Russia: l'ultimo sottomarino classe Borei entra in produzione, inizia l'era Husky

(di Franco Iacch)
16/12/16

L’ultimo sottomarino a propulsione nucleare classe Borei, lo Knyaz Pozharsky, entrerà in produzione esattamente tra una settimana, presso il cantiere Sevmash, a Severodvinsk. I sottomarini di quarta generazione classe Borei comporranno la spina dorsale del deterrente nucleare strategico della marina russa. Andranno a sostituire i sottomarini classe Typhoon, Delta-3 e Delta-4.

I primi tre Borei Progetto 955, sono il K-535 Yury Dolgoruky che si è unito alla Flotta del Nord nel gennaio del 2013, seguito dal K-550 Aleksandr Nevskij alla fine di dicembre dello stesso anno. Il Nevskij è in servizio con la Flotta del Pacifico. Il K-551Vladimir Monomakh (foto apertura) è entrato in servizio nel 2014. I sottomarini Yuri Dolgoruky e Vladimir Monomakh sono stati assegnati alla forza di allerta permanente con missioni di pattugliamento nell'Artico e nel globo. Il quarto Borei, lo Knyaz Vladimir, primo del Progetto 955/A, è in costruzione dal luglio 2012 presso il cantiere Sevmash, nel nord della Russia. La costruzione del quinto sottomarino a propulsione nucleare Knyaz Oleg è iniziata nel luglio del 2014. I lavori sul Generalissimus Suvorov sono iniziati nel dicembre dello scorso anno. Poche settimane dopo anche il settimo Borei, battezzato Imperator Aleksandr III, è entrato in produzione nei cantiere di Severodvinsk. Il cantiere per l’ultimo sottomarino classe Borei e quinto della serie A, il Prince Pozharsky, sarà avviato il prossimo 23 dicembre.

Entro il 2020, il Marina russa conta di operare su un totale di otto sottomarini balistici classe Borei: tre 955 e cinque 955-A o Borei II.

Progettata su uno scafo idrodinamico pensato per ridurre le emissioni di rumore a banda larga, la classe Borei è la prima nella marina russa ad utilizzate una propulsione pump-jet.

I sottomarini Borei sono lunghi 170 metri, con un diametro di 13 metri ed una velocità massima in immersione di 46 chilometri all'ora conferita dal reattore nucleare OK-650. La profondità operativa è attestata sui 380 metri (test massimo avvenuto a 450 metri).

Ogni Borei dovrebbe trasportare da sedici a venti missili Bulava (solo per i 955A), ognuno dei quali dotato da sei a dieci testate Mirv. Il missile a tre stadi Bulava, nome in codice Nato SS-N-30 Mace, è la versione navale del più avanzato missile balistico russo, l’SS-27 Topol-M. Può essere lanciato anche in movimento. È lungo 12,1 metri, diametro di 2,1 metri e pesante 36,8 tonnellate: può colpire bersagli fino ad ottomila chilometri di distanza ed è progettato per equipaggiare esclusivamente i sottomarini nucleari classe Borei (le modifiche sui Typhoon sono state ritenute troppo costose).

Lo scorso luglio l’Academician V.P.Makeyev State Rocket Centre ha ricevuto un contratto governativo per la progettazione e sviluppo di un nuovo missile balistico. Per la prima volta, si fa riferimento al sostituto del missile Bulava, non ancora entrato in servizio, ma afflitto da numerosi problemi di sviluppo. I nuovi missili potrebbero equipaggiare sia i sottomarini balistici di quarta generazione classe Borei che quelli di quinta classe Husky.

Nonostante i test sui nuovi missili intercontinentali Bulava, il Ministero della Difesa russo non li ha ancora dichiarati operativi. La possibile copertura di obiettivi sensibili, considerando la gittata di ottomila chilometri, potrebbe essere il Mare di Barents ed il Mare di Okhotsk.

Il primo Borei, il K-535 Yury Dolgoruky, è costato al governo russo 720 milioni di dollari, inclusi capitoli di ricerca e sviluppo.

I sottomarini classe Husky

I sottomarini di quinta generazione classe Husky dovrebbero entrare in servizio entro la metà del 2035. Sebbene le specifiche della classe Husky siano coperte da segreto militare, sappiamo che affiancheranno i sottomarini d’attacco classe Yasen (foto a dx), anche se saranno costruiti in un numero maggiore rispetto al Progetto 885m. Gli Husky saranno realizzati in due versioni, entrambe basate sul medesimo scafo. La differenza principale sarà determinata dal sistema d’arma principale trasportato. Gli Husky-A sostituiranno la classe Akula, Sierra e Victor III. Gli Husky-B, variante SSGN, sostituiranno la classe Antey, progetto 949A. La variante SSGN potrebbe essere la prima al mondo equipaggiata, come dotazione standard, con missili da crociera ipersonici Zircon.

La classe Husky sarà molto più piccola, si parla di un dislocamento di 6 mila tonnellate, e meno costosa della classe Yasen. Secondo alcune indiscrezioni, gli Husky potrebbero implementare un certo grado di automazione, con alcuni dei sistemi già testati nel progetto 705 classe Lira. Mosca potrebbe essere riuscita ad ottimizzare la tecnologia del reattore a metallo liquido (la classe Lira utilizzava il piombo-bismuto per raffreddare i reattori). Se così fosse, i progettisti sarebbero riusciti ad ovviare alle criticità tipiche che palesa un tale sistema. Nello specifico, un reattore a metallo liquido genera più energia ed è molto più compatto rispetto a quelli ad acqua pressurizzata. Tuttavia, il metallo liquido impone una temperatura ottimale costante e strutture esterne di supporto per la rimozione degli ossidi.

Gli Husky potrebbero introdurre il massiccio impiego di materiali compositi, già testati nella classe Yasen, nel tentativo di ridurre drasticamente le loro firme acustiche. Anche in questo caso, abbiamo soltanto indiscrezioni.

Sappiamo che Mosca continua ad investire enormi risorse per la sperimentazione di nuovi materiali compositi multistrato, in grado di ridurre la firma acustica, isolare le vibrazioni o assorbirle. I russi sono convinti di riuscire ad utilizzare i nuovi materiali compositi per realizzare ogni parte degli Husky, scafi compresi.

Il primo test in mare con il nuovo materiale composito si svolgerà entro il 2018.