Ridurre il suono di uno sparo (dimenticando i film)

(di Andrea Sapori)
30/11/23

Premessa: in Italia, tolte recentissime ed emergenziali deroghe per la caccia notturna ai cinghiali, costruire e acquistare "silenziatori" è vietato per legge (di "detenzione" a dire il vero non si parla... ma andiamo avanti).

Recentemente, insieme al direttore, abbiamo avuto modo di sparare in un poligono long range con alcuni fucili di medio calibro, come probabilmente avrete visto sul canale YouTube (rubrica "DOT") di Difesa Online.

Ne approfittiamo per spiegare un particolare e spesso misconosciuto aspetto del "Tiro Operativo": la riduzione del suono di un'arma da fuoco, quando cioè si vogliono o si devono adottare speciali soluzioni - meccaniche (il silenziatore), chimiche (la cartuccia) - atte a "cambiare" le onde sonore emesse dal proiettile e dai gas combusti della cartuccia al momento del lancio da un'arma ad una determinata velocità, sottolineando che eliminarle, per quanto io sappia, non è possibile.

Un tiratore, per motivi di furtività o anche di semplice comfort, cercherà di ottenere il miglior compromesso tra le prestazioni dinamico/balistiche del proiettile (velocità, energia terminale, stopping power) e il minor rumore possibile al momento dello sparo.

Energia e stopping power però sono intrinsecamente legati alla velocità del proiettile (oltre che alla sua massa) che, se supererà quella del suono al momento dell'uscita del proiettile dalla volata, causerà una significativa onda sonora, data dalla rottura delle molecole d'aria a lui circostanti (come un aereo che supera Mach 1, la velocità del suono, o la punta di una frusta, la parte terminale delle pale di un rotore di un elicottero... e altro ancora). Ad esse si andranno ad aggiungere quelle emesse dai gas retrostanti, anche loro velocissimi e quindi molto rumorosi, più la detonazione controllata della polvere e dell'innesco nella camera di scoppio (simile a quella di un petardo).

Il silenziatore non può agire sulla velocità del proiettile, che sarà data dal tipo e dalla quantità di polvere caricata nel bossolo, oltre che dalla sua geometria e dal peso, mentre si "avvita" lungo la rigatura di un dato tipo di canna, ma solo sulla riduzione della velocità dei gas combusti che ne determinano la spinta. Camere di contenimento successive impegneranno i gas nella loro corsa appena fuori la volata, riducendo la loro velocità e, di conseguenza, il rumore da loro emesso. Inoltre, attraverso una precisa progettazione e costruzione, deve evitare di perturbare la spinta esterna iniziale dell'ogiva (si pensi ad esempio a quanto influiscono i flussi a vortice d'aria posteriori e laterali, non solo la resistenza aerodinamica frontale, su un'auto lanciata ad alta velocità, per non dire di un aereo o un missile.

La corretta velocità del proiettile (dato l'uso silenzioso che vorremo ottenere), come accennato sopra, sarà invece determinata da una scelta ponderata (e ampiamente testata) della quantità e del tipo di polvere da impiegare nella cartuccia, che in questo caso diverrà subsonica, tenendo altresì conto del suo peso e della sua forma, sempre senza dimenticare l'influenza della tipologia della rigatura e della lunghezza della canna.

Ovviamente va preso in considerazione il diverso tipo di arma a cui asservire il "silenziatore": una pistola, semiautomatica o a tamburo, una carabina, bolt action o semiautomatica, oppure una pistola mitragliatrice automatica, ognuna con una propria firma sonora, data dalla tecnica costruttiva del sistema di caricamento e dalla lunghezza della canna.

Abbiamo quindi senz'altro compreso che non si tratta di mettere un semplice "tubo" (o, come visto in certi film, una bottiglia di plastica fermata con del nastro adesivo in cima ad una canna). Bisogna, come sempre, conoscere il sistema impiegato (arma e cartucce) con assoluta precisione, di poter disporre di un'arma che consenta l'installazione sicura di un soppressore (o di un compensatore). Armi di concezione militare, con versioni anche per il mercato civile, o da caccia e da tiro di costruzione estera soprattutto (dove i soppressori sono ammessi se non addirittura consigliati - vedi la Francia), ma oggi anche autoctone, prevedono già di fabbrica una filettatura sulla volata.

