Ucciso in una sparatoria il leader dei talebani?

(di Franco Iacch)
05/12/15

Per il governo afghano Akhtar Mansour, leader dei talebani succeduto al mullah Mohammad Omar, sarebbe stato ucciso nei pressi di Quetta, in Pakistan, durante una sparatoria. Se così fosse, si potrebbe aprire una nuova guerra interna tra i talebani.

Mullah Akhtar Mansoor è stato riconosciuto come nuovo leader dei talebani lo scorso settembre, in un comunicato pubblicato sul sito web del gruppo. In quel frangente, il fratello del Mullah Omar ed il figlio maggiore di quest’ultimo dichiararono il loro sostegno a Mullah Akhtar Mansoor, che aveva gestito l'organizzazione dopo la morte del leader, avvenuta nel 2013. Il numero stimato dei guerriglieri talebani è di circa 35 mila unità: essenzialmente una coalizione su base regionale, in gran parte tenuta insieme dal mullah Omar.

La Shura di Quetta decretò Mansoor come nuovo "emir" il 30 luglio scorso, ma una potente fazione talebana non ha riconosciuto tale autorità, parteggiando per il figlio maggiore di Omar, il 26enne Mohammad Yaqoub Mullah. Le tensioni interne tra i talebani hanno determinato la sospensione dei colloqui di pace già avviati, ma interrotti dopo l’annuncio della morte di Omar. Proprio Mansoor ha sconfessato i colloqui con il governo afghano (anche se ha partecipato ad alcuni incontri conoscitivi), rimettendo in discussione ogni tipo di accordo preliminare raggiunto. Da sottolineare che il leader di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha confermato la fedeltà del gruppo terroristico a Mansoor.

Che i talebani stiano affrontando un momento delicato è ormai noto da tempo. Tayeb Agha, figura di alto profilo del movimento, si dimise da capo dell'ufficio politico dei Talebani in Qatar dopo aver criticato il modo in cui è stato scelto Mansoor. Abdul Manan Niazi Mullah, membro del consiglio principale che avrebbe supportato la nomina di Mansoor, ha riferito ad Al Jazeera di non essere stato consultato nella votazione finale. Pochi giorni dopo, Maulvi Haibatullah Noorzai, sarebbe scampato ad un attentato avvenuto nella provincia del Baluchistan pakistano. Secondo l'afghana Pajhwok News, Noorzai ed il capo del consiglio dei leader dei talebani, Maulvi Abdul Kabir, erano in missione per cercare di raccogliere sostegno per Mansoor.

Chi è Akhtar Mohammad Mansoor

Akhtar Mohammad Mansoor dovrebbe essere nato nel villaggio di Kariz, nel distretto di Maiwand, nella provincia di Kandahar a sud dell’ Afghanistan. Dovrebbe essere nato tra il 1960 ed il 1965. Di etnia pashtun, appartiene alla tribù Ishaqzai, della confederazione tribale Durrani. Durante l’invasione russa dell'Afghanistan, Mansoor si è unito al gruppo paramilitare fondato da Mohammad Nabi Mohammadi, leader dell’ Harakat-i-Inqilab-i-Islami. Fu allora che conobbe uno dei comandanti di spicco del movimento, Mohammad Omar.

Dopo la guerra si spostò e Quetta e riprese la sua educazione religiosa. Giunto a Peshawar, concluse gli studi presso la madrasa di Darul Uloom Haqqania, la medesima di Omar, fino al 1995. Mansoor si sarebbe unito ai talebani per combattere i signori della guerra. Nominato responsabile della sicurezza dell’aeroporto di Kandahar, dietro precise direttive di Mohammed Omar, divenne ministro dell'aviazione civile dell’Emirato Islamico dell'Afghanistan dal 1996 al 2001. Nel 2001, il presidente afghano Hamid Karzai gli concesse l'amnistia.

Gli USA, che ben conoscevano il profilo di Mansoor e degli altri comandanti talebani, non hanno mi creduto alla loro conversione ed avviarono una serie di raid volti alla loro cattura o eliminazione. Fuggito in Pakistan, ha contribuito a plasmare i nuovi talebani. Nel 2006, il Pentagono ha inserito Akhtar Masoor tra le 23 figure principali del movimento.