I lanciarazzi controcarro

(di Tiziano Ciocchetti)
27/10/22

La fanteria ucraina, nell’ambito della lotta anticarro, sta applicando le tattiche elaborate dalla fanteria tedesca nel corso delle ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale, nonché per arginare un’ipotetica invasione sovietica delle pianure della Germania Occidentale (Passo di Fulda) durante la Guerra Fredda.

A tal proposito, la territoriale, contava di operare a piedi o bordo di mezzi ruotati e cingolati (Wiesel - foto) armati con missili MILAN e TOW. Il problema di questi sistemi controcarro è che sono pesanti e obbligano l’operatore a rimanere sul bersaglio per tutto il tempo di volo del missile, esponendolo inevitabilmente al fuoco di reazione.

Al fine di poter disporre di un armamento più efficace, e al tempo stesso maggiormente trasportabile, verso la metà degli anni ’80 dello scorso secolo, apparvero tra le fila della fanteria dell’Alleanza lanciarazzi c/c in grado di distruggere anche gli MBT, per l’epoca, più protetti del Patto di Varsavia.

La propulsione a razzo consentiva una discreta gittata (400-500 m), non necessitava di un lanciatore pesante, in quanto il propellente, alla partenza, sfogava la sua energia posteriormente (nella parte aperta del lanciatore), limitandone però l’impiego negli ambienti chiusi.

Proprio l’entrata in servizio dei nuovi MBT sovietici (T-64B, T-72A e T-80U), che facevano ricorso, per implementare la protezione, a corazze reattive (piastrelle contenenti esplosivo che si attivano una volta colpite dalle cariche HEAT), rese necessario l’adozione di lanciarazzi controcarro “pesanti”, quali il tedesco Panzerfaust 3 (foto), l’inglese LAW-80 e il francese Apilas.

Il lanciarazzi tedesco è l’erede del “Pugno Corazzato” della Seconda Guerra Mondiale che tanti danni inflisse ai reparti corazzati sovietici.

Il Panzerfaust 3 ha un razzo di 110 mm - 125 mm con carica in tandem, introdotta in servizio nell’Esercito svizzero nel 1995 - in grado perforare oltre 700 mm di acciaio omogeneo a 500 metri.

Non si tratta di un’arma completamente spendibile (usa e getta), in quanto viene conservato il sistema di sparo e l’ottica di puntamento.

L’Esercito Italiano ne acquisì un grosso quantitativo nella metà degli anni ’90 per dotare la fanteria di un’arma anticarro a corto raggio efficace (sono stati ampiamente utilizzati in Iraq e in Afghanistan per compiti differenti dalla loro progettazione).

Inizialmente, lo stato maggiore era orientato verso l’Apilas (foto seguente), infatti ne acquisì un lotto per equipaggiare paracadutisti e incursori in Somalia, nel corso dell’operazione Ibis.

Il lanciarazzi francese ha un calibro di 112 mm ed offre le stesse prestazioni del Panzerfaust (anche in su questa arma gli organi di mira vengono rimossi una volta effettuato il lancio del razzo). In seguito è stata adottata dall’Arabia Saudita, Finlandia, Giordania e Corea del Sud.

L’inglese LAW-80 è un classico lanciarazzi “usa e getta”, con tubo estensibile di 94 mm di calibro e una massa pari a 9 kg. La sua peculiarità è dettata dalla presenza da un sistema per l’aggiustamento del tiro costituito da un piccolo fucile calibro 9 mm con 5 colpi, avente caratteristiche balistiche speculari a quelle del razzo. L’operatore, grazie ai proiettili traccianti, può individuare il punto d’impatto sul bersaglio e lanciarvi contro il razzo (un accorgimento già in uso con il cannone senza rinculo M-40 da 106 mm), ovviamente la massima efficacia si ottiene con un bersaglio fisso, tutt’altra situazione si verificherebbe con un bersaglio in movimento.

Con l’entrata in servizio dei sistemi missilistici più moderni - e quindi più leggeri e performanti - l’impiego dei lanciarazzi è diminuito, rimanendo comunque, essendo più economici, in uso presso varie milizie in Africa e Medio Oriente. Gli Hezbollah hanno fatto largo utilizzo del lanciarazzi russo Rpg-29, nel corso della Seconda Guerra del Libano (2006), causando molte perdite nel corpo corazzato israeliano.

Per onore di cronaca i Merkava Mk-4 danneggiati vennero recuperati (la corazzatura modulare del carro può essere facilmente sostituita se danneggiata o sostituita interamente con materiali più resistenti se disponibili) e riparati mentre gli equipaggi subirono pochissimi danni.

La testata da 105 mm dell’Rpg-29, in tandem, è in grado di perforare 1.000 mm di acciaio omogeneo a 500 metri di distanza.

Come detto precedentemente, l’introduzione di nuovi sistemi missilistici controcarro come lo Spike, lo Javelin, l’NLAW, etc. permette all’operatore di ingaggiare il bersaglio e mettersi al riparo in quanto sono “fire and forget”, in più hanno una carica doppia con profilo d’attacco dall’alto (ovvero dove il mezzo è meno protetto).

I lanciarazzi “pesanti”, quindi, hanno visto diminuire il loro impiego in favore di modelli meno potenti ma più leggeri, come ad esempio le ultime versione del LAW-66 (in particolare quelli prodotti dalla norvegese NAMMO), oppure lo svedese AT-4 e lo spagnolo C-90.

Tutti questi sistemi c/c vengono impiegati nel conflitto ucraino e, dalle informazioni che ci pervengono, stanno infliggendo pesanti perdite (insieme all’utilizzo di altri sistemi) ai corazzati russi.

Foto: Bundeswehr / Esercito Italiano / web