OCCAR: dalla A (400) ai PPA. Intervista all'ammiraglio Matteo Bisceglia

(di Andrea Cucco)
27/01/21

Da oltre un anno abbiamo un connazionale alla direzione di un'organizzazione internazionale di primo piano. Non trattiamo di un travet della politica piazzato alla bisogna, ma di un "tecnico" di livello che prima dell'incarico è stato direttore degli Armamenti Navali presso il segretariato generale della difesa/direzione nazionale degli armamenti.

Parliamo dell'ammiraglio Matteo Bisceglia, un ufficiale che avevamo incontrato qualche anno addietro durante la consegna della quinta FREMM alla Marina Militare (v.video). In quell'occasione ne avevamo apprezzato professionalità e schiettezza. Approfittiamo di queste qualità per farci raccontare - oggi - una realtà, a nostro avviso, poco conosciuta ed apprezzata.

Ammiraglio, cosa è l'OCCAR, Organisation Conjointe de Coopération en matière d'Armement?

OCCAR, Organisation Conjointe de Coopération en matière d'Armement o in italiano Organizzazione Congiunta per la cooperazione in materia di armamenti - è un'organizzazione internazionale il cui core-business è la gestione dei programmi di cooperazione per sistemi d’arma lungo tutto il loro ciclo di vita.

L'organizzazione è stata istituita nel 1998 con la firma della cosiddetta “Convenzione” (OCCAR Convention) dai ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia e Regno Unito. La Convenzione ha la valenza di un trattato internazionale ed stata ratificata dai Parlamenti delle quattro nazioni fondatrici nel 2001, conferendo ad OCCAR la propria personalità giuridica. Nel 2021 sarà operativa da 20 anni e prevediamo di organizzare dei seminari a livello dei Ministri membri del Board of Supervisor.

Ai quattro già citati paesi fondatori si sono uniti Belgio e Spagna rispettivamente nel 2003 e nel 2005, portando a sei i Paesi Membri dell’OCCAR.

Caratteristica fondamentale dell’OCCAR è l’apertura non solo ai paesi membri ma anche a tutti i paesi europei e non che intendano affidare la gestione dei Programmi d’Armamento all’Organizzazione accettandone le regole e questi, nell’ambito del singolo programma hanno gli stessi diritti dei Paesi Membri Partecipanti.

Attualmente abbiamo 6 paesi Partecipanti Non Membri dell’OCCAR: l’Olanda partecipa nel programma BOXER insieme alla Lituania, la Turchia partecipa nel programma A400M, la Polonia e la Finlandia partecipano nel programma ESSOR (la Svezia nella Fase 1 del programma). OCCAR gestisce la fase di acquisizione per conto della NSPA (NATO Support and Procurement Agency) nel Programma MMF.

Abbiamo anche Paesi Osservatori dei Programmi OCCAR tra cui il Brasile nel programma italo-francese LSS (Logistic Support Ship), il Belgio nel MALE-RPAS e l’Australia nel BOXER.

Oggi OCCAR gestisce 15 Programmi,  destinati ad aumentare nel breve termine con il completamento del processo di integrazione dei sommergibili Near Future Submarines NFS (IT), Light Weight Torpedo LWT (IT-FR-DE-AU) e di altre iniziative con l’Unione Europea. Attualmente OCCAR ha un portafoglio ordini di circa 80 miliardi di Euro e un Budget operativo annuale (riferito ai Programmi) di 4 miliardi di Euro.

Da oltre un anno dirige l'organizzazione. Un’opportunità anche per il nostro Paese?

Ogni Staff member e quindi anche il Direttore, entrando in OCCAR giura fedeltà all’Organizzazione e perde la propria connotazione nazionale. Tuttavia, come italiano sono orgoglioso di vedere come l’Italia sia fortemente impegnata nella cooperazione internazionale e presente nell’OCCAR. In particolare, l’Italia è uno dei sei Paesi Membri e dei quattro Paesi fondatori dell’OCCAR. Inoltre, partecipa in 7 programmi gestiti dall’Organizzazione: FREMM, PPA, LSS, MALE RPAS, ESSOR, MUSIS e FSAF PAAMS e ne è prevista la partecipazione ad almeno altri due, LWT e NFS, in fase di integrazione.

