F-35: cosa farà quel casco da 400mila dollari?

04/04/15

L'F-35 Lightning II è uno dei sistemi d'arma più complicati mai sviluppati nella storia dell’uomo. Probabilmente, nella classifica delle piattaforme più complesse mai realizzate dall’uomo, dopo il sottomarino e lo space shuttle, tra qualche anno potrebbe avere una menzione d’onore proprio lo JSF.

Del caccia sappiamo praticamente tutto, così come conosciamo i suoi problemi di sviluppo, ma per capire realmente cosa sarà l’F-35, concentriamoci soltanto sul casco.

E’ chiamato banalmente casco. E’ progettato per proteggere la testa del pilota. Ovviamente fa anche quello, ma sarà qualcosa di mai realizzato per un jet da combattimento.

Il pilota, indossando il casco, non vedrà i limiti fisici del cockpit, ma il mondo: sopra, sotto o dietro di lui. Il pilota, ruotando la testa, per esempio, non vedrà il timone di coda, ma il cielo dietro di esso. Gli occhi del pilota, infatti, saranno le sei telecamere installate sul caccia per una visione a 360 gradi.

Ogni porzione di cielo sarà coperta dall’obiettivo di una telecamera che invierà in tempo reale le immagini al pilota. La visiera del casco, quindi, diventa una finestra sul mondo.

Definirla visiera poi sarebbe troppo riduttivo. Anche questo è un termine che non spiega opportunamente cosa farà quel visore che proietterà tutte le informazioni necessarie per il volo ed il combattimento.

Oltre alla velocità ed all’altitudine, per esempio, i piloti dovrebbero anche vedere i caccia nemici in arrivo così come le postazioni terrestri a centinaia di km di distanza.

Così i piloti collaudatori dell’F-35: “Quando il casco è esattamente sincronizzato con gli occhi del pilota, si entra in un mondo parallelo. Gli occhi umani si prestano a vedere il mondo così per come lo vede l’F-35”.

Questa tecnologia ha un prezzo. Ad aprile 2015, un singolo casco costa poco più di 400 mila dollari. Così come il caccia, anche il casco sta incontrando problemi di sviluppo.

Le precedenti versioni del casco presentavano problemi in presenza di turbolenza. Si sono verificati casi di latenza nel video che ha causato cinetosi nei piloti. La tecnologia di visione notturna poi, non funzionava come avrebbe dovuto. La “luce verde” oscurava la vista dei piloti. Le cose andavano così male che nel 2011 il Pentagono ha commissionato a BAE Systems un casco alternativo qualora quello in fase di sviluppo non avesse funzionato. Nel 2013, si decise di proseguire con quello della Rockwell Collins.

Secondo l’Executive Officer del programma F-35,il generale Chris Bogdan, il casco non rientra più tra i dieci principali problemi di sviluppo dello JSF. Quello oggi in dotazione è il casco di terza generazione. Presenta migliorie sotto il profilo software e con la visione notturna. Si notano, però, problemi di condivisione tra i caccia quando questi volano insieme. Il problema non si pone quando la formazione è composta da due caccia. In quel caso, i due F-35 sono in grado di condividere le informazioni ad oltranza e senza problemi. Una formazione di quattro caccia, invece, fornisce un quadro reale instabile, fornendo ai piloti falsi segnali sui bersagli.

Voli recenti hanno dimostrato che i progressi sul casco continuano e che molti dei precedenti problemi sono stati risolti. Le difficoltà maggiori si riscontrano nella visione notturna e nella proiezione delle immagini sulla visiera del casco.

Franco Iacch

(foto: Lockheed Martin / Rockwell Collins)