In Lettonia si incendia la minoranza russofona

(di David Rossi)
14/05/22

Al culmine di tre giorni di tensioni, il parlamento lettone ha approvato un disegno di legge che consente lo smantellamento del controverso monumento sovietico nel Parco della Vittoria sito nella capitale, Riga: con questa mossa, la nazione baltica modifica un accordo del 1994 tra Lettonia e Russia sulla conservazione dei monumenti di epoca sovietica nello stato baltico. Lo fa, come affermato da Rihards Kols, presidente della commissione per gli affari esteri del parlamento, perché “le mutate condizioni geopolitiche... significano che la Lettonia non può e non sarà obbligata a preservare... i monumenti all'occupazione sovietica”. La Lettonia si limiterà a continuare ad adempiere ai suoi obblighi internazionali in materia di sepolture e cimiteri, ha specificato.

La Lettonia, che ha un'ampia minoranza etnica russa (all’incirca, un quarto degli abitanti), ha riconquistato l'indipendenza nel 1991 e successivamente è diventata membro della NATO e dell'Unione Europea. Negli anni, ha approvato molte leggi volte a eliminare l'influenza russa e rafforzare lo status della lingua e della cultura lettone.

Il 10 maggio era scoppiata una protesta nel Parco della Vittoria dopo che i funzionari della città avevano usato un mezzo meccanico per rimuovere i fiori lasciati presso il Monumento ai Liberatori (così si chiama). Subito era partito un tam tam fra i residenti russi che si erano detti sconvolti dalle azioni delle autorità e avevano iniziato a portare nuovi fiori al monumento. Si era anche radunata una folla con simboli russi che aveva preso a cantare inni sovietici, suscitando indignazione, con tale provocazione, tra gli altri cittadini e i leader del paese.

La polizia ha, nel corso degli eventi, messo in guardia le persone dall'usare le lettere Z e V, il simbolismo sovietico, la bandiera russa o le bandiere delle autoproclamate repubbliche del Donbass, poiché qualsiasi di queste cose sarebbe "considerata un simbolo a sostegno della guerra".

il ministero degli Esteri russo si è affrettato a gettare benzina sul fuoco incitando i residenti russi a protestare e dichiarando che le persone "hanno portato, stanno portando e continueranno a portare fiori" al memoriale, "non importa cosa escogitano le autorità locali”.

Il governo lettone ha reagito definendo inaccettabili “le espressioni di mancanza di rispetto verso lo Stato lettone, l'esperienza storica della Lettonia e le vittime della guerra russa in Ucraina”, ma anche specificando che i “i fiori erano appassiti per il gelo della notte del 9 maggio” e per questo ne era stata decisa la rimozione.

Non possiamo dire che gli occhi di tutte le cancellerie sono su questo caso: tuttavia, ci pare sintomatico del pericolo del dilagare della crisi anche al di là dei confini ucraini.

Foto: web