Lo squadrone da ricognizione e guerra elettronica della IRIAF

(di Andrea Gaspardo)
02/12/22

Da decenni le Forze Aeree della Repubblica Islamica dell'Iran (IRIAF) così come le altre armi aeree delle Forze Armate e dei Pasdaran dello stato persiano costituiscono un soggetto di estremo interesse sia per gli esperti che per gli appassionati del settore aeronautico alla luce della loro travagliata ed in larga parte ancora oscura Storia e della variegata schiera di velivoli ad ala fissa e ad ala rotante di provenienza americana, sovietico/russa, cinese, francese e locale che ne costituiscono tanto la prima linea da combattimento quanto i servizi di supporto. Anche se la parte del leone per quanto riguarda le suddette attenzioni è senza dubbio destinata ai reparti di cacciabombardieri, non bisogna dimenticare che pure i servizi di supporto hanno avuto modo di giocare un suolo importantissimo nella storia aeronautica iraniana degli ultimi decenni. Uno degli settori meno noti a tal proposito è quello relativo ai velivoli facenti parte dello squadrone da ricognizione e guerra elettronica, gli oscuri e troppo spesso dimenticati eroi dei cieli iraniani.

La storia di questo reparto d'élite inizia nel corso degli anni '60 e '70 del XX secolo quando la CIA, la NSA, l'USAF, la SAVAK (la polizia segreta iraniana di allora) e la IIAF (acronimo che sta per Imperial Iranian Air Force, le Forze Aeree Iraniane dell'epoca dello Shah Mohammad Reza Palhavi) iniziarono un programma di spionaggio segreto denominato “Project Dark Gene” diretto principalmente nei confronti dell'Unione Sovietica e, secondariamente, verso altri paesi dell'area mediorientale (per esempio l'Iraq, ma anche Israele, all'epoca non così saldamente nell'orbita americana).

Una costola di questo programma, denominata “Project Ibex”, dal valore di 500 milioni di dollari del tempo, prevedeva la costruzione di una rete integrata di stazioni di ascolto basate a terra e dedicate alla raccolta SIGINT supportata dalla creazione di un reparto aereo dedicato espressamente allo svolgimento di missioni di guerra elettronica (EW). In base a questa direttiva, la IIAF prese la decisione di acquistare 4 Lockheed C-130H (foto apertura) e 2 Boeing 707-3J9C, subito rincalzati da 2 Rockwell Commander 690A (foto) formalmente sotto il controllo della IIAA (acronimo che sta per Imperial Iranian Army Aviation, le Forze Aeree dell'Esercito di Terra all'epoca della monarchia) ma in realtà stabilmente assegnati allo squadrone nascente. Tutti questi velivoli vennero modificati e adattati al nuovo ruolo dalla E-Systems' Greenville Division, negli Stati Uniti d'America.

Anche se ancora oggi non è del tutto chiaro quali tipologie di apparecchiature elettroniche siano state installate dagli americani a bordo di quei velivoli, pare che, almeno per quanto riguarda i C-130H (poi ribattezzati non ufficialmente RC-130H oppure “Khoofash”, che in lingua farsi significa “pipistrello”), essi siano stati dotati di una nuova piattaforma per la navigazione, un certo numero di antenne e sistemi di rilevazione installati attorno alla fusoliera ed alle ali e una console adatta ad ospitare 13 operatori. Non è stato invece possibile per l'autore del presente articolo trovare fino ad ora alcun tipo di informazione relativa alle modifiche effettuate sui Boeing 707-3J9C e sui Rockwell Commander 690A.

Entro il 1975 lo squadrone venne dichiarato operativo e, contestualmente, iniziarono i voli di ricognizione partendo principalmente dalla Tactical Fighter Base 1 (TFB1) di Tehran-Mehrabad (dove lo squadrone era basato), dalla Tactical Fighter Base 2 (TFB2) di Tabriz e dalla Tactical Fighter Base 3 (TFB3) di Hamedan.

Negli anni successivi, fino allo scoppio della Rivoluzione Khomeinista del 1979, i velivoli dello squadrone EW volarono costantemente, principalmente lungo i confini che l'Iran condivideva con l'Unione Sovietica e l'Iraq, intercettando le telecomunicazioni e raccogliendo dati d'intelligence soprattutto sulle emissioni dei sistemi radar e di difesa antiaerea oltre ad una pluralità di missioni secondarie.

La Rivoluzione del 1979 portò ad un temporaneo stop delle attività, ma con il deterioramento delle relazioni con il vicino iracheno nel corso dell'anno successivo, che eventualmente portarono allo scoppio della Guerra Iran-Iraq (22 settembre del 1980), i velivoli dello squadrone EW tornarono a volare più di prima.

Nel corso degli 8 anni di estenuante conflitto (la più lunga guerra convenzionale del XX secolo) tutti i velivoli sopra menzionati svolsero un ruolo fondamentale intercettando e filtrando le comunicazioni militari irachene. Tale fu la loro efficacia che le Forze Aeree Irachene (IrAF) organizzarono delle vere e proprie “battute di caccia” arrivando ad inviare in profondità persino i propri intercettori Mig-25 nel tentativo di abbattere gli elusivi velivoli EW iraniani. Nonostante in una di queste occasioni un C-130 iraniano venisse effettivamente abbattuto, si scoprì successivamente che esso era un semplice trasporto, e non un RC-130H come dichiarato dagli iracheni, perciò a guerra finita lo squadrone EW poté vantare di aver attraversato il conflitto con la sua forza intatta.

Ancora oggi basati alla TFB1 di Tehran-Mehrabad, nel corso degli anni i velivoli assegnati allo squadrone (in particolare i “Khoofash”) sono stati saltuariamente assegnati anche ad altri ruoli, come per esempio il trasporto tattico, tuttavia la vocazione originale EW è rimasta ed ancora oggi essi continuano a volare intensamente (soprattutto di notte), principalmente lungo i confini iraniani e nel corso dell'ultimo decennio anche sui cieli dell'Iraq e della Siria in appoggio alle missioni di raccolta informazioni e guerra elettronica portate avanti sia dalle Forze Armate e dai Pasdaran iraniani che dalle loro forze alleate nei teatri operativi del “Grande Medio Oriente Allargato”, anche se, comprensibilmente, i dettagli delle loro operazioni rappresentano uno dei segreti meglio custoditi dell'apparato militare persiano, per cui non sono affatto facili da mappare.

Foto: IIAF / web