Intervista al gen. Fronda (Brigata Informazioni Tattiche): "forniamo le informazioni per poter operare efficacemente"

(di Andrea Cucco)
01/04/21

Il nostro Esercito è composto da reparti che spesso operano in silenzio e sono pressoché sconosciuti al grande pubblico. Pur non avendo la visibilità di altri assetti più iconici e celebri, hanno non di rado un'importanza fondamentale per la riuscita delle operazioni. Tra queste realtà c'è la Brigata Informazioni Tattiche, al cui comando - dallo scorso novembre - è stato posto il generale Maurizio Fronda.

Ufficiale con un'importante esperienza all'estero, si è reso disponibile per spiegare ai nostri lettori la grande unità.

Generale Fronda, cos’è la "Brigata Informazioni Tattiche"?

La Brigata Informazioni Tattiche rappresenta la soluzione “centralizzata” dell’Esercito Italiano per l’ottimale impiego delle proprie risorse altamente specializzate nelle diverse discipline Intelligence, garantendo unitarietà di comando e di indirizzo nei confronti delle unità specialistiche dipendenti, sia in ambito operativo che addestrativo. In particolare, essa racchiude in sé tutte le principali capacità di raccolta informativa tattica e di valorizzazione della Forza Armata, quali gli assetti di Guerra Elettronica, di sorveglianza strumentale dell’area di operazioni, e di raccolta di informazioni da fonte umana. A questi si affiancano reparti specialistici per l’analisi integrata dei dati raccolti e per il supporto operativo alla Guerra Elettronica.

La brigata appronta gli assetti delle unità dipendenti per l’impiego fuori dal territorio nazionale con il compito di condurre attività di raccolta sulla base delle esigenze informative individuate dal comandante del contingente e concorre, sin dalle fase di approntamento dell’unità supportata, alle attività di pianificazione con la costituzione e la messa a disposizione di articolazioni di analisi, di gestione della raccolta informativa, di analisi di dati geospaziali, di coordinamento della attività di Guerra Elettronica e di quelle relative alla Human Intelligence.

In definitiva la missione del Comando Brigata Informazioni Tattiche è quella di garantire la corretta implementazione del ciclo Intelligence attraverso le proprie articolazioni distaccate a favore del comando che le riceve in rinforzo per la specifica esigenza.

Il reparto ha attraversato negli anni profonde trasformazioni: quali sono le differenze rispetto alla precedente RISTA/EW o al Centro di Difesa Elettronica? I cambiamenti sono ancora in corso? 

L’odierna Brigata Informazioni Tattiche è frutto di graduali cambiamenti dettati soprattutto dalla individuazione di nuove esigenze informative. La brigata si è costituita nel novembre del 2018, dalla trasformazione della Brigata RISTA-EW, istituita nel 2004 e a sua volta originata - come lei ha giustamente sottolineato -, dal preesistente Centro Difesa Elettronica costituito in Anzio (RM) nel 1963.

La Brigata RISTA EW viene costituita il 1° giugno 2004 con l'intento di conferire unitarietà di comando e di indirizzo programmatico agli assetti di sorveglianza strumentale del campo di battaglia, di Guerra Elettronica e di raccolta informativa da fonte umana della Forza Armata. Il tutto a supporto delle operazioni condotte dalla Difesa nei moderni scenari operativi dove la conoscenza dell’ambiente in cui si opera e la comprensione delle dinamiche tra vari gruppi sociali e attori è indispensabile per l’assolvimento della missione e per la minimizzazione del rischio per il nostro personale. A tal fine, essa ha il compito di potenziare la capacità di raccolta informativa della Forza Armata mediante l’addestramento del personale del comparto nell’impiego dei mezzi e materiali a disposizione, la sperimentazione di nuove tecnologie, l’acquisizione di nuovi sistemi, lo studio di nuove modalità d’azione.

La Brigata Informazioni Tattiche conserva invariata la missione della Brigata RISTA-EW che è quella di fornire al comandante in operazioni le informazioni necessarie per poter operare efficacemente.

