Dual use... forzato?

(di Andrea Cucco)
01/09/17

Poche settimane addietro una delegazione 5 Stelle ha visitato il deposito militare di Lenta. L'idea? Convertire ad uso civile (antincendio in particolare) mezzi inutilmente ammassati da anni ad arrugginire sotto le intemperie.

La proposta suscita immediata perplessità in chi conosce le caratteristiche di un veicolo militare e - soprattutto - ha qualche esperienza di guida in fuoristrada: un mezzo progettato per resistere a vari calibri ha un peso di svariate tonnellate dovuto alla blindatura/corazzatura e nella guida in fuoristrada, per fare un esempio, qualche quintale di differenza può fare la differenza tra un discreto ed un eccellente off-road. Per contro la cingolatura potrebbe essere valida su terreni particolarmente difficili e/o in condizioni estreme, come dimostra l'utilizzo di M113 modificati da parte dei vigili del fuoco corsi.

Per comprendere la proposta 5stelle abbiamo incontrato un membro del gruppo che ha raggiunto il deposito vercellese, la senatrice Ornella Bertorotta.

Senatrice, perché tale visita e qual è stata l'impressione?

Ho letto di Lenta solo recentemente, si tratta di un Parco davvero interessante, nel rapporto Milex 2017 Lenta viene definito un “cimitero” di veicoli militari, in cui si effettuano due attività principali: la cessione di veicoli ad altri eserciti, attraverso accordi bilaterali tra lo Stato italiano e altri Stati, e lo smantellamento dei veicoli per il recupero delle parti metalliche.

Per l’opinione pubblica quel parco è il simbolo dello spreco, migliaia di miliardi delle vecchie lire parcheggiate lì. In pochi considerano che quei veicoli sono serviti in passato come forza di deterrenza, rispetto a possibili aggressioni esterne. L’Italia è un Paese ricco, lo è stato soprattutto nel passato, avevamo bisogno di quei veicoli, anche se molti non sono mai stati usati. Va poi considerata la trasformazione della struttura stessa dell’Esercito, che ha reso inutili molti mezzi, seppur funzionanti.

Noi sosteniamo da tempo l’esigenza di convertire parte della produzione industriale del settore della difesa per usi civili. Io più che un cimitero, a Lenta vedo un parco mezzi, molti dei quali potrebbero essere recuperati per usi diversi da quello militare, con lo sviluppo di un relativo comparto economico.

Se pensa che nel mondo abbiamo moltissimi siti a rischio catastrofe, tra cui industrie chimiche, o che lavorano materiali particolarmente infiammabili, dove l’efficacia della risposta e la sicurezza degli operatori è fondamentale. Se le nostre aziende si specializzassero nel recupero e nella trasformazione di questi veicoli, potrebbero accedere ad un settore economico di nicchia, quello della sicurezza di questi impianti.

Siamo maestri in tutto il mondo nella meccanica leggera, nella produzione di soluzioni innovative, abbiamo queste piattaforme parcheggiate li, perché non recuperarle?

Quindi si tratta di sviluppare un nuovo settore di mercato o avete una proposta più concreta?

Scopo della visita era quello di avere contezza della situazione reale e predisporre eventualmente delle proposte di riuso di questi mezzi, che dal punto di vista militare è impensabile. L’Australia ha provato ad esempio a rimodernare più di 400 M113, ma da una spesa iniziale di 40 milioni, sono arrivati a spendere un miliardo di euro. Questo perché gli standard dei veicoli militari di oggi, sono molto più alti di quelli con cui è stato progettato quel veicolo, che ha tra l’altro una corazza in alluminio, assolutamente inadeguata a resistere ai colpi delle mitragliatrici pesanti figurarsi di un TOW o altri milissili anticarro moderni.

Se dal punto di vista militare questi veicoli sono ormai totalmente inadeguati, la proposta su cui sto lavorando riguarda il recupero di 100 cingolati leggeri M113 da destinare ai corpi di soccorso per interventi di soccorso strarodinari.

I punti di forza di questa proposta sono molteplici, abbiamo circa 1500 di questi veicoli, di conseguenza usandone 100, avremmo migliaia di pezzi di ricambio a disposizione, già acquistati.

