L'India ragiona da superpotenza: missili ipersonici su piattaforme di quinta generazione

(di Franco Iacch)
29/03/16

La versione indiana del T-50 PAK-FA, dovrà essere armata con il più veloce missile da crociera al mondo, il BrahMos. Questa la nuova specifica richiesta per il futuro caccia di quinta generazione in fase di sviluppo. Tuttavia, per soddisfare tale richiesta, la stiva interna del T-50 dovrà essere modificata per ospitare il missile. Anche il disegno di quest’ultimo, infine, potrebbe essere rivisto per la nuova piattaforma di quinta generazione. Qualora si superassero gli attuali problemi di sviluppo del caccia e l’implementazione con il missile supersonico avvenisse con successo, Nuova Delhi potrebbe disporre di un sistema unico nel suo genere nella Regione. L’Indian Air Force potrebbe quindi schierare piattaforme di quinta generazione in grado di penetrare lo spazio aereo ostile e colpire, con missili che viaggiano a mach 3, una serie di obiettivi sensibili.

L’india, grazie alla fase terminale del BrahMos ritenuta particolarmente difficile da intercettare, potrebbe colpire bersagli cinesi e pakistani con relativa impunità. In realtà sappiamo che Mosca e Delhi sono già al lavoro sul modello ipersonico BrahMos-II. Il connubio tra una piattaforma a bassa osservabilità ed i missili ipersonici è ritenuto un incubo per un sistema di difesa tradizionale.

Mosca è da tempo impegnata nello sviluppo di uno speciale carburante che consentirebbe ai velivoli ipersonici di volare a cinque volte la velocità del suono. I missili a Mach 5 (6.125 chilometri all'ora) sono classificati come "ipersonici". Eludono il rilevamento da parte del sistema di difesa aerea del nemico, diminuendo pesantemente la sua capacità di intercettare il missile. E’ quindi facile immaginare quanto le armi ipersoniche rappresentino il futuro e potrebbero drasticamente spostare l'equilibrio delle potenze militare nel mondo.

La difficoltà principale nello sviluppo dei missili, che voleranno più veloci del suono, è quella di progettare nuovi materiali in grado di sopportare le altissime temperature provocate dal regime ipersonico. Parliamo, infatti, di missili con una velocità di punta di sei/otto (o addirittura dieci/dodici) Mach con tecnologia RamJet. Il BrahMos dovrebbe armare il Fifth-Generation Fighter Aircraft, caccia di quinta generazione indo-russo che ha dato vita al Sukhoi T-50 PAK-FA.

Lo sforzo congiunto per la ricerca e lo sviluppo del nuovo sistema di quinta generazione, è stato rivisto ad otto miliardi di dollari, budget equamente diviso tra i due paesi, rispetto ai dodici iniziali. Il nuovo accordo prevede la costruzione di undici velivoli: otto in versione PAK-FA per i russi e tre FGFA per gli indiani con consegna del primo prototipo entro il 2019. Il contratto prevede anche l’aggiornamento di 50 specifiche, previo annullamento dell’acquisizione nell’Aeronautica indiana del nuovo sistema, stimata in 250 velivoli.

Che il PAK-FA stia vivendo un periodo particolarmente complicato, è ormai risaputo. In sei anni, i sei prototipi del T-50 hanno completato soltanto 700 voli di prova. L’ultimo incidente noto di un T-50 risale al 10 giugno del 2014, quando uno dei due motori del quinto prototipo prese fuoco. Dalla Sukhoi dovettero sospendere la produzione del sesto prototipo ed utilizzare le componenti già realizzate per riparare il velivolo danneggiato. Gli stessi indiani, continuano a lamentare serie carenze tecniche.

Ad oggi non è chiaro se la Russia abbia i mezzi finanziari per continuare a sostenere lo sviluppo del PAK-FA. Nonostante i proclami ed una produzione di serie annunciata nel 2017, anche l’Aeronautica russa ha ridotto l’ordine di sessanta T-50 ad una dozzina di piattaforme con modifiche implementate. Gli analisti occidentali sono concordi nell’affermare che quando lo sviluppo del PAK-FA sarà completato, Mosca avrà un caccia formidabile. Il design è probabilmente abbastanza sofisticato se non simile per prestazioni a quello dell’F-22 Raptor. Se possa essere anche superiore questo è tutto da dimostrare. I russi pagano l’inesperienza con la tecnologia di quinta generazione, come l’integrazione tra i diversi sensori e l’approccio con il nuovo rivestimento stealth di cui il Pak-Fa è dotato. Potrebbero servire anni e miliardi di dollari.

(foto: web / BrahMos Aerospace)