L’attacco sul suolo russo del 1° giugno 2025 ha suscitato non poco scalpore. Discutendone con un amico, a un certo punto mi ha domandato “Ma i tuoi colleghi russi ci sono o ci fanno?”

Domanda impertinente (nei confronti dei russi, non nei miei) che mi ha spinto ad approfondire, per quanto nelle mie possibilità, quanto accaduto e a rivederlo sotto altre angolazioni.

Comunque la risposta è che i russi non ci fanno, ci sono proprio. Se questo vi basta, allora potete anche sospendere la lettura e fare qualcosa di meglio. Altrimenti potete proseguire e vedere se la logica sostantiva alla mia risposta lapidaria soddisfa la vostra curiosità.

I fatti sono noti e se non lo fossero vi invito a leggerli (“Ragnatele, cavalli di Troia e infowar: la guerra ibrida declinata dagli Ucraini“).

Cominciamo col dire che la Long Range Aviation (LRA) russa, quella a cui appartengono i bombardieri strategici in grado anche di trasportare testate nucleari, quella che ha il ruolo principe di sviluppare la deep battle, è composta da due divisioni aeree: la 22^ divisione aviazione pesante della Guardia e la 326^ divisione bombardieri pesanti1. I bombardieri di queste due unità delle Forze Aerospaziali (VKS) che, ricordiamolo, comprendono anche le Forze di difesa aerospaziale (i reparti della “contraerea”, per essere più chiari) sono dislocati sulle seguenti basi:

– Olenya;

– Solsty, dove facevano scalo i Tu-22 che sono stati colpiti dagli ucraini nell’agosto del 20232 e del 20243;

– Dyagilevo-Ryazan, sede anche dell’unico reggimento della Federazione Russa equipaggiato con aerei per il rifornimento in volo del tipo Il-78;

– Shykovka, attaccata già nell’ ottobre 20224, nell’agosto 20235 e l’ultima volta nell’aprile 20256;

– Tambov, dove sono schierati solo aerei d’addestramento Tu-134;

– Engels, attaccata già nel dicembre del 2022 e l’ultima volta nel settembre 20247;

– Belaya;

– Sovetsky, attualmente si reputa che sia solo una base di appoggio per i voli artici dei bombardieri strategici;

– Ukrainka, nell’estremo oriente russo. Si tratta di una delle basi più grandi;

– Ugolny, sempre nell’estremo oriente russo, aeroporto misto sia civile che militare, utilizzato per rischieramento occasionale di Tu-160;

– Tiksi, base di appoggio per voli artici, ad oggi in fase di ristrutturazione e, pertanto, non risulta sia stata impiegata;

– Temp, base di appoggio per voli artici, sottoposta ad un progetto di ammodernamento nel 2014. Si hanno poche informazioni al riguardo.

A questi va aggiunto l’aeroporto di Ivanovo, sede dell’unico reggimento della Federazione Russa equipaggiato con aerei radar del tipo A-50.

Nell’“Operazione Ragnatela” gli Ucraini hanno attaccato con successo gli aeroporti di Olenya, Ivanovo, Dyagilevo-Ryazan e Belaya. L’attacco portato sulla base di Ukrainka, invece, è stato respinto.

In primo luogo, si può notare che, in passato, gli attacchi sono stati condotti su altri aeroporti e gli obiettivi sono quasi sempre stati i depositi di missili più che i velivoli. Gli ucraini lanciavano droni dal proprio territorio cercando di colpire le basi dove gli aerei della Federazione Russa facevano scalo per rifornirsi. A questa tecnica i Russi sembrano essersi adattati abbastanza bene, respingendo diversi attacchi o riuscendo a contenere molto i danni. A tale scopo hanno provveduto a modificare le proprie procedure tecnico tattiche, ad esempio evitando scali troppo lunghi o rischieramenti negli aeroporti maggiormente esposti alla minaccia e, soprattutto, allestendo un sistema di early warning antiaereo molto fitto, in grado di individuare e intercettare la maggior parte dei droni ucraini in volo e, nondimeno, ad allertare gli aeroporti designati come bersagli.

Un sistema early warning per la difesa aerea utilizza varie tecnologie, tra cui radar, satelliti e sistemi aerei, per rilevare e tracciare potenziali minacce come aerei, missili e altri proiettili. Va detto che il sistema di difesa aerea adottati dai russi nell’attuale conflitto sono strutturati su cerchi concentrici che comprendono una rete di dispositivi tanto più fitta quanto più deve proteggere strutture e unità prossime alla linea di contatto, cioè più vicine al fronte, mentre si dirada allontanandosi dalle zone dei combattimenti. Detto ciò si può comprendere come sia stato relativamente semplice per i droni ucraini arrivare su aeroporti in cui la difesa aerea era praticamente inesistente, (tranne quello di Ukrainka, probabilmente per l’importanza attribuitagli). Ma non solo, gli ucraini hanno anche astutamente scelto di avvicinare le proprie armi quanto più possibile agli obiettivi, vanificando in tal modo l’efficacia dei sistemi di difesa eventualmente disponibili. Ricordiamo che un attacco con modalità simili a quelle del 1° giugno 2025, cioè con piccoli droni, era stato già tentato sull’aeroporto di Solsty8, sede del 40° reggimento di aviazione composita (su Tu-22M), inquadrato nella 22^ divisione aviazione pesante della Guardia. L’ordine di grandezza dell’attacco era completamente diverso, ma già allora si era notato che non c’erano difese antiaeree di rilievo negli aeroporti più lontani del confine; è stato riportato che i droni sono stati abbattuti con armi portatili. Questi fattori, uniti ad una possibile rete d’informatori/facilitatori ucraini in Russia, all’infiltrazione ucraina nei canali illegali che riforniscono la Russia con componenti tecnologiche sottoposte a sanzioni occidentali (gli ucraini da anni monitorano questi traffici cercando di informare il pubblico occidentale), potrebbero aver favorito l’azione ucraina. È lecito, quindi, ritenere che gli ucraini abbiano le conoscenze e le competenze necessari per condurre operazioni come la “Ragnatela” senza alcun tipo di supporto occidentale, per quanto non si possa del tutto escludere, soprattutto sottoforma “satelitare”. I dati raccolti e disponibili relativi agli attacchi del 1° giugno sono tutti frutto di rilevamenti satellitari.

