Emergenza Covid19, l’importanza dei nostri militari non va sottovalutata

(di Gianluca Celentano)
11/03/20

Con una percentuale d’investimento del PIL di appena l'1,3% riservato alla Difesa (la quota comprende anche la spesa per l'Arma dei Carabinieri!), i nostri ragazzi in uniforme stanno facendo da decenni l’impossibile, in particolar modo oggi che sono impegnati anche sul versante Covid19.

Una percentuale che dovrebbe arrivare al 2% se osserviamo le linee guida Nato, un valore che opportunatamente suddiviso, sarebbe la garanzia finale per le esigenze dei singoli comandi delle Forze Armate.

Non è il momento delle polemiche, ma la riteniamo una prospettiva civile e coerente se non ci fossero continue frizioni politiche e di preconcetto dettate dalla revisione della spesa pubblica e dai vincoli con Bruxelles, per i quali come sappiamo, sono stati minati i capisaldi essenziali del paese, come sanità, trasporti, infrastrutture e scuola oltre al comparto difesa.

Insomma una percentuale maggiore di risorse che nel caso della Difesa si tradurrebbero in un’operatività e funzionalità a 360 gradi del comparto, in particolar modo nell’ottica di una futura di una riduzione alle 150 mila unità; una condizione che dovrebbe rivalutare, come abbiamo già riportato, i reparti, la riserva e i Corpi Ausiliari come una sicura risorsa di pronto impiego per completare l’organico sia in ambito tecnico professionale sia logistico e sanitario.

Da elogiare è l’impegno dei soccorritori e del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale che in tempi ristretti hanno messo a disposizione strutture sanitarie mobili, prima nel nord Italia e successivamente in tutta la penisola.

In questi giorni la parola d’ordine è comprensibilmente di rimanere a casa, ma si è gridato "al lupo" un po' troppe volte e in maniera alternata da parte di amministratori pubblici e politica, in taluni casi con un opinabile e contagiosa ipocrisia.

Una Sanità inascoltata

I danni derivati dai tagli alle risorse del comparto sanitario, per lo più condivise dalla politica, stanno bussando alla porta in queste settimane e tutto lo sforzo è sulle spalle dei nostri operatori sanitari e medici, inascoltati negli anni scorsi. Un’emergenza che attacca silenziosamente i cittadini ha il brutto difetto di non essere prevedibile ma questo ovviamente non giustifica una limitazione di risorse piuttosto che il non ascoltare chi è del mestiere.

Su questo tema, la competenza, si è espresso con molta chiarezza anche Walter Veltroni ieri sera a Otto e mezzo su La7. Non abbassare mai la guardia verso le emergenze è imperativo per l’amministrazione pubblica ma senz’altro appena avremo risolto – perché lo risolveremo – questo dramma, il paese rivaluterà con molta più lucidità l’importanza dei ruoli professionali e competenze.

Militari Multitasking

Che i nostri soldati possano avere capacità in un ampio range specialistico è assodato: basta ricordare le numerose defaillance pubbliche nel quotidiano e non solo durante le emergenze; ad esempio le ipotesi d’impiego nell’asfaltatura strade o il reale impiego come netturbini, nonché il decennale utilizzo "provvisorio" in Strade Sicure. Compiti per i quali, grazie alla formazione periodica all’interno delle caserme, i nostri ragazzi sono costantemente pronti a 360 gradi ma, andrebbe anche ricordato che, in virtù degli stringati budget, i militari dovrebbero rappresentare l'ultima opzione a cui un paese dovrebbe ricorrere.

Lo sfogo del consigliere della Regione Puglia Mario Conca

Dal suo sito Conca non le manda certo da dire al Governo centrale asserendo che: “C’è bisogno di misure severissime, prima che sia troppo tardi. E per questo abbiamo rivolto sei richieste al Governo nazionale per altrettante misure chiare e rigide. È noto, infatti, che il contenimento più rigoroso va applicato nelle regioni relativamente poco colpite dal virus, ancor più che in quelle ove ormai il focolaio è in piena espansione”. Parole chiare e nette quelle del consigliere, che proprio ieri sulla sua pagina social ha ribadito il concetto con un video ed altre considerazioni sull’ormai pandemia del Coronavirus. Inutile riproporre la gravità dei tagli alla sanità che l’amministratore regionale ha sottolineato nel suo discorso e per i quali fa un chiaro riferimento ai 28.000 posti di terapia intensiva dislocati in Germania, contro i circa 4.900 presenti in Italia.

Conca sostiene che sono pochi anche i tamponi effettuati nella sua regione prospettando a breve scadenza un quadro non certo roseo legato al virus. È evidente che la sua linea è di grande scetticismo rispetto quella governativa che farebbe affidamento più sull’autodisciplina dei cittadini, in questi giorni comunque ancor più intimoriti dalle notizie.

Più fermezza quindi per fermare il virus. Pur non volendo alimentare allarmismi, Mario Conca è certo che il sistema reggerà facendo scuola, ma per la sua Puglia non nega l’utilità di impiegare massicciamente anche gli ospedali da campo militari CBRN e magari le navi ospedale della Marina Militare. Una prospettiva che, nella peggiore delle ipotesi, manderebbe in tilt anche le strutture più organizzate come Lombardia e Veneto, quindi un’opportunità quella militare, da non sottovalutare ma, anzi, da incrementare precauzionalmente ancor più e per tutto il paese. Un quadro che deve tener conto che i nostri soldati sono persone anche loro soggette al nemico invisibile, il Covid19, quindi le decisioni devono essere prese in fretta, prima di veder decimati anche i soccorsi.

Alla luce di un possibile o imminente blocco totale per scongiurare nuovi contagi, non mancheremo di aggiornarvi sull’impiego multitasking dei nostri militari.

Un doveroso ringraziamento a tutti i Medici e Infermieri, civili e militari, impegnati nello snervante momento, ma anche un sincero augurio di pronta guarigione ai capi di stato maggiore in isolamento.

Foto: ministero della Difesa / Difesa Online