Le relazioni internazionali, quanto mai anarchiche, portano ad evidenziare una serie di punti di faglia che infrangono la tettonica della regione asiatica ai confini tra India, Pakistan, Iran, Afghanistan, con l’ultimo, che da solo, con la fama di tomba degli imperi sarebbe bastato. Il latente conflitto indo pakistano, soggetto a periodici ritorni di fiamma, non sembra contenibile entro le aree regionali, tanto da innescare anche al loro interno dinamiche funzionali allo scoperchiamento di un vaso di Pandora ribollente. È in questo contesto che il realismo rimette al loro posto o parate folkloristiche, o anniversari del giorno dell’indipendenza1 che serbano il sentore del circense.
Al di là di vicendevoli rilanci d’agenzia, palesemente poco credibili, oltre ad una campagna aerea indiana che non potrà non essere oggetto di approfondimento, rimane il fatto che Dehli abbia raggiunto non meno di una decina di rilevanti postazioni pakistane, infliggendo danni più o meno gravi, come accaduto a Nur Khan a Rawalpindi, base strategica dell’aviazione pakistana. Non deve dunque stupire che, in un momento di fragilità politica interna pakistana, il Belucistan, regione contesa tra Teheran e Islamabad, appaia sempre più zona strategica cui anche Pechino si volge, visti gli interessi economici in gioco; cosa che deve far pensare se è vero che il Belucistan è stato spesso definito il posto in cui Dio ha gettato tutta la spazzatura del creato.
Attualmente, quasi la metà della regione beluci è costituita dall’omonima provincia appartenente al Pakistan, di cui costituisce il 48% del territorio2 ma con soli 15 mln di abitanti. Il Belucistan, che evoca ricordi da risiko, anima tuttavia dinamiche esplosive; fin dal termine dell’occupazione britannica è stato teatro di conflitti armati3 volti ad ottenere l’indipendenza da Iran, Pakistan e Afghanistan, con l’intento di arrivare ad un Grande Balochistan, un refrain già visto in Albania con il Kosovo e, più da vicino, con l’etnia curda diffusa sul territorio di più soggetti politici. Del resto il Belucistan, dal 1839, è stato sistematicamente diviso fino alla creazione del Pakistan, istituito su territori originariamente indiani e afghani, uno Stato che, pur ammesso alle NU, non ha esitato ad annettere con la forza il Belucistan4, espressione di una nazione con un’identità culturale definita, non di una minoranza, un’entità definibile come baloch watan.
Inevitabile considerare da parte beluci pakistani e iraniani come invasori, specie dopo il Massacro di Zahedan5, compiuto dalle forze di sicurezza di Teheran. Non è dunque un caso che, malgrado i beluci costituiscano solo il 5-8 per cento della popolazione iraniana, rappresentino il 20% dei giustiziati dal regime degli Ayatollah. I Beluci, che più volte hanno denunciato violazioni dei diritti umani e violenze anche da parte del Pakistan, sono amalgamati nell’impasto ideologico di una cultura separatista che persegue i propri scopi6 con atti terroristici tanto da diventare una spina nel fianco di Teheran con il Jaish al-Adl7 specie dopo l’omicidio di Mahsa Amini, senza contare il BLA, il Balochistan Liberation Army8.
Il fatto è che l’aridissimo, ma ricco di idrocarburi e minerali, Belucistan si trova in una posizione strategica utile a predominio del MO, ed è via di collegamento tra l’Asia centrale, l’Asia meridionale e l’Oceano Indiano, visto che possiede lo sbocco marittimo di Gwadar, ambìto dalla seriche strade di Pechino, che intravvede affari immediati per non meno di 60 miliardi di euro.
Il piano cinese, in Belucistan, punta alla realizzazione grazie al Corridoio economico Cina-Pakistan, forte di un accordo basato sia sullo sfruttamento delle risorse naturali9 beluci sia del porto di Gwadar10, ceduto per oltre 40 anni alla China Overseas Port Holding Company e destinato a divenire una geostrategica Kaliningrad orientale da cui dominare Hormuz, con le sue vie di transito del greggio destinato a est, fino alla città di Kashgar nello Xinjiang bypassando Malacca, e l’Oceano Indiano.
Da non trascurare la demografia, per cui nel 2048 i coloni cinesi supereranno la poverissima popolazione indigena beluci, sempre che riescano a porre sotto controllo una violenza in costante ascesa che si confronta con non meno di 12.000 soldati pakistani11. Del resto la ricerca pakistana di alleanze strategiche volte a bilanciare Dehli, non poteva non volgersi verso Pechino già dalla guerra sino-indiana del 1962, quando il controllo di Aksai Chin, regione del Kashmir, condusse allo scontro India e Cina, tanto da convincere improvvidamente Islamabad a cedere al Dragone parte del Kashmir conteso, fino a giungere, negli anni ’70, all’inaugurazione della Karakoram Highway che collega la Cina occidentale al Pakistan attraverso l’Himalaya.
