La parola ai lettori: la politica estera del governo gialloverde. Tra luci e ombre

(di David Rossi)
25/02/19

Amici lettori, meno di due settimane fa, vi avevamo chiesto di giudicare la politica estera e di sicurezza del governo, a fronte di prese di posizione che avevamo definito “creative” (su Venezuela, missioni all’estero, cyber security, ecc.) anche per i palesi tentativi del Quirinale e del Viminale di porvi rimedio. Qui di seguito, trovate le risposte di alcuni di voi.

Quanto a me, devo dire che certe decisioni e prese di posizioni dell’attuale governo mi paiono ispirate da una massima evangelica: la mano destra non sa che cosa fa la sinistra. O per metterla in geometria: le posizioni di Grillini e Leghisti si incontrano solo all’infinito, come due rette parallele. Ma a ben vedere, per governare l’Italia questo è già abbastanza…

L’analisi di Sergio, una vecchia conoscenza di questa rubrica, merita di essere pubblicata senza commento, per quanto è molto analitica per conto suo.

I cambiamenti climatici hanno portato movimenti di popoli epocali e sfide nuove e difficili per tutti. Politiche sobrie e lungimiranti sono obbligate, come rapportarle a valori e interessi nazionali. È dall’epoca romana che il cosiddetto Bel Paese è impantanato i gineprai ideologici e d’interessi. Non esistono cause, bensì pretesti. Quella dei nostrani politici non è “sana” competizione politica, ma una confusa riunione di condominio fra eterogenei condomini ottusi. Le metodologie di approccio a questioni interne ed esterne anche di peso elevato, sono le medesime.

Venezuela: senza entrare in merito alla regolarità della carica di Maduro o al rapporto Guaidò/Usa, trovo indecente aver sostenuto a parole Guaidò per poi al voto europeo prendere le distanze nascondendosi dietro retorica neutrale da quattro soldi. Una mitezza controproducente che ottiene disprezzo da Maduro, Guaidò, Europa e italo-venezuelani, senza benefici. In questo caso come si faceva si faceva bene: tacere e lasciare che se la sbrigassero? Ok. Appoggiare questo signore che si autoproclama presidente? Ok. Negare entrambi? Ok. Ma la posizione doveva essere ferma e decisa e ben ponderata sin da subito.

Gilet Gialli: non sarebbe la prima rivoluzione nata da condivisibili principi, poi finita in mani sbagliate. Se anche individualmente se ne condividessero i principi originali, è inammissibile, per un partito di un governo straniero, prendere posizioni ufficiali favorevoli. Aggravato dal fatto che trattasi di una sola parte di governo, mentre l’altra promuove leggi anti-picchetti.

Afghanistan: altra mezza misura con ridotti interessi nazionali. Mentre Graziano s’inchina, gli onorevoli sforzi dei nostri ragazzi non sono sufficienti per fare la differenza, ma hanno costi rilevanti. Implementare? Ritirarsi? No, restare a metà strada.

Conte, Trenta e chi ci rappresenta all’estero sono puntualmente scavalcati, smentiti o manipolati da Di Maio e Salvini in perpetua campagna elettorale, aggiungendo ulteriori problemi e imbarazzi in un momento già difficile. Non vedo luce.

Antonio non nasconde di avere aperto un credito di fiducia verso la maggioranza gialloverde.

Sono un appartenente alle Forze dell’Ordine. Era ora che un Governo uscisse dai ranghi subalterni e tradizionali dell’Europa, finalmente fuori dal coro. Nessuna fuga dall’Afghanistan, gli americani stanno per ritirare le truppe e se loro vanno noi andiamo. Gilet gialli? Ha fatto bene Di Maio a simpatizzare con loro, non ricordate le parole di Macron sul populismo italico? Per non parlare di Sarkozy che per togliere di mezzo l’ENI ha rovesciato Gheddafi… Il Governo ha tagliato molto della Difesa -è vero! - ma ha ereditato una buona dose di guai dai governi precedenti e si sa la Difesa non è contemplata nelle promesse elettorali. Stanno facendo un buon lavoro, perseguono una politica di ostracismo ed ostruzionismo cercando di far cambiare l’Europa...

Gli italiani hanno, in politica, guai tragici, ma…non seri. Un antico “cliente” di queste pagine, Luca, ha il dono dell’ironia…

Finchè la barca affonda lasciala andare, finché la barca affonda tu non remare, finché la barca va, stai a guardare, quando l'Italia viene il campanello suonerà.…….Tanto gli Italiani non sentono…..

Afghanistan: il paese da secoli più guerriero al mondo. Gli Afgani: se non avevano gli Inglesi o i Russi di turno si scannavano tra tribù. Adesso che il videogioco americano è finito, torneranno alle loro antiche tradizioni. Cinico? Studiatevi la storia del popolo più guerriero del mondo; se volete imitarli regalate un kalashnikov a vostro figlio di undici anni. Sono meravigliato che ci abbiano risparmiato ma d'altronde le spade non fanno più nulla, i fucili ad avancarica anche, gli AK pochino; troppo il divario tecnologico: loro possono fiutarti ma tu con un visore notturno….

Venezuela: ricchissimo paese ci sono tanti ma tanti Italiani o di origine Italiana, indebitatissimo con Russia e Cina. Tutti hanno a cuore le sue ricchezze. Chávez/Maduro forse corrotti? Forse hanno portato il paese allo sfacelo? Sta di fatto che Guaidò è già dentro, che i Gringos entreranno se garantiranno il debito dei Russi e dei Cinesi. Noi che famo? Personalmente se avessimo delle forze armate invierei un contingente italiano per garantire il nostro legame umano con quel paese che ha dato tanto ai nostri connazionali, per aiutare la popolazione dalla follia politica, ops scusate a volte ho delle allucinazioni.