La cooperazione internazionale in generale e quella nell’ambito difesa nello specifico, a mio avviso, è l’unica possibilità per le nazioni di affrontare gli importanti investimenti necessari per mantenere lo strumento militare aggiornato ed efficiente in linea agli attuali scenari geopolitici internazionali. La Cooperazione, infatti, permette non solo la ripartizione dei costi non ricorrenti di sviluppo tra i vari stati partecipanti e rilevanti economie di scala legate al numero di sistemi acquisiti, ma anche lo sviluppo di tecnologie avanzate sfruttando le eccellenze di ogni nazione. Ovviamente, rilevante è anche il ritorno economico per le industrie nazionali che affiancano gli enti governativi nella realizzazione dei progetti e un ruolo fondamentale nel promuovere la cooperazione viene e mi auguro verrò sempre di più dal comparto industriale che ha ben chiare le difficoltà future legate ai continui tagli nei budget nazionali per la difesa.

Il vantaggio competitivo dell’OCCAR rispetto ad altre organizzazioni similari operanti nella cooperazione militare, consiste nell’essere un’organizzazione snella ed efficiente che con poco più di 300 dipendenti. L’OCCAR abbina ad una struttura dedicata alla gestione del singolo Programma, la cosiddetta Divisione di Programma, un Ufficio Centrale di coordinamento che mette a fattor comune tutte le funzioni “ricorrenti” di un’organizzazione quali la Finanza, le Risorse Umane, la normativa per la Gestione dei Programmi ed il Supporto dei Siti e l’ICT, riducendo i costi di overhead per il funzionamento ma garantendo alti standard di performance per il management dei Programmi.

In ambito navale lei è un "tecnico". Il suo staff entra anche nel merito dei programmi multinazionali o è più un'attività di coordinamento?

OCCAR è in grado di gestire i Programmi lungo tutto il ciclo di vita di un sistema d’arma dalla preparazione in collaborazione con gli stati o altre organizzazioni quali la European Defence Agency (EDA), alla alienazione, con core business nelle fasi di definizione, sviluppo, produzione e supporto in servizio.

La Divisione di Programma (PD) che ho già citato, evolve e si adatta nel tempo alle necessità della gestione del singolo Programma e ricerca e acquisisce le professionalità in ciascun settore. Ciascuna PD copre quattro ambiti principali: Programme Management, Tecnico, Finanza/Legale, Logistica.

Con queste competenze, abbiamo tutte le capacità per entrare in maniera approfondita nel merito dei singoli programmi offrendo analisi specialistiche a supporto dei processi decisionali degli stati partecipanti.

Questo è quello che gli Stati Partecipanti che sono i nostri principali stakeholder e, se vuole, clienti, richiedono all’OCCAR.

Fate anche "vigilanza" e avete facoltà di sanzionare aziende partner di un programma?

OCCAR agisce come Contract Authority per conto degli Stati Partecipanti. Come nei contratti nazionali è una delle due parti dell’accordo negoziale e vigila sulla corretta esecuzione delle clausole sia amministrative e tecniche per il soddisfacimento dei requisiti di tempo, costo e performance indicati dagli Stati Partecipanti.

Nel nostro esercizio eseguiamo audit presso le aziende contraenti e presso i loro sub-contraenti per assicurare il rispetto degli standard di qualità contrattuali.

OCCAR non ha potere sanzionatorio se non per quanto previsto dalle clausole contrattuali per quanto attiene le penalità o i danni liquidati. I contratti che negoziamo comprendono, ovviamente, anche clausole sulla terminazioni anticipate per volontà/colpa di una delle due parti e i relativi doveri.

Personalmente sono convinto che per avere successo in Programmi complessi bisogni collaborare con le aziende e risolvere congiuntamente le problematiche che sicuramente emergono in queste attività, specie se legate allo sviluppo di nuovi sistemi.

Chi definisce i requisiti di un sistema d'arma? Avviene lo stesso sia all'estero che in Italia?

Generalizzando, si può dire che i requisiti operativi è prerogativa degli Stati Partecipanti ai Programmi ovviamente tramite gli Stati Maggiori delle Forze Armate interessate. La procedura non è molto differente tra estero e ambito nazionale, se non che in cooperazione sono più numerosi gli stakeholder coinvolti e in un certo senso i vincoli e requisiti da soddisfare.

