L'ONU ammetterà al comitato per i diritti delle donne un loro persecutore?

(di Maria Grazia Labellarte)
11/04/19

È del 13 marzo scorso l'ufficializzazione, da parte delle Nazioni Unite, del fatto che la Repubblica Islamica Iraniana acquisirà un seggio nel comitato per i diritti delle donne. È bene, prima di fare qualunque commento, ripetere di quali violazioni dei diritti delle donne si occupa detta istituzione:

- arresti arbitrari di donne;
- morti e torture di donne in custodia;
- sparizioni forzate o rapimenti di donne;
- applicazione discriminatoria di pene giuridiche basate sul sesso, incluse la pena capitale e corporale;
- violazione dei diritti delle donne difensori dei diritti umani alla libertà di espressione e di riunione;
- minacce o pressioni esercitate sulle donne di non reclamare o ritirare reclami;
- impunità per le violazioni dei diritti umani delle donne;
- atteggiamenti stereotipati verso il ruolo e le responsabilità delle donne;
- violenza domestica;
- matrimonio forzato e stupro coniugale;
- forme contemporanee di schiavitù, tra cui la tratta di donne e ragazze;
- molestie sessuali sulle donne sul posto di lavoro
- pratiche di impiego sleali basate sul sesso, compresa la disparità di retribuzione;
- mancanza di due diligence da parte degli Stati per indagare, perseguire e punire adeguatamente i perpetratori di violenza contro le donne;
- discriminazione delle donne in base alle leggi sull'immigrazione e sulla nazionalità;
- violazioni dei diritti delle donne di possedere e ereditare proprietà;
- discriminazione delle donne nell'accesso all'aiuto umanitario internazionale;
- sgomberi forzati di donne in situazioni di conflitto.

Più o meno la lista corrisponderebbe già a quella delle denunce contro il regime iraniano (al pari di quello saudita)…

Ma non è tutto! La perplessità a riguardo della nomina si è acutizzata nelle ultime ore, dopo la conferma della condanna dell'attivista Nasrin Sotoudeh condannata a 38 anni di carcere e 148 frustate “islamiche”. L’attivista e avvocatessa dei diritti umani è finita in prigione, per aver difeso donne contro l’obbligo di indossare il velo, i diritti dei minorenni e di quanti sono contrari alla pena di morte in Iran.

Secondo fonti giornalistiche, è probabile che il giudice che ha condannato l'attivista e avvocatessa ovvero Mohammad Moghiseh possa essere nominato nella commissione Onu di cui sopra.

Una scelta, quella dell’Onu, che pone non pochi dubbi.