazzatura frontale del T-72M1 è costituita da cinque strati, di cui quelli esterni di acciaio speciale. E’ probabile che quella del T-90 sia una ulteriore evoluzione della corazzatura del T-80U.

Si può concludere che il T-90 si possa considerare, in un certo senso, come un ibrido ottenuto facendo ricorso al meglio delle famiglie T-72 e T-80; è altresì vero che rappresenta il capostipite di una nuova tendenza, manifestata in Russia nel campo dei corazzati alla fine della guerra fredda, a dare maggiore importanza alla protezione e allo sfruttamento ottimale della potenza di fuoco.

(foto: MoD Fed. russa / UralVagonZavod / web)