Come si può constatare recandosi in un qualsiasi poligono, la velocità iniziale di un normale proiettile di arma da fuoco è sempre al di là o molto prossima a quella supersonica (per le carabine è anche doppia, se non tripla).

Parlando di pistole semiautomatiche, il cui utilizzo con soppressore è quasi esclusivamente per uso militare, a mio giudizio, i due migliori calibri "silenziabili" sono il .22 LR, utilizzato infatti in ambito operazioni speciali (direi meglio "particolari": chiedere al Mossad, tra gli altri, delle sue famose Beretta mod. 70), e il .45 ACP della storica Colt 1911, certamente "lento" se paragonato ad un 9x19 Parabellum, ma dotato di grande stopping power, data la massa del proiettile, anch'esso affatto disegnato tatticamente in alcuni contesti operativi anche dalle nostre SF. Il 7.65 è un po' "la Svizzera" dei calibri silenziabili, e personalmente la sua "neutralità balistica" mi convince poco.

Per utilizzo su pistola semiautomatica, ritengo il famosissimo 9x19 Parabellum troppo veloce (370 m/s) per uso silenziato, pur sapendo che il tiro in soppressione sonora prevede tatticamente e operativamente il blocco del carrello, e quindi il tiro in colpo singolo. Perciò, se in azione si vuole o si può disporre di una sola pistola, anche per un eventuale utilizzo "speciale", allora il discorso cambia a suo favore.

Sebbene il .38 special sembri altrettanto gestibile, il fatto di essere impiegato a partire da un revolver lo rende soggetto alla dispersione sonora, causata dal gap tamburo-canna, così come per altri calibri di pistole a tamburo. Sono a conoscenza di pistole russe ed ex sovietiche/Patto di Varsavia che vengono descritte come addirittura "sussurranti", come le Tokarev in cal. 9x18, ma non le ho mai potute osservare ed "ascoltare" (direi anche "fortunatamente") e quindi non ne parlerò in questo contesto.

Venendo poi alle pistole mitragliatrici automatiche, su tutte la famosa MP5, camerata con un 9 Parabellum standard NATO, posso dire che essa rappresenta indiscutibilmente il miglior compromesso tra prestazione balistica ed emissione di rumore. La tecnologia di ricaricamento a rulli metastabili, la "giusta" lunghezza e rigatura della canna, il soppressore progettato e realizzato con maestria e precisione teutonica, rendono la MP5 ancora la migliore soluzione possibile nel CQC (Close Quarters Combat - combattimento ravvicinato).

Ho avuto modo di testare una MP5 con munizioni "speciali", e cioè alquanto "quiet". Fantastica, ma... una cartuccia era così "silenziosa" che non ha espulso il proiettile dalla canna, che si è fermato al suo interno, tanto si era tentato di ottimizzare la carica di lancio. Diciamo che, operativamente, questo non è il massimo a cui aspirare. Questo episodio la dice lunga sulla ricerca che sta dietro ai sistemi operativi di riduzione sonora. Affidabilità, innanzi tutto, come sempre.

Con munizionamento standard il rumore è abbastanza simile a quello di una pistola non silenziata il calibro .22 LR, quindi accettabile per brevi sessioni di tiro effettuate senza cuffie. Preciso però che, in questo caso, cioè sparando con un buon munizionamento .22 LR, quello che dopo un po' infastidisce parecchio, specie al chiuso, non è tanto il rumore, ma una sovrappressione avvertibilissima nei timpani (ne parleremo in un altro momento, dato che questo succede anche con armi ad aria compressa tecnologicamente avanzate, oggi disponibili).

Leggi la seconda parte Ridurre il suono di uno sparo: ogni arma "ha la sua voce"

Foto: U.S. Army / U.S. Marine Corps / web