USA vs Cina: decisioni 7 volte più veloci basteranno contro chi ha già automatizzato la guerra?

La U.S. Air Force ha appena concluso a Las Vegas la prima sperimentazione del programma DASH (Decision Advantage Sprint for Human-Machine Teaming), pensato per migliorare il modo in cui uomini e computer collaborano nelle decisioni militari. Questo esperimento, condotto nel centro operativo Howard Hughes, mira a rendere più veloci ed efficaci le scelte strategiche durante operazioni complesse.
Il progetto, sviluppato insieme a diversi reparti specializzati dell’aeronautica e centri di ricerca, ha messo alla prova una serie di strumenti digitali in grado di aiutare i comandanti a raccogliere informazioni, capirle e agire in tempi rapidissimi. Il cuore della valutazione operativa era proprio questo: far lavorare fianco a fianco esseri umani e sistemi automatici per prendere decisioni migliori in meno tempo.
Grazie alla collaborazione tra tecnici e operatori, si è riusciti a ridurre i tempi di risposta fino a sette volte. I sistemi digitali hanno permesso di affrontare il doppio delle situazioni complesse rispetto a quanto possibile con i soli esseri umani, e hanno generato tre volte più soluzioni utili sul campo. Il tutto con un margine d’errore simile a quello umano. Ma l’obiettivo non è sostituire le persone, è aiutarle a decidere meglio e più in fretta, specialmente in scenari ad alta tensione come quelli militari.
Nel corso della prova, ci si è concentrati su una fase particolare del processo decisionale: identificare rapidamente quali elementi siano davvero rilevanti per l’azione.
I team coinvolti, compresi operatori canadesi e aziende del settore, hanno sviluppato software in grado di adattarsi in tempo reale alle situazioni, anche grazie al feedback diretto degli operatori militari. In questo modo è stato possibile creare strumenti facili da usare e subito operativi.
Il colonnello Christopher Cannon ha spiegato che DASH rappresenta un cambio di mentalità: si parte dalle decisioni da prendere e si costruisce il software attorno a esse, non il contrario. Un concetto ribadito anche dal tenente colonnello Shawn Finney, che ha sottolineato come DASH abbia finalmente reso concreta l’idea di “vantaggio decisionale” tanto discussa negli ambienti militari.
Visto il successo di questa prima dimostrazione, l’aeronautica americana ha già previsto altri due cicli di valutazione nel 2025, ognuno dedicato a un diverso aspetto del processo decisionale.
Tuttavia, mentre negli Stati Uniti si celebrano le sette volte in più di velocità decisionale, dall’altra parte dell’oceano – quello Pacifico – la Cina sperimenta da anni l’affidamento totale all’intelligenza artificiale per le scelte operative più critiche, eliminando progressivamente il filtro umano dal processo decisionale. Un approccio che, se da un lato solleva interrogativi etici e di affidabilità, dall’altro consente reazioni praticamente istantanee in contesti di guerra cognitiva e multidominio.
Una velocizzazione di 7 volte è senza dubbio un passo importante per l’USAF, ma rischia di sembrare modesto se messo a confronto con un avversario che ha già integrato l’AI nella catena di comando, puntando non solo sulla rapidità, ma sulla completa automatizzazione della strategia. La vera sfida, dunque, potrebbe non essere tanto tecnologica, quanto culturale: chi sarà disposto ad affidare per primo alla macchina il potere decisionale assoluto?
Va però ricordato che DASH rappresenta solo uno dei tasselli di una strategia più ampia dell’USAF e del Pentagono, che includono anche lo sviluppo di sistemi autonomi avanzati. La scelta americana, almeno per ora, è quella di integrare l’intelligenza artificiale in modo progressivo e controllato, mantenendo il fattore umano al centro del processo decisionale per ragioni etiche, operative e politiche. Una linea più “prudente”, ma che potrebbe rivelarsi fatale nella gestione della prossima guerra delle macchine.