Soccorritori, volontari e vigili del fuoco: l'importanza dei veicoli anfibi

(di Gianluca Celentano)
29/05/23

È davvero drammatico ripercorrere le tragiche ore dell’emergenza in Emilia-Romagna; l’acqua ha sommerso interi abitati cancellando ogni riferimento architettonico e obbligando migliaia di persone a essere evacuate.

Abbiamo l’acqua alla gola, questa è la drammatica frase pronunciata giovedì 18 da uno dei primi intervistati. Fiumi e canali hanno superato l’allerta idrometrica tracimando e creando l’inferno soprattutto a Ravenna, Forlì, Cesena e Faenza. Lo stesso ministro Musumeci ha parlato nelle ore successive di 15mila sfollati (fonte Rai).

L’allerta è rossa e la solidarietà italiana non si fa attendere anche se le strade e la ferrovia sono bloccate e l’unico modo per avvicinarsi e portare soccorso è utilizzare gli elicotteri, le imbarcazioni e i mezzi anfibi.

Gli elicotteri e i natanti da soccorso sono i vettori su cui si è puntato di più nell’organizzazione emergenziale, essendo in forza nei corpi di polizia e dei Vigili del fuoco. Con i cambiamenti climatici così violenti e imprevedibili l’importanza e l’utilità dei veicoli anfibi torna sotto i riflettori. Non mancano le polemiche sorte per la scarsa pulizia e manutenzione dei corsi d’acqua, ma senza dubbio anche il comparto del soccorso avrà bisogno di attenzioni pubbliche maggiori e di qualche veicolo in più.

Veicoli anfibi: un prodotto di nicchia

In ambito militare il concetto di veicolo "multitasking" anfibio in grado di immergersi in mare e di spostarsi in acqua trova gli AAV7 Assault Amphibious Vehicle, in servizio nel reggimento lagunari Serenissima e nella brigata marina San Marco (in attesa di 36 VBA 8×8 di Iveco Defence Vehicles) e apprezzato anche dal Corpo dei Marines degli Stati Uniti (Amphibious Combat Vehicle di Bae Systems/IDV acquisito in oltre 500 esemplari, ndr). È il blindato con 2 idrogetti orientabili in grado di assolvere alle esigenze di navigazione e di veicolo off road.

I progetti recenti di veicoli anfibi sono soprattutto militari, come il cingolato ad alte prestazioni STORM-MPV realizzato negli Emirati Arabi, tra i più versatili mentre, in ambito civile, è l’autobus (avete capito bene) AmphiCoach GTS-1 il mezzo ideale per attraversare i corsi d’acqua che invadono le vie cittadine raggiungendo una velocità di crociera di 20 nodi. È costruito su base Iveco con motore Tector (lo stesso di Eurocargo) e trazione integrale permanente.

Il Daffy (Duck)

La prima serie 6640 A è stata realizzata dalla Fiat nel 1950 e solo negli anni ‘80, con la neonata Iveco, è avvenuto un restyling tecnico che lo ha fatto battezzare 6640 G. Seppur non compaia sui manuali tecnici, ufficiosamente il veicolo anfibio di casa Fiat-Iveco, ha assunto un singolare soprannome: Daffy, cioè "strambo". Questo per via della sua ambiguità progettuale, ma il simpatico soprannome, che fa subito pensare a Daffy Duck l’anatra dei fumetti della Warner Bros, si è confermato il nome ufficiale soprattutto nel Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco e nel soccorso, dove è tutt’ora in servizio.

Il Daffy ha permesso ai nostri Vigili del fuoco arrivati per primi con le colonne mobili in Emilia-Romagna di portare soccorso alla popolazione salvando centinaia di persone e portando generi di prima necessità. Ha percorso incessantemente strade che a un certo punto diventavano navigabili, in un lavoro complementare con hovercraft ed elicotteri.

Com’è fatto

Il codice 6640 G 4x4 identifica il mezzo che, anche per questioni anagrafiche, possiede a prima vista qualche punto in comune con il popolare autocarro ACM80, per esempio la strumentazione. Il telaio deriva da un autocarro e a cambiare sono i due assi, i sistemi pneumo-idraulici e l’allestimento della cabina e, chiaramente, l’ampio scafo in alluminio di 4mm che scende dalla alta linea di cintura.

Da prua a poppa misura 8,2 m e il suo carico si attesta alle 2 t; apprezzabile il ponte con un’ampia superficie per trasportare le persone tratte in salvo. La portata complessiva è di 8460 kg che non influenzano le caratteristiche marine o stradali.

C’è un verricello con una portata di 4,5 t utilizzabile, grazie a dei rinvii, sia a prua che a poppa, dove può essere applicata una piccola e pratica gru.

Dopo il restyling, la propulsione in immersione è passata da elica a idrogetto Ultrajet 305 che genera poco più di 5M (10 km/h), anche se qualcuno afferma sia più veloce.

Il motore è un 6 cilindri turbodiesel di 5499 cm3 per 192 cv associato a un cambio automatico TX 100 a 3 marce con frizione lock up sul convertitore.

Il sistema di trasmissione è studiato per sfruttare la moltiplicazione di coppia idraulica per gli sforzi gravosi oppure, escludere i semi-tori del convertitore (frizione lock-up) in base a quale posizione è selezionata sulla ghiera del cambio. Le posizioni del selettore sono singolari rispetto gli standard: R>N>3-6>3-5>3-4>1-2 dove, l’innesto 3-6 è per la marcia piana e “veloce” , 3-5 per le leggere salite o discese, 3-4 nell’off road e 1-2 nelle ripide pendenze.

La trazione è posteriore (part time) ma anche inseribile anteriormente e i differenziali sono escludibili con un comando identico a quello di ACM80. Un volantino posto tra i sedili anteriori governa l’idrogetto che ruota a 360° e si attiva mediante un comando posto vicino al freno a mano con posizione del cambio N. Come un’imbarcazione è provvisto delle luci di navigazione bianche rosse e verdi.

Il RAV 6x6

Osservando i tre assi del RAV si nota qualche somiglianza con il tattico militare VBTP-MR Guarani 6x6. La produzione di anfibi più recente risale al 2012 (anche il il VBTP è entrato in servizio nello stesso anno) ed è firmata Iveco Magirus: il Rav 6x6 Duffy.

Parliamo di un mezzo anfibio versatile e aggiornato dove non si parla di telaio ma di uno chassis da 15 tonnellate e tre assi, equipaggiato da un motore FPT Industrial N60 ENT e un cambio automatico Allison.

Interessante il sistema di backup ausiliario d’emergenza per la navigazione e la cabina di guida completamente chiusa in lega leggera. Il veicolo è in servizio nel CNVF e sta affiancando in Emilia-Romagna il più piccolo e datato 6640G.

Il progetto, specifica Iveco, è nato dall'esperienza maturata con i modelli precedenti, ha richiesto un lungo sviluppo, poiché la richiesta dei servizi di soccorso era per un veicolo con elevata capacità di trasporto per l'approvvigionamento di popolazioni isolate a seguito di alluvioni o il salvataggio di popolazioni.

Considerazione del soccorso

Discutere di soccorso porta alla mente tre figure principali: il vigile del fuoco, il soccorritore/logista volontario e l’ambulanza, cioè la Sanità. È bene quindi non dimenticare il ruolo oggi sempre più sotto i riflettori di queste figure e ruoli indispensabili, di cui ci si ricorda solo quando c’è un emergenza. Un lavoro congiunto dove si aggiungono migliaia di volontari animati di altruismo e senso del dovere, ma molto poco considerati.

Foto: VVFF / IDV / Threecharlie / Iveco