Padova ricorda la giornata della Memoria

(di Stato Maggiore Esercito)
28/01/20

Si è celebrata ieri, 27 gennaio a Padova, presso il Tempio nazionale dell’Internato Ignoto, la cerimonia della “Giornata della Memoria”. Dopo l’alzabandiera e il saluto da parte del rettore del Tempio, don Fabio Artusi, sono intervenuti il comandante delle Forze Operative Nord, il generale di corpo d’armata Amedeo Sperotto, il sindaco Sergio Giordani, e il presidente della Comunità ebraica di Padova, Gianni Parenzo. Il generale Sperotto, nel suo intervento, ha spiegato come "la poesia, prologo al romanzo "Se questo è un uomo" di Primo Levi, dal titolo "Shemà" (Ascolta), dia un senso della immane tragedia di cui stiamo parlando".

Parole che sono un urlo di dolore e di rabbia ma anche un invito forte a meditare perché "questo è stato. È accaduto e potrebbe accadere ancora""La giornata che ricorda la Shoah - ha concluso Sperotto -, in questo luogo di testimonianza degli orrori di cui è stato capace l’uomo, ci sia ancora l’insegnamento, specie per le giovani generazioni, sui valori di civiltà e di umanità a cui riferirci, con la speranza che dal passato nasca sempre un futuro migliore".

Anche il presidente della Comunità ebraica di Padova, Gianni Parenzo, nel suo intervento, ha ricordato le vittime del nazismo, lo sterminio degli ebrei e della sottovalutazione del fenomeno che almeno fino agli anni Sessanta ha attraversato anche il panorama italiano. "Sono trascorsi settantacinque anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz - spiega Gianni Parenzo - e conosciamo tutto su ciò che è stata la Shoah, i testimoni che per diversi anni hanno taciuto temendo di non essere ascoltati e creduti, ci hanno raccontato le atrocità che avevano sofferto. E proprio con i racconti dei testimoni sopravvissuti, sono diventati nomi e storie di famiglie che hanno dato concretezza a quella che è stata, prima, la privazione dei diritti con l’espulsione dalle scuole di studenti e di insegnanti con la radiazione delle professioni dagli impegni pubblici e privati e, poi, l’emarginazione dalla società.
Dobbiamo essere consapevoli
- conclude Gianni Parenzo -, che combattere il pregiudizio richiede un impegno culturale a diversi livelli, dalle scuole elementari all’Università, ed è necessario trovare anche nuovi strumenti di comunicazione".

Il primo cittadino di Padova, Sergio Giordani, a sua volta ha ricordato come la giornata della Memoria non sia  solo una ricorrenza istituita per ricordare e non dimenticare i sei milioni di ebrei rimasti vittime dell’Olocausto, ma che, piuttosto, deve essere monito e motivazione, insegnamento e ispirazione per non reiterare atti di bassa umanità: "Auschwitz e la giornata del 27 gennaio, sono diventati il simbolo della Shoah – spiega Sergio Giordani -, un evento che ha travolto il popolo ebraico ma che riguarda anche chi ebreo non è.
La Shoah è un evento senza paragoni che ci obbliga alla memoria e che ci costringe a chiedere come tutto questo possa essere accaduto. È caduta una Europa, nel cuore della civiltà contemporanea, una civiltà che però non è ancora riuscita a cancellare l’idea della differenza come una minaccia in tutti i suoi aspetti, dal punto di vista religioso, sociale e anche sessuale. Il giorno della memoria quindi
– conclude Sergio Giordani -, non è soltanto una ricorrenza, ma è un monito a una costante e continua vigilanza. Memoria e vigilanza contro il razzismo, contro ogni sopruso, per evitare che ancora una volta possa accadere quanto una famosa poesia attribuita a Bertolt Brecht recita: "..prima di tutto vengono a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere anche a me e non c’era rimasto nessuno a protestare".