La maestra Joséphine: non è un film porno anni Settanta ma la vostra futura insegnante di francese. Eh sì, ragazzi: o devo cominciare a chiamarvi garçons? Se ci fanno fuori gli ultimi pozzi in Libia e crolla l'Eni ex Agip per chi fa benzina, il corso di francese non ve lo toglie nessuno. Magari meglio di morire in Libia per difendere gli interessi nazionali? Una cosa è certa: c'è sempre meno Italia, telefoniamo in francese con la TIM, scambiamo i nostri soldi con le banche francesi come Unicredit, adesso faremo gasolio con la compagnia sempre francese Eni. E si che eravamo un paese che aveva tutto: avevamo i padani i nostri talebani, i meridionali i nostri latinos, avevamo il Vaticano prima che lo riportassero ad Avignone, avevamo Leonardo da Vinci, Garibaldi, Andreotti, diciamo che è stato bello finché è durato.

Finché la barca affonda lasciala andare, finché la barca affonda tu non remare, finchè la barca va, stai a guardare, quando l'Italia viene il campanello suonerà...Tanto gli Italiani non sentono… Il governo attuale? Italiano, ma mi sa tanto che sarà l'ultimo. Faranno la fine di Maduro, Napoleon le nouveau!!!

Andrea è un analista molto…real-politik!

Tolto che andrebbe semplicemente detto che la nostra politica estera - mediorientale, africana, ma anche asiatica persiana, caucasica limitrofa - è dettata (subordinata?) dalle necessità-volontà di ENI, oltre a quelle di Leonardo-Finmeccanica, cosa che porta spesso a confrontarsi nient'affatto amichevolmente coi nostri "partners/alleati" europei e NATO, oltre che con altri paesi concorrenti naturali, pertanto va inquadrata in prospettiva geo economica-energetico-affaristica, quindi niente o punto politico-storico-ideologica, e tacendo per decenza umanitaria... e che quella di difesa è un concetto riferito alla prevenzione attiva/passiva al terrorismo...

- Fuga dall’Afghanistan: forse prima sarebbe opportuno cominciare a spiegare (sono 75 anni che aspettiamo) perché l'Italia DEVE prestare (gratis) soldati, attrezzature, infrastrutture a USA, NATO, ONU quando ordinato e agli "alleati" europei. Tutto poi apparirebbe chiaro, anche se forse un po' penoso.

- Negazione del sostegno a Guaidò: è un problema del M5S, che invece pensa sia un'opportunità (che condiziona il governo solo in parte) per sembrare di sinistra in qualcosa. Meglio qui che altrove comunque (dato che ad ENI il posto non interessa). Son ragazzi...

- Le briciole della cyber security: Strano. Gli M5S, oggi di governo, sono disciplinati e sotto regia-tutela della Casaleggio, che dovrebbe capire più di altri l'importanza della questione. O forse no. O forse chissà.

- Sostegno ai Gilet Gialli: Son ragazzi (2)... Pensano di essere dei politici ma nessuno si è preso la briga di spiegargli anche solo il significato etimologico del termine, e loro non si sognano neppure di studiarlo. L'alleato Salvini, che ha letto come e forse meno di loro, almeno è dotato di istinto politico. Finché dura la liaison...

Il lettore Lorenzo pone domande legittime sui fondamenti delle relazioni internazionali del nostro Paese.

La questione per questo governo, per i passati e per i futuri governi, 
si risolve nelle domande che nessuno formula mai:
1) Essere alleati corrisponde ad essere servi cioè a subire le scelte di politica estera del nostro alleato?
2) Criticare e non allinearsi completamente alle scelte di politica estera di un alleato comporta sempre di volere rompere l'alleanza?
3) Se le scelte di politica estera di un alleato cozzano con gli interessi strategici del nostro paese, dobbiamo necessariamente ed obbligatoriamente sacrificare i nostri interessi strategici?
4) L'alleanza politico militare tra stati si caratterizza o no per essere un contesto di primus inter pares?
5) Ad eccezione del proditorio attacco militare alla sovranità nazionale di un nostro alleato (per intenderci l'aggressione subita alla propria integrità territoriale, alla vita dei suoi cittadini sul suolo patrio insomma alla aggressione per attacco e/o invasione - ed escludo l'atto di terrorismo ricordando il discorso alle Camere dell'onorevole Andreotti dopo il triste evento dell 11/9/2001) rispetto alla quale, scatta senza ombra di dubbio l'obbligo di difesa da parte nostro dell'alleato, quando siamo obbligati ad allinearci in adesione alle richieste dell'alleato?
6) Relativamente al patto atlantico e ai Trattati UE, quali obblighi comportavano rispetto alle vicende Libiche, Siriane, Ucraine dal 2011 in poi e, quali obblighi comportano rispetto all'attuale vicenda 
venezuelana?
Insomma, tutti gli alleati chiamano l'Italia ad allinearsi alle loro scelte ma, noi, possiamo chiamare gli alleati ad allinearsi alle nostre? 
Noi abbiamo noi scelte di politica estera? Nella vicenda che ha coinvolto i nostri soldati La Torre e Girone, qualche alleato si è allineato a noi? o abbiamo chiamato qualche alleato ad allinearsi a noi?
Non sono un militare ma a me pare che, l'Italia subisca sempre e non chieda mai ed anzi, le poche volte che chiede, venga invece lasciata con un palmo di naso.
Mi sbaglio?

Foto: presidenza del consiglio dei ministri