Si può ritenere, altresì, che gli obiettivi più probabili di questa azione fossero gli aerei per il rifornimento in volo Il-78, gli aerei radar A-50 e i missili da crociera di nuova generazione stoccati nelle basi colpite. Questo al fine di diminuire la capacità russa di lanciare più missili contemporaneamente, capacità che “buca” le difese ucraine e, allo stesso tempo, limitare la capacità di intercettare i velivoli ucraini che contribuiscono alla difesa aerea, soprattutto nelle zone di confine. La distruzione dei velivoli può essere considerata un obiettivo secondario che, comunque, ha un effetto negativo sulla campagna aerea e sulla psicologia russe, in conseguenza delle vulnerabilità dimostrate.

Per quanto riguarda gli A-50 e Il-78, sembrerebbe che non siano stati conseguiti; ad oggi non ci sono prove della distruzione di questi velivoli e i due A-50 colpiti (foto) sembra che fossero tra quelli non operativi. È stato parzialmente raggiunto quello di distruggere i missili, dato che si vede come alcuni degli aerei colpiti avevano dei missili da crociera già montati sotto le ali.

In ogni caso, l’azione è stata spettacolare e ben coordinata, ha sfruttato una sottovalutazione della minaccia in alcune basi.

Un’ultima considerazione: molti degli aerei colpiti sarebbero i bombardieri Tu-95, modelli fuori produzione che sono tenuti in linea attraverso la “cannibalizzazione” degli analoghi velivoli rottamati e conservati presso gli aeroporti di Engels ed Ukrainka. Si può presumere che, in seguito all’operazione sia stato incrementato il numero dei “rottami” a scapito dei velivoli da mantenere operativi. Parliamo, in definitiva, della distruzione di velivoli che non sono rimpiazzabili nel medio/lungo termine e di una significativa diminuzione delle capacità delle VKS di lanciare missili da crociera sull’Ucraina, anche se gli attacchi, in un modo o nell’altro, continueranno ad essere intensificati.

1 Russian Military Forces: Interactive Map.

2 A Drone Hit russian Tu-22M3 Bombers at the Soltsy Air Base in the Novgorod Region, Defense Express 19/08/2023.

https://en.defence-ua.com/events/a_drone_hit_russian_tu_22m3_bombers_at_the_soltsy_air_base_in_the_novgorod_region-7682.html .

3 K. Hodunova, Ukraine strikes Russian airfields with homemade weapons in hopes of preventing devastating attacks at home, Kyiv Independent, 29/08/2024. https://kyivindependent.com/ukraine-strikes-russian-airfields-with-homemade-weapons-in-hopes-of-preventing-devastating-attacks-at-home/.

4 H. Altman, T. Rogoway, Ukrainian Kamikaze Drone attacksBomber Base Deep in Russia (Updated), TWZ, 07/10/2022. https://www.twz.com/ukrainian-kamikaze-drone-attacks-bomber-base-deep-in-russia.

5 Another Tu-22M3 Damaged at Shaykovka Air Base in russia: Operation Supervised by Ukrainian Defense Intelligence Defense Express, 21/08/2023. https://en.defence-ua.com/news/another_tu_22m3_damaged_at_shaykovka_air_base_in_russia_operation_supervised_by_ukrainian_defense_intelligence-7703.html.

6 R. Pryhodko, Drones Destroy Kh-22 Missile Depot at Shaykovka Airbase, Militarnyi, 08/04/2025. https://militarnyi.com/en/news/drones-destroy-kh-22-missile-depot-at-shaykovka-airbase/.

7 S. Korshak, Ambitious Ukrainian Kamikaze Drone Attack Hits Heavy Bomber Base Deep Inside Russia, Kyiv Post, 17/09/2024. https://www.kyivpost.com/post/39131.

8 Tu-22M3 Lost Because of All Airfield Security Personnel Sent to Frontline, russian Sources Say, Defense Express, 21/08/2023.https://en.defence-ua.com/news/tu_22m3_lost_because_of_all_airfield_security_personnel_sent_to_frontline_russian_sources_say-7702.html.

Fotogramma: MoD Ukraine

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