Infine, in tema di cambiamento, la brigata è oggi al centro di un ambizioso progetto di trasformazione e potenziamento finalizzato ad accrescere la capacità dei comandanti delle unità di manovra di operare nei principali domini dei moderni ambienti operativi. Esso si esplica attraverso l’integrazione nella ri-denominata Brigata di Manovra Multi Dominio degli assetti delle Informazioni Tattiche con quelli dedicati alle Information Operations e quelli destinati ad operare nel dominio cyber.

Cos’è la HUMINT? Come si forma il personale a questo tipo di Intelligence? Servono particolari attitudini o chiunque può apprendere? 

La Human Intelligence è, letteralmente, la raccolta di elementi informativi mediante lo sfruttamento da fonti umane al fine di soddisfare le esigenze informative identificate dal comandante.

Lo stato maggiore dell’Esercito ha previsto un iter particolare per l’alimentazione del reggimento HUMINT che inizia con la verifica di determinati requisiti d’impiego del personale partecipante alle ricerche ordinarie ovvero straordinarie per il ripianamento delle posizioni organiche “specialistiche operative” e la valutazione del profilo psico-attitudinale necessari per la disamina di aspetti inerenti ad esempio alla motivazione allo specifico lavoro, risoluzione di problemi di natura diversa e in contesti eterogenei (problem solving), capacità di autocontrollo e gestione dello stress (stress management), capacità nella comunicazione verbale ecc.

Il personale così selezionato viene quindi avviato alla frequenza di una serie di corsi, il cui superamento è condizione necessaria per l’assegnazione al reparto. Questi ultimi si svolgono presso il Centro di Formazione Informazioni Tattiche della brigata e presso il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica della Difesa. Alle modalità tradizionali di sfruttamento delle fonti umane si affianca oggi la necessaria capacità di comprendere e massimizzare l’impiego dei social media (c.d. virtual humint), che impone l’acquisizione di nuove competenze.

Qual è la dimensione attuale della Guerra Elettronica rispetto a 20 anni fa? 

Se ci si sofferma soltanto a una superficiale analisi della definizione di Guerra Elettronica si potrebbe avere la sensazione che nulla sia cambiato negli ultimi 20 anni. Infatti la Guerra Elettronica è ancora oggi definita come l’insieme delle attività militari che sfruttano lo spettro elettromagnetico per contribuire alla definizione della consapevolezza della situazione e ottenere effetti offensivi e difensivi.

Ora come allora i nostri specialisti di Guerra Elettronica operano per proteggere lo spettro elettromagnetico usato dalle Forze amiche e per negarne l’utilizzo ostile all’avversario. Ciò che è drasticamente cambiato negli ultimi due decenni è la modalità di utilizzo dello spettro elettromagnetico che oramai rappresenta uno spazio di manovra essenziale per il dominio dell’ambiente operativo e, di conseguenza, per il buon fine di ogni operazione militare.

La sua gestione si caratterizza come un enabler per le operazioni militari in tutti i domini perché nessuna di esse è possibile senza la superiorità nello spettro elettromagnetico. Quest’ultimo è anche indispensabile per gli effetti che vengono generati nell’ambito del dominio cibernetico o attraverso esso. Tuttavia, negli ultimi decenni abbiamo assistito a un drastico ed esponenziale incremento dell’uso di dispositivi in grado di irradiare segnali wireless, anche a basso costo, per scopi sociali, commerciali ma anche ostili.

Lo spettro elettromagnetico è quindi diventato estremamente congestionato e conteso e, parallelamente allo sviluppo di tecnologie civili a basso costo, le Forze Armate della maggior parte dei Paesi hanno aumentato la loro dipendenza da esso, accrescendo, di contro, anche le loro vulnerabilità.

