Paragonare Trump, Netanhyau, Putin, e Xi alle quattro simboliche figure evocate nel Vangelo di S. Giovanni sarebbe un’esegesi che conferirebbe una grandezza di cui non sono degni i quattro personaggi che stanno muovendo i fili cui sono legate le sorti del Pianeta. E li muovono in modo talmente confuso da ingarbugliarli, con il rischio strozzare gli Stati che si trovano appesi a questi fili, strangolando involontariamente anche i propri.

Non sono i Cavalieri dell’Apocalisse, ma sono comunque i Cavalieri del Caos che galoppano su un’entropia del mondo alimentata anche da loro; paradosso comportamentale per chi, attraverso la delegittimazione del diritto, vorrebbe stabilire un nuovo ordine mondiale.

Il loro motto potrebbe essere “perseguitare per perseguire”. Ci si può domandare se siano fautori di una sorta di palingenesi globale e cultori del pensiero di Eraclito, ma è un’ipotesi che contempla un livello culturale e una raffinatezza di pensiero troppo elevati. Soprattutto per Trump. Il leader (politico?) che ha improntato la sua condotta sul principio Make America Great Again (MAGA) e che, se fosse stato in Italia avrebbe formulato lo slogan Facciamo l’Italia Grande Ancora”. Quale potenza evocativa dell’acronimo, in un paese come il nostro! Ma da noi governa una donna e sarebbe di estremo cattivo gusto proseguire nella triviale ironia.

Eppure, qualcosa in tal senso è accaduta anche da noi, ai tempi di un Cavaliere certamente non dell’Apocalisse, e nemmeno del Caos. Si può presumere che sarebbe stato un grande desiderio del “maschio alfa” quello di potersi sedere ancora ai tavoli dei “maschi alfa” (cito Flavia Perina da La Stampa del 18/6/25)1 al posto della “femmina omega”, da intendersi come colei che ha posto fine all’egemonia maschile nel ruolo di Capo del governo nella storia italiana.

Tornando ai Cavalieri del Caos e al loro ipertrofico ego, vediamo come si pongono nella scia dei ben più epici Cavalieri dell’Apocalisse. Se proprio si vuole azzardare un parallelo allora si possono fare i seguenti accostamenti.

Il Cavaliere Bianco è una figura controversa. Non c’è accordo fra i biblisti se il primo cavaliere rappresenti una forza malefica o benefica e ancor meno di quale forza si tratti. Chi meglio di Donald Trump incarna quest’immagine? Avoca a sé una dimensione messianica, ma con il suo arco scocca dazi e provvedimenti che seminano panico e ferite.

Il Cavaliere Rosso è Vladimir Putin, che della guerra ha fatto il proprio verbo e della declinazione verbale di questo tragico fenomeno ha fatto la propria arma. Dalla definizione di “operazione militare speciale”, alla deprecazione della “violazione del Diritto Internazionale” da lui espressa in occasione dell’attacco di Israele all’Iran. Che coraggio, anche se siamo nell’alveo delle “vibranti proteste” di facciata.

Il Cavaliere Nero è Benjamin Netanyahu, che a Gaza arriverà a provocare più morti per la fame che per le bombe. Ma Netanhyau è forse ancora più “Cavaliere nero” nell’accezione rappresentata dal grande Gigi Proietti. E lo ha dimostrato in più di un’occasione nei confronti dell’Iran.

Il Cavaliere Verde, infine, non può essere che Xi-Jinping, colui che attraverso l’incauta gestione del covid-19 e la sua diffusione ha paralizzato l’economia e blindato le coscienze dell’umanità intera. C’è un mondo pre-covid e un mondo post-covid.

Nel mondo pre-covid vigeva ancora un barlume di quella “dissimulazione onesta” – auspicata in forma universale nel 1600 da Torquato Accetti e ripresa tre secoli dopo, in una forma circoscritta alla dimensione politica (soprattutto statunitense) da Henry Kissinger – attualmente venuta meno.

Nel mondo post-covid lo sbraco è diventato totale. Le filosofie del “tutti contro tutti”, a livello delle masse e del io so’ io e voi non siete “niente” (versione da fascia oraria protetta della più colorita ed incisiva locuzione del Marchese del Grillo), a livello delle compagini governative, sono diventate un imperativo categorico, giustificato da un’interpretazione in senso ampio del pensiero di Lorenzo il Magnifico.

Meditiamo su questo aspetto. Con le prospettive attuali è meglio che prevalgano le testate sul setto nasale, piuttosto che quelle atomiche.

1F. Perina,Quella foto che racconta come Giorgia Meloni gestisce l’ego dei maschi alfa, La Stampa, 18/06/2025.

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