Sotto questo prisma di situazioni, non è così inaspettata la presa di posizione di Mir Yar Baloch, rappresentante del Movimento Baloch Libero, che ha dichiarato un’indipendenza sì estemporanea ma portatrice di un’azione politica che potrebbe intrecciarsi nella trama del conflitto indo pakistano, vista sia l’esplicita richiesta di apertura di un'ambasciata a Delhi, sia di riconoscimento internazionale sostenuto da caschi blu in versione di mantenimento della pace. Ecco che la posizione beluci di sostegno dell’India sul Pakistan occupied Kashmir (PoK) assume contorni ancor più definiti, specie alla luce del fatto che è stata rilanciata poco dopo che Dehli ha lanciato l'Operazione Sindoor.
Al di là della facile individuazione di un’ispirazione oltre frontiera, la marcia del 2023 guidata dalle donne di migliaia di beluci verso Islamabad, per protestare contro scomparse ed esecuzioni extragiudiziali, ha ricondotto la questione ad un aspetto politico-sociale che ha prodotto tuttavia solo una risposta ancor più violenta certo non all’altezza della più attenta diplomazia inglese.
Colpire militarmente i gruppi separatisti lascia la questione beluci su un unico terreno, quello repressivo, cosa che non agevola alcuna ipotesi di stabilità, né da parte pakistana né da parte iraniana, che non ha esitato ad utilizzare i porti del Belucistan per inviare armi agli Houthi. Attenzione però a facili santificazioni; il Belucistan è regione di confine nota per l’instabilità e per le attività talebane e qaediste.
Repubblica è stato dunque il termine online più gettonato dopo che Mir Yar Baloch ha proclamato l'indipendenza durante l'escalation tra India e Pakistan.
I raid irano pakistani possono essere considerati come un accessorio della guerra Israele Hamas, su un territorio che comprende zone afghane e punti di investimento cinesi, laddove Teheran non ha certo esitato nell’intraprendere azioni marcatamente repressive. La lotta separatista anti Pakistan si collega dunque agli interessi economico-strategici del triangolo Islamabad-Pechino-New Dehli, dove l’India, in sorpasso, assurge al ruolo di nemico comune; un nemico tuttavia in ansia per la presenza (anche militare) di Pechino, contrastabile proprio grazie all’utile insorgenza del Belucistan.
2 Il restante territorio è invece suddiviso nelle province iraniane del Sistan e del Baluchestan mentre nel sud comprende tre province dell'Afghanistan: Nimruz, Helmand e Kandahar. Il Belucistan pakistano ospita 12 milioni e mezzo di abitanti, quello iraniano 2 milioni e 700mila, e infine la porzione afghana circa 1 milione e mezzo
3 I conflitti si sono tenuti nel 1948, nei bienni 1958-1959 e 1962-63 e nel periodo dal 1973 al 1977
4Il Belucistan proclamò l’indipendenza il 12 agosto 1947, con la promessa iniziale anglo-pakistana di rispettare integrità territoriale e indipendenza. Meno di un anno dopo, il 1° aprile 1948, lo stato beluci fu annesso senza consenso al Pakistan.
5 Quale parte delle più ampie proteste per la morte di Mahsa Amini, si è inserito il caso di una ragazza 15enne stuprata da un alto ufficiale della polizia. Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco ad altezza uomo, per poi colpire i sunniti che celebravano tenevano la preghiera del venerdì nella moschea Makki. Il bilancio delle vittime risulta essere di almeno 96 manifestanti uccisi, a fronte di 4 perdite per le forze di sicurezza. Oltre 300 i feriti
6 I separatisti hanno combattuto anche con movimenti armati (tra cui BLA e BLF)
7 Esercito della giustizia; dal 2019 gli USA hanno inserito l’Esercito di Liberazione del Baloch nella lista dei gruppi terroristici mondiali.
8 Malgrado l’insurrezionalismo beluci sia organizzato, i conflitti regionali in Afghanistan, Kashmir e Sri Lanka, lo hanno posto nell’ombra, fino all’interessamento cinese prima, e ora per i pericoli di allargamento del conflitto tra Israele e Hamas.
9 Vd. il progetto Saindak con cui la Cina ha estratto le riserve auree e di rame del Belucistan.
10 La Cina coopera con il Pakistan Hub Power Company Ltd tramite la China Power International.
11 Vd. Shari Baloch, prima donna kamikaze del BLA fattasi esplodere all’Istituto Confucio dell’Università di Karachi nell’aprile 2022.