Tra le solite ombre grandi numeri per i tattici italiani

(di Gianluca Celentano)
09/01/20

Con una nota ufficiale di Iveco Defence Vehicles, è stata diramata ieri 8 gennaio, la notizia della consegna del primo lotto di autocarri ASTRA ACTL all’esercito della Romania.
Si tratta di una commessa importante per il gruppo di Bolzano facente parte della holding CNH Industrial. Il primo lotto dell’accordo, che porterebbe la data del 30 dicembre 2019, conterebbe 942 camion dei 2.900 previsti.

Alla luce delle passate forniture del 2015 che contavano 57 autocarri e successivamente altri 173 nel 2017, c’è da pensare che per il nuovo contratto sia stato svolto un soddisfacente lavoro diplomatico da parte di Iveco e politica estera, ma farebbe altrettanto piacere credere che lo stesso Romanian Ministry of National Defence, abbia scelto ancora una volta un nostro prodotto per la qualità riscontrata negli autocarri ASTRA Standard Military. Forse uno strappo ben riuscito ai francesi, in particolar modo se consideriamo il peso che Renault - tra cui Renault defense - con Dacia possiedono proprio in terra rumena.

La consegna sarà diluita in quattro anni e riguarderebbero le piattaforme a due, tre e quattro assi in varianti logistiche, che a loro volta conterebbero ben 16 varianti di cui un terzo con cabina di guida blindata.

Sono stati elencati alcuni particolari presenti negli allestimenti, tra cui il CITIS Central Tire Infllation System - la regolazione dal posto guida della pressione dei pneumatici - luci oscuranti, argani di traino speciali così come gli assali e, fin qui potremmo affermare che non c’è davvero nulla di nuovo… Tuttavia si farebbe accenno anche a una sorta di doppia alimentazione oltre alla ovvia compatibilità di avio trasporto su C130 prevista dagli standard Nato. Un particolare, quello dell’alimentazione, che ci piacerebbe approfondire.

Nonostante la buona notizia, una fonte di Iveco, sosterrebbe di percepire una sorta di "allontanamento" del brand aziendale produttore di camion pesanti, dalle sue derivate Astra e Magirus. Questo, in particolar modo, lo si comprenderebbe - stando sempre all’indiscrezione - osservando le targhette di omologazione dove comparirebbe la scritta Iveco Magirus Gmbh. In ogni caso un contesto, quello della produzione civile, dove esiste già una separazione di leadership - e comunicazione - con la produzione di Iveco difesa.

Nel frattempo le bocche sono cucite - e sarebbe carino capire il perché visto che si tratta di una pubblica commessa - sul futuro italiano dell’Iveco MUV 70/20 (foto) ma è anche vero e, non sarebbe un segreto, che diversi militari si sarebbero mostrati un po' scettici sul nuovo multiruolo light o quantomeno avrebbero richiesto sostanziali modifiche. Nonostante le caratteristiche risulterebbe poco militare.

Nel frattempo, meglio che niente, i nostri ragazzi in uniforme potranno ancora contare, conoscendo ormai pregi e difetti, sull’inarrestabile, intramontabile e versatile veterano… VM90T.

Foto: IDV