Ciò detto parliamo di mezzi molto particolari, acquistati con miliardi delle vecchie lire, quindi è obbligatorio che una politica attenta agli sprechi, cerchi di valutare qualsiasi possibilità di un altro impiego di questi veicoli, prima di smantellarli.

Io credo che da Lenta possa venire fuori un grande esempio di recupero che fa bene a tutti, una strategia win win insomma.

L'idea, pregevole nelle intenzioni, è difficilmente traducibile in pratica per due motivi: i costi di recupero dei mezzi, l'antieconomicità dell'impiego (tonnellate di blindatura non servono per spegnere incendi) ed infine le scarse qualità fuoristradistiche dei veicoli se paragonati a off-road moderni. Per non parlare dei danni alle strade che derivano dall'utilizzo di cingolati…

Attualmente, quando ci sono eventi calamitosi di una certa portata, i vigili del fuoco, devono intervenire con i veicoli che usano in città, questo ovviamente aumenta a dismisura l’usura di mezzi che vengono usati tutti i giorni, anche in situazioni dove si dovrebbero usare altri mezzi.

Ovviamente condivido le sue perplessità, ma principalmente riguardo ai carri armati e ad altri veicoli da combattimento pesanti, sarebbe miope recuperare un mezzo che pesa 40 tonnellate, ma se restringiamo il ragionamento ai veicoli per il trasporto truppe leggeri, come l’M113, che come tutti i mezzi cingolati nelle lunghe distanze vengono trasportati via ferrovia o tramite camion, il problema dei consumi è relativo.

Pensavamo infatti di distribuire una parte di questi veicoli in aree a particolare rischio, mentre trasportare il resto su treno ovunque si verifichino incidenti di una certa rilevanza.

Noi pensiamo ad un utilizzo finalizzato solo ad emergenze eccezionali, non certo a sostituire le attuali autobotti con veicoli cingolati.

I vigili del fuoco ad esempio hanno già dei cingolati leggeri che utilizzano per interventi speciali, così come molti Paesi in giro per il mondo utilizzano veicoli cingolati derivati dai mezzi militari per attività di soccorso. Noi ce li abbiamo, tra l’altro molti di questi mezzi non avrebbero bisogno di alcuna modifica, mentre solo una parte dovrebbe essere rielaborata con l’installazione di kit anti incendio, già presenti sul mercato.

La possibilità di avere i pezzi di ricambio, cannibalizzando altri M113 in deposito, le poche modifiche necessarie, potrebbero ridurre di molti i costi di recupero di questi veicoli, ma ovviamente è solo un’ipotesi che mi riservo di approfondire.

In Corsica utilizzano da molti anni M113 in funzione antincendio. Avete altri feedback positivi dell'esperimento?

Non abbiamo ancora un quadro definitivo delle esperienze estere, sappiamo però che l’uso di veicoli di derivazione militare per interventi di soccorso non è una novità. La Corsica è solo un esempio. Uno dei Paesi che ha investito in maniera convinta nel recupero di questi veicoli è la Russia. La vasta presenza di una industria petrolifera ha fatto maturare la necessità di dotarsi di mezzi che garantissero una elevata sicurezza del personale e prestazioni più alte in termini di contrasto, di fronte ad incidenti straordinari. Penso abbiano maturato questa consapevolezza dopo Chenobyl, che ha segnato il collasso di qualsiasi sistema di contrasto tradizionale. Noi riteniamo normale che un vigile del fuoco debba affrontare un incendio a piedi con la sola protezione del vestiario o raggiungere un luogo impervio con un’autobotte da città, ma in altri Paesi non funziona così.

Ho intenzione di visitare alcune realtà estere per calibrare meglio questa proposta.

Come intende procedere per questa proposta?

Nelle prossime settimane visiteremo e chiederemo pareri anche agli organi interessati, alle aziende che si occupano di riconvertire questi veicoli, facendo un’accurata analisi dei costi, in relazione ai benefici.

Le dico già da ora che se è possibile agire per tutelare maggiormente la vita dei nostri soccorritori e avere più efficienza, credo che il bilancio sarà positivo.

(immagini: web)