Le sorprendenti capacità militari degli Houthi

(di Andrea Gaspardo)
27/03/23

Mentre l'attenzione del mondo continua per la maggior parte ad essere focalizzata sulle vicissitudini della Guerra Russo-Ucraina, vi sono numerose aree che costituiscono altrettanti teatri di conflitti anche assai sanguinosi che sono state letteralmente dimenticate tanto dalle élite quanto dal grande pubblico nostrano, come se le guerra potessero cessare di esistere semplicemente “ignorandole”. Uno di questi conflitti è quello yemenita, in realtà altalenante da decenni e drammaticamente internazionalizzatosi dopo la sciagurata decisione presa dall'Arabia Saudita di mettersi alla guida di una coalizione di stati (per lo più arabi) che a partire dal 2015 stanno attivamente cercando di sopprimere la rivoluzione portata avanti dal movimento politico-religioso degli Houthi.

Nonostante siano passati 8 anni dall'inizio dell'intervento militare saudita e nel frattempo siano morti nell'assordante silenzio internazionale almeno mezzo milione di yemeniti, l'Arabia Saudita e i suoi alleati sia piccoli che grandi si sono dimostrati completamente incapaci di sradicare un movimento che ha basi assai più profonde di quanto originariamente anticipato sia da Riyadh che da gran parte degli analisti occidentali e non.

Vi è stato in tutti questi anni un gravissimo errore di valutazione nel ritenere che con l'entrata in campo a gamba tesa dei sauditi, di gran parte dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo e a ruota degli altri stati che in maniera diretta o indiretta hanno sostenuto le azioni della Casa Reale dei Saud, gli Houthi (per molto tempo considerati come niente più che una “banda di pecorai”) si sarebbero dispersi come foglie al vento.

Invece, contro tutti i pronostici, e pur considerando tutto ciò che è avvenuto in questo arco temporale, le forze della Coalizione non sono mai riuscite nemmeno ad avvicinarsi alla capitale yemenita Sana'a che resta saldamente nelle mani degli Houthi i quali, nel frattempo, sono riusciti in parte grazie alla forza, in parte grazie alla persuasione ed in parte per semplice mancanza di alternative a cooptare presso di sé le residue strutture statuali yemenite che essi stessi avevano largamente contribuito ad abbattere nel 2014 e ad imporsi come elemento insostituibile di quella che agli occhi di una grande fetta della popolazione del paese è diventata una guerra per la sopravvivenza nazionale ed identitaria.

Ciò che è interessante qui notare è stata la capacità degli Houthi di trasformarsi progressivamente ma inesorabilmente da forza irregolare di guerriglia (“un esercito di straccioni” per usare un termine abusato da diversi analisti militari israeliani) ad esercito convenzionale in grado di portare avanti limitate ma via via più incisive azioni nel teatro operativo locale.

Tale evoluzione è stata possibile in parte grazie al sostegno fornito agli Houthi dai loro partner iraniani (parlare di “alleanza” in questo caso è assai improprio!) ed in parte per effetto dalle lezioni anche sanguinose che il conflitto ha inevitabilmente insegnato.

L'ultimo esempio della progressiva crescita degli Houthi per quanto attiene le loro capacità di guerra convenzionale è stato fornito con la pubblicazione di diversi video tra i quali il seguente (https://www.youtube.com/watch?v=61AFAqz3rpA) relativi ad una loro esercitazione su larga scala avvenuta nello Yemen centrale in un'area di 60 chilometri quadrati situata non lontano dalla capitale. È necessario qui mettere le mani avanti ed affermare da subito che questo ed altro materiale audiovisivo prodotto dal centro di informazione degli Houthi è tutt'altro che esaustivo, ha uno spirito prettamente propagandistico ed è diretto soprattutto ad un pubblico domestico. Tuttavia ad una visione approfondita da parte di un attento osservatore, anche video di questa natura possono riservare delle interessanti sorprese! La prima di queste si trova già nei secondi di apertura, durante i quali è ben visibile un Mi-171Sh, variante assai avanzata da esportazione del Mi-8AMTSh prodotto per le forze armate russe.

In realtà non è la prima volta che gli Houthi dimostrano la capacità di adoperare degli elicotteri da combattimento dato che già in almeno due altre occasioni hanno utilizzato un Mi-24/35 per attaccare delle posizioni della Coalizione a guida saudita, anche se poi l'elicottero d'attacco in questione era stato distrutto dall'azione di risposta delle Forze Aeree Saudite. Fa comunque impressione vedere che, dopo 8 anni di guerra, vi siano ancora nello Yemen sotto il controllo degli Houthi dei velivoli che non siano ancora stati messi definitivamente fuori gioco dalle azioni delle aeronautiche della Coalizione e che nel frattempo gli Houthi stiano inesorabilmente imparando ad utilizzarli.

Un altro elemento che fa una certa impressione è l'equipaggiamento dei soldati. Per anni i guerriglieri Houthi hanno fatto capolino sui campi di battaglia vestiti ed equipaggiati in modo improvvisato e molto rudimentale mentre ora gli stessi uomini vestono divise militari regolari, gilet tattici con giberne, elmetti e zaini. I soldati poi non si spostano più solamente a piedi ma hanno imparato ad utilizzare i veicoli militari sia leggeri che pesanti (si notano blindati e veicoli da combattimento per la fanteria BMP) ed assaltano le finte posizioni nemiche in azioni che vedono l'utilizzo di armi combinate, come avviene in tutti i paesi laddove le dottrine militari sono ormai mature.

Non manca poi l'utilizzo di droni (anche civili) in grado sia di svolgere operazioni di ricognizione che di rilasciare munizionamento in maniera sufficientemente precisa (da questo punto di vista la Guerra Russo-Ucraina ha fatto scuola!).

Ma il dettaglio più interessante, almeno per quanto riguarda il sottoscritto, è stata l'apparizione di un carro armato T-80BV, riconoscibile immediatamente per la presenza dello scarico della turbina a gas SG-1000 situato nella parte posteriore del mezzo.

Confesso apertamente che questo non me lo aspettavo! Prima degli eventi del 2014-2015 lo Yemen era dotato di una non disprezzabile forza corazzata che annoverava, in qualità di mezzi più moderni, non meno di un centinaio di carri armati T-80BV e T-80U acquistati negli anni precedenti da Russia e Bielorussia, tuttavia si riteneva che essi fossero ormai scomparsi da tempo, distrutti nel marasma della guerra. Ed anche se il loro destino non fosse stata la certa distruzione, quanto meno si riteneva che gli Houthi non fossero in grado di operare dei mezzi così sofisticati e bisognosi di manutenzione come dei carri dotati di turbina a gas. E invece anche in questo caso gli Houthi sono stati in grado di sorprenderci, validando una volta ancora il prudente adagio pronunciato in occasione della Guerra Iran-Iraq che: “Gli analisti occidentali sembrano sottostimare costantemente l'abilità del Terzo Mondo di gestire la tecnologia avanzata”.

Vedremo nel futuro quali altre sorprese ci riserveranno i non più tanto “pecorai yemeniti”.

Fotogrammi: الإعلام الحربي اليمني