Le Filippine resistono al bullismo cinese

(di redazione)
25/03/24

Le Filippine hanno convocato l'ambasciatore di Cina a Manila per esprimere il proprio dissenso riguardo alle recenti manovre aggressive da parte della guardia costiera cinese e di altre imbarcazioni vicino alla controversa area delle secche di Second Thomas, situate nel mar Cinese meridionale.

Il segretario alla Difesa delle Filippine, Gilberto Teodoro, ha invitato la Cina a risolvere la disputa attraverso l'arbitrato internazionale, sottolineando la fermezza della posizione filippina. Il Dipartimento degli Affari esteri di Manila ha denunciato gli atti ostili della guardia costiera e della milizia marittima cinese contro una loro operazione di rifornimento presso Ayungin Shoal, noto anche come Second Thomas Shoal. Durante tale missione, una nave filippina è stata bloccata e attaccata con cannoni ad acqua dalla guardia costiera cinese, provocando ferite a tre militari. La zona è stata teatro di precedenti tensioni simili tra le due nazioni.

Nonostante la Cina rivendichi la maggior parte del mar Cinese meridionale, le Filippine e una sentenza internazionale contestano tali pretese. I funzionari filippini hanno riportato che, nonostante l'aggressione, sono riusciti a completare la missione di rifornimento con l'ausilio di gommoni. I militari filippini, stazionati su una nave militare della Seconda guerra mondiale intenzionalmente arenata nel 1999 per riaffermare le rivendicazioni territoriali delle Filippine, dipendono da queste missioni per le forniture essenziali.

In risposta, l'ambasciata cinese nelle Filippine ha presentato una protesta formale al ministero degli Esteri di Manila, accusando le Filippine di "intrusione illegale" nelle acque territoriali cinesi, in riferimento all'incidente del 25 marzo coinvolgendo le navi filippine presso le secche di Ren'ai (nome internazionale di "Second Thomas Shoal").

Foto: Ministry of National Defense of the People's Republic of China