Ogni Stato Membro ha il proprio processo decisionale, e di approvazione dei requisiti. Fondamentale è però il ruolo dell’OCCAR nell’armonizzare tra loro i diversi requisiti per conseguire quanto più possibile configurazioni comuni che garantiscono dal lato operativo una maggiore interoperabilità e da un punto di vista più tecnico una maggiore supportabilità con una riduzione sensibile dei costi di mantenimento in esercizio ed in generale sull’intero ciclo di vita dei sistemi d’arma.

Quando i requisiti sono armonizzati e approvati da tutti gli Stati Partecipanti al Programma, viene avviata la procedura negoziale con i potenziali fornitori secondo le procedure contrattuali individuate come più idonee al soddisfacimento dei requisiti di tempo, costo e performance. Ovviamente in taluni casi, specie quando sfidanti vincoli temporali vengono richiesti dagli Stati Partecipanti, il coinvolgimento della controparte industriale può essere anticipato parallelizzando le fasi di definizione dei requisiti e negoziazione.

A novembre il programma MALE RPAS avrebbe fatto un passo avanti. Non solo sembra aver rinunciato a soluzioni stealth, ma avrà una propulsione (bimotore turboelica) che lo farà individuare - anche solo acusticamente - a decine di miglia di distanza. Un compromesso politico, industriale o tecnico?

Il MALE RPAS sarà certificato per coprire un ampio spettro operativo che comprende anche le operazioni in patria (soccorso in caso di calamità, ecc.) e sarà un punto di svolta per la difesa dei paesi coinvolti grazie alla sua connettività ai sistemi di combattimento aereo (come satelliti, centri di controllo, AWACS o elementi tattici, ecc.), alla sua capacità di carico pagante, al suo potenziale di crescita ed alla sua integrazione nel traffico aereo europeo.

Come abbiamo già avuto modo di discutere, i requisiti operativi vengono definiti dagli Stati Partecipanti e dalle relative Forze Armate.

Posso tuttavia confermare che, per quanto riguarda il requisito stealth, gli Stati Partecipanti al Programma, fin da subito lo hanno ritenuto non essenziale per l’assolvimento delle proprie missioni di sorveglianza. Analogamente il requisito acustico sarà soddisfatto con particolari accorgimenti tecnici nonostante la propulsione bimotore, preferita per ragioni di sicurezza e di aeronavigabilità, proprio per non limitare l’utilizzo del MALE RPAS in teatri operativi ma consentirne l’utilizzo anche in aerovie commerciali per l’assolvimento dei citati compiti dual-use.

Essendo un Programma di cooperazione tra quattro nazioni, l’attività di armonizzazione dei requisiti è stata complessa, specie con l’intento di rispettare i vincoli di budget e di tempo per la consegna dei primi esemplari. L’importanza del Programma MALE RPAS va oltre considerazioni tecniche. Il MALE RPAS sarà sviluppato con componentistica ITAR-free, assicurando per la prima volta la totale indipendenza da paesi terzi per l’impegno operativo del sistema rafforzando in maniera rilevante l'autonomia strategica dell'Unione europea e di tutti gli Stati partecipanti al programma. significativo passo nell’ambito di una politica di difesa comune europea.

L'Italia è artefice di molti programmi, anche al di fuori dell'OCCAR e anche in solitaria. Le economie di scala, secondo lei, vengono tenute adeguatamente presenti dai governi?

Le decisioni di sviluppare sistemi d’arma in cooperazione o no ed in secondo luogo l’affidamento o meno all’Agenzia che ho il privilegio di guidare, sono prerogative esclusivamente nazionali. Ovviamente in tali decisioni pesano considerazioni militari/operative, politiche ed industriali.

Come già accennato la cooperazione offre numerosi vantaggi, in primis risparmi legati ad economia di scala e condivisione dei costi. Il rovescio della medaglia è che inevitabilmente bisogna essere disposti a ricercare e accettare trade-off ancora una volta di varia natura, tecnico-prestazionali, industriali etc.

Tutto questo è ben noto alle Forze Armate ed anche ai diversi governi che nelle loro scelte, valutano opportunamente come i programmi di cooperazione, che hanno generalmente durate che eccedono i singoli mandati di governo, rappresentano di fatto impegni internazionali che il Paese assume nei confronti degli altri partner e l’importanza che ha onorare gli stessi nel tempo tutelando la credibilità e la reputazione dell’Italia.

Foto: OCCAR / Bundeswehr / Marina Militare / Airbus