In tale contesto, la Guerra Elettronica si pone, di fatto, come lo “strumento da combattimento” delle Operazioni Elettromagnetiche: essa permette di manovrare in un dominio parallelo o trasversale (ambiente elettromagnetico), sincronizzandosi con chi conduce la manovra negli altri domini. Non a caso, nell’immediato futuro la Guerra Elettronica sarà uno degli elementi chiave del nuovo approccio multi-dimensionale, sviluppato dallo stato maggiore dell’Esercito, la cui gestione continuerà ad essere accentrata nella costituenda Brigata di Manovra Multi-Dominio destinata a nascere sul framework della Brigata Informazioni Tattiche.

L’esigenza di operare efficacemente in uno scenario operativo così complesso è sentita non solo dall’Italia, ma anche dalla NATO. Già da alcuni anni quest'ultima ha introdotto il concetto di Operazioni Elettromagnetiche che, oltre alla Guerra Elettronica, includono anche altre discipline operanti nell’ambiente elettromagnetico, quali il Navigation Warfare e lo Spectrum Management.

Vent’anni fa le Forze Armate nazionali e della NATO erano prevalentemente impiegate fuori dai confini nazionali, in scenari di crisi che affidavano alle unità EW il compito di contribuire alla Situational Awareness per prevenire eventuali attacchi asimmetrici e per impedire l’efficace utilizzo di ordigni esplosivi artigianali attivati con radiocomandi. Gli scenari di crisi attuali, spesso porzioni di complessi scacchieri geopolitici influenzati dall’azione di stakeholder e potenze regionali, impongono invece un adeguamento della Guerra Elettronica al fine di integrare i compiti tipici degli ultimi decenni con altri, compatibili con il potenziale verificarsi di scenari diversi. 

Di cosa si occupa il RAIT? Nelle operazioni fuori dal territorio nazionale, si possono sostituire colleghi di altre Forze Armate o il lavoro è in linea di massima "Joint"? 

Il Reparto Analisi Integrata Terrestre è un assetto della brigata deputato all’alimentazione degli elementi organizzativi da innestare all’occorrenza nell’ambito delle branche informazioni dei comandi impiegati in operazione. Può fornire personale specialista indifferentemente nell’ambito di un comando di componente (Esercito) ovvero interforze (Joint).

È responsabile per la registrazione degli elementi informativi raccolti, la loro categorizzazione per argomenti omogenei, l’archiviazione in forma grafica ed elettronica. Garantisce l’analisi e l’elaborazione dei dati e delle informazioni disponibili riferiti alle zone d’operazione. Elabora prodotti cartografici ad hoc sulla base delle esigenze informative. Assicura lo sviluppo del processo di raccolta delle informazioni necessarie per condurre l’operazione, unitamente alla gestione delle specifiche esigenze informative correlate alle singole aree d’interesse.

Per assolvere tali compiti, il RAIT accede ai dati d’interesse mediante sistemi classificati, anche nella sede stanziale, garantendo supporto nel settore informazioni tattiche alle unità di previsto impiego operativo, anche in “stasi operativa”.

Nelle operazioni, la tecnologia ha rimpiazzato il materiale umano? 

Il concetto dell’Internet of everything, uno dei riflessi dell’innovazione tecnologica che permea ogni momento della nostra vita, è presente in maniera importante anche nelle operazioni militari. In particolare per un’unità come la Brigata Informazioni Tattiche, che è cardine di manovra nell’assicurare la superiorità conoscitiva dell’ambiente operativo, l’evoluzione della tecnologia, in particolare applicata ai sensori che essa utilizza, rappresenta un moltiplicatore di successo. Detto questo, l’elemento umano che sottende all’uso di questa tecnologia rimane e rimarrà insostituibile.

Un fondamentale elemento di cambiamento rispetto al passato è costituito, invece, dalla sempre più stringente necessità da una parte di specializzare e qualificare il personale che opera nell’ambito delle discipline afferenti all’ambiente informativo e dall’altra di incrementare la consapevolezza della leadership a tutti i livelli della rilevanza della c.d. manovra informativa nei moderni scenari d’impiego. Infatti, in esercitazione e nell’impiego operativo, rileviamo sempre più la necessità di avere personale adeguatamente formato per poter sfruttare appieno le potenzialità degli strumenti tecnologici a disposizione.

Foto: Difesa Online / Esercito Italiano