I Kamaz russi

(di Gianluca Celentano)
06/04/20

Sono partiti lunedì 23 da una base militare nei pressi di Mosca a bordo di nove Ilyushin Il-76 i soccorsi e presidi sanitari diretti alla volta di Pratica di Mare (Roma), sede dell’aeroporto militare Mario de Bernardi. Una promessa mantenuta dal leader russo Vladimir Putin al Governo italiano, che si affianca ai soccorsi già inviati e all’opera da parte dei governi Cubano e Venezuelano.

Il focus però, andrebbe rivolto alla carenza di mascherine con filtro per gli addetti ai lavori, medici, militari, forze dell’ordine e soccorritori, coloro che fanno il duro lavoro e, quando sono immortalati dai mass media, hanno tutti come per miracolo le dotazioni DPI previste

Mentre scrivo penso a quanti giovani medici e infermieri hanno dovuto lasciare il paese per vedere riconosciuto il diritto al lavoro, ma anche le loro capacità in un paese soffocato dall’austerity.

Cosa trasportano i KAMAZ?

Sono mezzi tattici a due, tre e quattro assi con container, più diversi furgoni ad uso promiscuo che - dopo un volo in formazione dei muli dell’aria, gli Ilyushin Il-76 - hanno portato decine di medici, 100 ventilatori polmonari, 500 mila mascherine e una brigata specializzata per la disinfezione delle strutture pubbliche oltre a laboratori mobili per le analisi.

I medici russi hanno già maturato esperienze con altre emergenze nel contrasto all’Ebola e alla peste suina, ora sono al fianco dei colleghi italiani contro il Covid-19.

Il resto del personale, a quanto riporta “La Repubblica” il 22 marzo, sembra provenire dai ranghi della Protezione Civile, che fa capo al Ministero dell’Interno, e da quelli delle Forze armate. Dovrebbero essere parte delle unità pronte all’azione per fronteggiare le catastrofi e addestrate allo scenario della “guerra batteriologica”. E per questo in grado di operare con efficacia nella battaglia odierna.

KAMAZ, leader nel soccorso e nella Dakar

Il loro punto di forza è senz’altro la semplicità, cioè quella limitazione di elettronica e componenti automatici che da noi sono sinonimo di comodità e sicurezza attiva. Un concetto che Henry Ford riassumeva nella storica frase: "Quello che non c'è non si rompe".

Mezzi spartani e da lavoro quelli della produzione KAMAZ, ma che lascerebbero intendere la presenza di un certo range opzionale, non certo presente sulle versioni militari, molto simili a quelle civili. Attenzione però a non farsi l’idea che questi mezzi non siano sicuri, tutt’altro, hanno un’affidabilità sopra la media della categoria N - autocarri e trattori stradali - ma qui la competenza del conduttore fa la differenza.

Un concetto, quello della semplicità, che abbiamo già proposto analizzando un’altra casa icona dei trucks nell’est Europa, la TATRA trucks, dove uno dei suoi segni distintivi che ottimizza il sottoscocca è il tubo centrale che contiene e protegge la trasmissione.

Esteticamente non ripagano molto gli appassionati, perché le loro linee e design sono squadrate, fredde e senza uno stile che cattura l’acquirente; su questa produzione è solo l’utilità funzionale che trova spazio.

Una scuola di pensiero opposta a quella occidentale degli ultimi quarant’anni, ma non per questo da bocciare, anzi tutt’altro. La strumentazione è un incrocio che ricorda in parte quella dell’ACM 80 e dall’altra le consolle dei comandi semplificati di Grizzly, Axor, Actros in versione tattica della tedesca Mercedes.

I motori sono veri muli da tiro con propulsori turbocompressi a 8 cilindri disposti a V - otto cilindri fanno la differenza - e con diversa cubatura ma le potenze, che partirebbero da 240 cavalli non sembrerebbero in realtà il fiore all’occhiello del brand russo, ma senz’altro i rapporti del cambio e riduzioni sono tali da renderlo adatto al fuori strada osservando le spettacolari immagini dei trofei gareggiati da Kamaz.

In ogni caso la casa, produce anche camion stradali - trattori stradali -, sicuramente una produzione con prestazioni molto simili alla produzione europea. Le trasmissioni sono per lo più manuali, mentre gli automatici con convertitore di coppia equipaggiano il sistema Allison.

I mezzi che abbiamo visto in questi giorni equivalgono agli omonimi civili KAMAZ 43253 4x2, i 43118 6x6, e i più piccoli 4x4 43266 riconducibili per l’impiego ai nostri SMR Astra.

Dalle immagini si intravede anche un Kamaz 8x8 identificato civilmente con il codice della casa russa 63501, impiegato per la logistica e con potenza, almeno nella versione civile, di 360 cavalli.

Quindi la semplicità ripaga sempre in termini d’affidabilità - un concetto basilare che i militari conoscono bene - sia durante le missioni militari sia nell’uso estremo durante la competizione di gennaio al Rally Dakar, dove il pilota Andrey Karginov con il Kamaz Master Team ha letteralmente surclassato tutti gli avversari su trucks.

Qualche neo?

I dati riportati sono della casa madre KAMAZ, ma per dovere di cronaca riporto qualche perplessità nell’osservare che le varie tipologie - cassone aperto, chiuso, scarrabile, gru etc -, possiedono nel catalogo civile la trazione sul primo asse ad eccezione del più piccolo Kamaz 4x4 43266, molto simile alla versione del Rally Dakar. Si tratta di un elemento opzionale per la produzione militare o forse vorremmo pensare così? Tuttavia, nonostante i pochi cavalli disponibili rispetto altre produzioni, marce ridotte, blocchi di trazione e le ruote singole nella culla posteriore in trazione, fanno l’80% del lavoro quando si devono superare tratti insidiosi con forti dislivelli.

Foto: Twitter / dakar.com